Capitolo 2

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                              In foto:
        Ella Jennifer
9 anni prima:
<<Bene questa è la tua camera piccola, una volta lasciate le tue cose puoi raggiungere la stanza dei giochi lungo il corridoio.
Troverai tutti gli altri bambini con cui potrai fare amicizia>> mi accarezzò i capelli con compassione ed andò via lasciandomi da sola fra me ed i miei demoni.

Mi presi il mio tempo e nel silenzio, non potei fare a meno di ricordare l'ultimo sguardo che mi regalò mia madre.
"Rendimi fiera" era la frase che dava inizio alle mie giornate e questa fu la prima di una lunga serie in cui dovetti farne a meno per sempre.
Presi coraggio e quasi obbligandomi iniziai a percorrere il corridoio.

Era pieno di bambini con i quali avrei potuto interagire ma io non feci altro che pensare in quanti ipotetici modi di morire andavano incontro in quel momento.
Ormai la mia mente pensava sempre al peggio e chiunque avessi vicino, nella mia testa era già morto in molteplici, infiniti, tragici, modi diversi.
Nessuno aveva scampo.

<<Ciao!>> un bambino fra tutti mi rivolse la parola con forte entusiasmo.

Lo fissai senza dire nulla, notai nel silenzio però che aveva dei magnifici occhi verdi colmi di affetto da regalare.
Dopo una piccola pausa in attesa della mia non risposta si spazientì.

<<Perché non mi rispondi??>> iniziò ad agitare la sua mano insistentemente davanti ai miei occhi alquanto statici e perplessi.

<<Ciao>> troncai riduttiva arrendendomi alla sua determinazione.

<<Oh allora parli! Il mio nome è Jackson>> mi porse la mano con non modesta energia la quale mi limitai ad osservare.

Attese qualche minuto consapevole che non avrebbe ricevuto risposta così riprese la conversazione sfruttando il brontolare del mio stomaco.

<<Per caso hai fame?>>

<<Un po'>> risposi arresa al fatto che il mio senso di fame chiedesse pietà.
Evidentemente lo avrà sentito pensai.

<<Se mi prometti che dopo giochi con me e smetti di fare lo spaventapasseri ti dico un segreto per entrare di nascosto nella cucina!
Ma non lo devi dire a nessuno altrimenti ci mettono in punizione>> si avvicinò al mio orecchio furtivamente per non farsi sentire.
Per accertarsi che nessuno capisse, nascose la sua bocca e la sua parlantina con la mano.
Ascoltai ad orecchie tese convinta che mi stesse per svelare il fatidico segreto.

<<C'è un barattolo pieno di merendine sai!!>> scosse entrambe le mani per indicarne la quantità.

Mi fece scappare un sorriso sincero uno dei pochi dopo quel fatidico episodio.
Mi ricordò Trasy, era così vivace.

<<Se ci sono i lolly pop allora vengo!>> mi lasciai andare trasportata dalla mia tentazione preferita.

Adesso:
Dopo qualche rampa di scale che mi hanno fatta pentire di non aver scelto l'ascensore per godermi al meglio il tour, finalmente arriviamo dietro la porta della mia stanza.
La curiosità mista ad un po' di ansia si fanno spazio dentro di me.

Dentro agli specchi non solo il riflessoWhere stories live. Discover now