Capitolo 40

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Strizzo per bene la massa dei miei capelli cercando di espellere la maggior parte dell'acqua su di essi e mi avvolgo in un asciugamano che odora ancora di mascolinità.

Uscita dal bagno, mi rendo conto che finalmente le luci del giorno iniziano a sostituire il buio occultante notturno.

Non ho idea di che ore siano, la notte per me è trascorsa molto lentamente e gran parte di essa l'ho passata sulla veranda con Lupin a cercare di smaltire i miei pensieri vorticosi fra i molteplici alberi della foresta visibili da lì.

<<Ehi, buongiorno>> saluto il mio compagno di nottata che beatamente è intento a stiracchiarsi nella sua cuccia in soggiorno.

Dave e Jackson probabilmente stanno ancora dormendo, d'altronde è l'alba ed oggi il primo corso della giornata inizia alle nove.
Decido di prepararmi dei pancake almeno potranno giovarne anche loro ed io potrò pesargli un po' meno.

Ovviamente basta qualche minuto e mi rendo conto di aver avuto una pessima idea perché, nonostante io stia mettendo in subbuglio tutti gli scaffali, non riesco a trovare nulla di ciò che mi occorre, per non parlare dei molteplici utensili che cadendo hanno creato un baccano frastornante.

<<Ma si può sapere che diavolo sta succedendo?>>
Esce dalla sua camera Jackson evidentemente pieno del caos ed ancora intontito stropicciandosi gli occhi con le sue nocche dipinte di inchiostro.

Sobbalzo spaventata dalla sua voce che non mi aspettavo di sentire e nell'agitazione, urto il pacco della farina che finisce tutta su Lupin il cui pelo si trasforma da nero a bianco.
Come se non bastasse, divertito inizia a correre per tutta la casa disseminando la semola ovunque attraverso una nube.

<<Cristo santo, Dave ti ucciderà>> mi avvisa avvicinandosi a me e scrutandomi con più profondità essendosi adesso svegliato concretamente.

Il sorriso perverso che gli compare sul volto mi porta a credere si stia totalmente discostando dalla discussione che si era intrapresa perché si sta concentrando sul mio corpo avvolto solo dal suo asciugamano.

<<Volevo solo prepararvi la colazione>> alzo la testa all'altezza dei suoi occhi con una finta espressione angelica.

<<Quindi mi stai dicendo che non c'è nulla da mangiare>> accorcia le distanze.

<<Sei affamato?>> chiedo con ovvi doppi fini spostando dietro la schiena i capelli che prima cadevano davanti al mio seno così che lui non riesca a distogliervi lo sguardo.

Annuisce martoriando il suo labbro inferiore con i denti fin quando non arriviamo ad essere l'uno davanti all'altra, esageratamente vicini, la sua figura mi sovrasta e le sue grandi braccia sono poggiate sugli scaffali sopra di noi.

Questo è uno di quegli esatti momenti in cui l'aura che ci circonda, giurerei possa essere percepita da chiunque a distanza di chilometri, ti passa attraverso e la senti vibrare dentro di te.

<<CHE DIAMINE È SUCCESSO ALLA MIA CUCINA?!>>

Interrompe il nostro intenso contatto visivo Dave che non appena si accorge del nostro atteggiamento evasivo, comprende di aver interrotto qualcosa e si schiarisce la voce colto dall'imbarazzo.

<<Mi dispiace, volevo prepararvi qualcosa ma mi è sfuggita di mano la situazione>> mi gratto la nuca guardandomi intorno alla ricerca di un modo per sistemare le cose.

<<Ho notato>> sentenzia lievemente irritato.

<<Tranquillo, ora ripulisco tutto>> incrocio le dita come a giurare.

Dentro agli specchi non solo il riflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora