Capitolo 28

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Basta neanche un secondo a far degenerare la situazione, Jackson gli sferra un gancio serrato e ossuto che lo colpisce con estrema precisione sul naso e subito dopo un altro nel fianco mentre l'altro inizia a sua volta a cercare di difendersi.
Mi metto in mezzo fra i due cercando di imporre una tregua ma Nick mi trascina via non appena prendo posizione, bloccandomi per le braccia.

<<Ma che ti dice il cervello?>> continua a trattenermi facendomi indietreggiare contro la mia volontà.

Alcuni ragazzi mantengono Foster mentre Aron nel frattempo cerca di trattenere Jackson in preda ad un'ira soprannaturale ma con scarsi risultati da entrambe le parti.

Mi divincolo dalla presa di Nick dandogli una leggera ma pesante quanto basta testata sulla bocca.

<<Mi dispiace>> improvviso leggermente in colpa prima di correre verso loro.

Continuano a fronteggiarsi come due alpha che lottano per lo stesso branco, nessuno dei due vuole dimostrarsi inferiore anche se le contrastanti condizioni fra i due tradiscono questa affermazione mettendo in miglior luce Jackson.

<<Azzardati un'alt->> non distinguo la provenienza delle parole.

<<Adesso basta!>> azzardo urlando mentre mi sovrappongo fra i due sperando di non ricevere alcun pugno.

Entrambi indugiano nel rispondere giusto il tempo di riuscire ad essere bloccati, questa volta da più persone che riescono a contrastare il loro divincolamento vigoroso ed atletico.

<<State rovinando la festa a tutti solo per una stupida gara a chi ha più testosterone in corpo>> li rimprovero stufa ed estremamente nervosa.

<<Il bello è, che per farlo utilizzate il sesso femminile come un oggetto, come se fosse il premio in palio al termine del vostro fronteggiamento>> sorrido seccata per le loro errate e misogine convinzioni. 

<<Sono lieta di informarvi entrambi, presunti re della scacchiera, che in realtà siete stati entrambi solo due pedine e che io, presunto giocattolo di entrambi, ho fatto scacco matto>>

Nell'ascoltare il mio discorso, distolgono l'attenzione dalla sfida fra di loro aprendo veramente gli occhi verso la realtà che ho fatto presente, Foster era la mia pedina per far infuocare Jackson che tanto pensava di poter sopportare di vedermi con chiunque e Jackson la pedina che rendeva perfetto Foster per il mio piano.
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Dopo l'accaduto, la festa prosegue tranquilla nonostante non li vidi più in giro, forse proprio per questo è tranquilla.

Trascorsi metà della serata con Ella e Jennifer che mi chiesero spiegazioni in merito a quello che era successo e l'altra metà con Tyler con cui mi sono fatta le migliori risate fin quando non ha lasciato la festa.

Era qualche giorno che non ci sentivamo, ha voluto prendersi il suo tempo per metabolizzare ed io l'ho rispettato.
Sono felice sia tornato, è la persona meno tossica nella mia vita al momento.

Il mio umore non è esattamente dei migliori nonostante vorrei non fosse così ma essendo rimasta sola, non posso non ignorare il pizzico di angoscia che avverto.

Intravedo Nick stranamente da solo che si sposta con passo svelto così lo raggiungo prima che mi sfugga.

<<Nick>> lo richiamo nel trambusto facendomi notare.

<<Per un po' non ti ho visto in giro, volevo solo dirti che beh mi dispiace per le labbra, o i denti, o qualunq->>

Il suo iniziare a ridere mi fa smettere di parlare sentendomi presa in giro.

<<Tra te e Jackson non so chi faccia più schifo a chiedere scusa.
Vieni con me, la musica è troppo alta>> mi fa cenno verso la porta d'ingresso.

<<Ho sentito il tuo discorso finale sai?>>

<<Non fraintendere Nick, il mio era solo un meccanismo di difesa.
Odio essere presa in causa con quel tipo di considerazione>> dico una mezza verità non sapendo fino a che punto sappia di noi mentre camminiamo lungo i giardini bui che percorrono il retro della villa.

<<Arya, questa lite è scoppiata proprio perché Jackson non ti considera così.
So che sei consapevole dei trascorsi fra le due squadre lo scorso anno e so che probabilmente, hai intuito che fra loro le cose non andavano bene già da allora.
Quello che non sai è che oggi alla partita, dopo che siete usciti insieme dallo spogliatoio all'inizio dell'ultimo tempo, Aiden Foster ti ha puntato.
Pochi secondi prima del fischio d'inizio ha detto delle cose non molto carine su di te e vedendo come ha reagito Jackson, ha capito che eri importante per lui>> spiega con lo sguardo puntato verso la strada cercando di ricordare.

<<Ah si? E quali sarebbero queste cose poco carine?>> assottiglio gli occhi voltandomi verso di lui.

<<Farò entrare questa palla in quel canestro proprio come me stasera nelle sue gambe>> mi riporta testuali parole tra virgolette un po' imbarazzato dalla loro natura.

Lecco l'incavo del labbro nervosamente mentre passo una mano fra i capelli maledicendomi solo per averlo considerato.

<<Dove stai andando?>> chiede Nick mentre d'un tratto mi allontano decisa e assetata di vendetta.

<<Oh credimi meglio che non lo sai>>

Entro scattante nuovamente nell'edificio consapevole che avrebbe passato la notte in questa villa e che quindi, è ancora qui in giro.

Come pane per i miei denti ed oro per la mia vista, lo vedo apprestarsi a scendere le scale con un fazzoletto bagnato sul naso sanguinante.
Mi guardo intorno ed afferro due bicchieri colmi di alcool con cui mi avvicino a lui.
Non gli concedo neanche il tempo di concretizzare la mia figura a due passi da lui che glieli riverso addosso facendoli scorrere dai suoi capelli fino ai suoi piedi.

<<Sai, potrei dedicarti tutti gli insulti di questo mondo, ma la verità è che ti ho riversato questi cocktail addosso per coprire la fastidiosa puzza di farabutto che emani>>

Mi volto lasciandolo annegare nella vergogna e decido di lasciare la festa visto che il mio umore si è decisamente ridotto in cenere.
Poggiato alla porta con una birra, incrocio Jackson intento a godersi la scena con un ghigno nascosto sotto il suo sguardo duro ed il labbro leggermente spaccato che è l'unico segno che gli resta.

<<Dobbiamo parlare>> lo avviso passandogli davanti con tono duro e senza fermarmi così da farmi seguire fuori da lì.

Premedito che la discussione durerà parecchio tempo così decido di spostarci direttamente nel dormitorio e mettere a nudo tutte le nostre problematiche di cui sono stufa.
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Dentro agli specchi non solo il riflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora