Capitolo 7

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7 anni prima:
<<Perché hai tutti questi segni sul corpo?>> chiesi a Jackson delineandone la forma con i polpastrelli.
<<Papà diceva che servono a rendermi un uomo>> abbassò lo sguardo su di essi <<che il dolore ti rende forte>>
<<È per questo che sei qui?>> alzai gli occhi per cercare i suoi dispersi in un mare di sofferenza.
<<Ti faceva del male vero?>>
<<Mia madre è morta quando avevo 4 anni>>
Si soffermò su questa frase mentre nacque un dolce e lieve sorriso sulle sue labbra dettato dal suo ricordo.
<<La malattia le ha logorato l'anima, come se già non lo facesse lui>>
Quel sorriso precedente morì facendogli distogliere lo sguardo come se ciò che stava per dire lo logorasse.
<<Subito dopo ha iniziato con me fin quando la mia scuola non se ne accorse e sporse denuncia>>

Come può un uomo essere così crudele nei confronti del frutto del suo amore?

<<Tu sei forte, lo sai vero?! Sei un uomo e non perché hai provato il dolore, ma perché non sei diventato come chi te l'ha procurato>>
Affermai decisa con qualche lacrima in volto sfuggita al mio controllo.
<<Ed ora sono sicura che lassù la tua mamma sta dicendo alla mia quanto è orgogliosa di te mentre vegliano su di noi insieme, proprio come me e te>>
Sembrò pensarci per un attimo ed è come se gli avessi dato un po' di forza in più, o meglio, sicurezza su chi è e quanto vale.
<<Ti voglio bene Lolly Pop>> mi abbracciò forte.
<<Ci sarò sempre per te>> aggiunse.
<<Te ne voglio anche io..>> strinsi maggiormente la presa ed incastrai il mio viso nel suo collo senza dire altro.
In quel piccolo frangente ero indistruttibile, lo eravamo entrambi.

Adesso:
Jackson pov
Tiro un colpo dopo l'altro a questo sacco vittima della mia rabbia repressa.
Una morsa mi si cela nello stomaco mentre, la mia testa, non vuole saperne di scacciare l'immagine del suo volto che, ha perso di innocenza, ed ha acquisito quella sensuale sfacciataggine che le ha regalato la pubertà.

Come diavolo te lo spiego adesso.
Forse neanche vuoi saperlo veramente.

<<Ehi Rambo vacci piano>> intravedo Nick seguito da Aron in lontananza.

Di solito ci alleniamo insieme ma oggi ho deciso di venire qualche ora prima a scaricarmi un po'.

Vivendo con mio cugino fino allo scorso anno, non ho potuto non interessarmi alle sue stesse passioni, un po' perché non ne conoscevo altre, un po' perché sapermi difendere è stata una prerogativa che non ho avuto il beneficio di scegliere.

Ho avuto mio padre alle calcagna parecchie volte ed insieme a lui, i suoi giri loschi, in cui è riuscito a farmi intromettere non in poche occasioni.
Con il tempo ho deciso di diventare migliore di lui ma non debole.
Il miglior modo per tenere la gente lontana da te è attraverso il timore.

<<Ma dai Nick ti ecciti per così poco?>> mi prendo gioco di lui.

È sempre stato un tipo pieno di ironia in qualsiasi evenienza ed apprezzo questa sua caratteristica anche se devo ammettere che avrei preferito l'avesse messa da parte con Arya, mi fa imbestialire il fatto che venga oggettificata un po' perché lei è molto di più ed un po' perché immagino i pensieri che scaturisce nella mente di un uomo.
Forse perché li ha scaturiti anche in me con quella scia di ciliegia e vaniglia che emana la sua pelle, i suoi capelli.. Jackson che diavolo stai pensando??

<<Giovedì sera si va al Lux a fare un po' di baldoria, e no, non è una domanda>> mi ammicca Aron intendendo cose poco raccomandabili.

Aron a differenza di Nick, è apparentemente più tranquillo, ma io lo definirei solo meno rumoroso.
È un tipo molto esibizionista c'è da ammetterlo, si culla sulle sue origini brasiliane per compensare ottime conquiste attraverso cui effettivamente ha fatto colpo su Jennifer.
Ma c'è da dire che è anche un amico fedele, sai che puoi contare sempre sul suo aiuto e sulla sua disponibilità.

Non sono sicuro di andare a questa festa, sono indietro con gli esami come sempre, ma questa volta rischio davvero e ultimamente non ho avuto un momento per concentrarmi su ques-

<<Non riesco a non pensare a che bomba sexy sarà Arya>>
Interrompe bruscamente i miei pensieri Nick ed i suoi pensieri da maniaco sessuale.

<<Che?Arya?>>
Le parole escono dalla mia bocca ancora prima che me ne accorgo.

<<Si la tipa nuova ricordi? Quella che in questo momento starà pensando che sei un sociopatico visto come ti sei posto con lei>>

<<Ah no giusto, sei così con tutti>> si corregge facendo un teatrale sospiro di sollievo.

<<Ah si >> dico non curandomene.

<<Comunque certo che ci sarò>>

Il mondo è relativamente grande e relativamente piccolo al contempo, per quanto io abbia cercato di allontanarmi il destino ci ha rimessi sulla dannata stessa strada.
Non so se il mio fu un errore o no ma sta di certo che non posso scappare da lei per sempre quindi per lo meno devo tenerla al sicuro.

A fine allenamento, non ci rendiamo conto di quanto si sia fatto tardi fin quando non mettiamo i nostri borsoni in spalla, e ci rechiamo fuori dalle porte della palestra.

Camminando verso l'entrata del dormitorio, oltre la fontana, scorgo lei e le sue amiche indaffarate a trasportare degli scatoloni fra le mani.
Decido di lasciarla stare e continuare per la mia strada, non mi va di essere opprimente e tra l'altro non è da me dare tutte queste attenzioni ad una ragazza.
Le circostanze mi hanno spinto ad essere più egoista, ho sempre messo le cose in chiaro già in partenza: nessun legame, prendere o lasciare.

<<Ehi amico tutto ok?>> mi si avvicina Aron con un occhio di riguardo.

<<Tutto ok, fumo una sigaretta e salgo>> rispondo dandogli una pacca in segno di rassicurazione.

Arrivato nel dormitorio, lancio il borsone sul divano e la prima cosa che decido di fare è una seconda doccia ghiacciata, odio quelle della palestra.
Non bado ad asciugarmi bene in quanto sento ancora caldo perciò, mi avvolgo solo un asciugamano attorno alla vita e mi dirigo in camera da letto.

Noto che la porta è socchiusa ed è alquanto strano considerando che quando esco, chiudo sempre tutto.

<<Ehi Jay>> ruota sopra alla mia sedia girevole Audrey rassicurando la mia guardia.

<<Che ci fai qui?>> chiedo mentre con non curanza levo l'asciugamano e mi infilo delle mutande, ciò che c'era da vedere è già familiare ai suoi occhi.

<<Mi ha aperto Nick>>
Si alza e mi gira intorno, percorrendo le mie spalle facendoci scivolare il suo indice.

<<È che mi manchi>> sussurra al mio orecchio arrestandosi accanto a me.

Le sue parole mi provocano un ghigno, già capisco dove vuole arrivare.
Con il braccio la afferro scaraventandola a cavalcioni su di me ed attaccando la sua vita al mio addome.
Con foga infila la sua mano fra i miei capelli ed io inizio ad esplorare il suo corpo così da cancellare tutte le sue mancanze.
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In questo capitolo ho voluto farvi conoscere un po' meglio Jackson e quello che riguarda il suo passato.
Inoltre volevo rendervi partecipi dei suoi pensieri così da comprenderlo a 360 gradi.
Cosa pensate accadrà alla festa?💗

Dentro agli specchi non solo il riflessoWhere stories live. Discover now