Capitolo 32

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Jackson pov
<<Cosa? Sta scherzando spero>>

<<No, lei era stato già avvisato parecchie volte.
Mi dispiace ma, lei è espulso>> sentenzia il preside in maniera piuttosto odiabile.

<<Per quale motivo notate solo le azioni negative qui dentro?
Ho portato in alto la squadra di basket, ho fatto innumerevoli sforzi per dare tutti gli esami sempre in tempo ed ho raggiunto quasi sempre il massimo dei voti.
Perché queste cose non vengono poste dall'altro lato del bilanciere?>> faccio valere la mia opinione con qualche tono in voce più alto del dovuto.

Si alza dalla poltrona della sua scrivania posizionandosi difronte alla finestra.
Si prende del tempo per riflettere ed analizzare la mia tesi a modo.

<<Non voglio entrare nei meriti dell'accaduto perché non mi riguardano ed è comunque un atto ingiustificabile ma, scolasticamente parlando, ha ragione.
Pertanto la mia proposta sarà la medesima: ripeterà l'anno precedentemente completato.
O questo o l'espulsione a lei la scelta>>

Ho sudato tantissimo per arrivare fin qui.
Completare quell'anno insieme a tutti i miei altri impegni è stato enormemente difficoltoso oltre ad essermi costato parecchi sacrifici, ma se è l'unico modo per non far scomparire per sempre i miei obbiettivi, per quanto sia contrariato non mi resta che accettare.

<<Okay, va bene>>
                           ~~~~~~~~~~~~~

Entro nell'aula sotto gli occhi critici di tutti i presenti che curiosano su di me come a cercare una possibile motivazione ai miei atti "atroci".
Il fato vuole che proprio alla destra di Arya si cela un posto libero mentre alla sua sinistra c'è Tyler al quale lancio un'occhiataccia per non essere stato in grado di fermarla prima.

Porto una matita fra i denti e distratto scruto l'espressione di Arya per cercare di capire cosa passi in quel suo instancabile cervello, anche se è la sua migliore abilità nascondere i sentimenti più profondi.
La sua visuale è nervosamente posta verso la docente e non mi degna nemmeno di un piccolo sguardo con la coda dell'occhio.

Se solo potessi comprendere a pieno la mia prospettiva forse giustificheresti i miei mezzi, ma io ho paura di avvicinarmi troppo perché sono maldestro e tu già troppo in bilico sulle tue tragedie.

<<Professoressa potrebbe spiegarmi questo capitolo? Ho qualche dubbio a riguardo>> prende a parlare alzandosi ed avvicinandosi a lei.

Sono sicuro sia una scusa per allontanarsi da me.

Scorgo Tyler che era già intento a fissarmi quando si avvicina prendendo posto al banco di Arya momentaneamente vuoto.

<<Allora che è successo?>>

Sono distratto ad osservarla attentamente fin quando udendo le sue parole mi volto incredulo per cosa stanno sentendo le mie orecchie.

<<Scusami?>> gli rivolgo una misera parola allibito.

<<A stento lo uccidevi se non ti fermavo>> rammenta.

Mi schiarisco la voce tirandomi leggermente su dalla mia attuale posizione stiracchiata e comoda sulla sedia.

<<Primo, perché mi stai parlando?>> tengo il conto sulle dita.

<<Secondo, cosa ti fa credere che io debba darti delle spiegazioni?>> lo guardo malamente.

<<Terzo, non immischiarti più nei miei affari, io e te non siamo amici>> sollevo le sopracciglia.

<<Chiaro>> rotea gli occhi scocciato intento a tornare al suo posto.

<<Che ti ha detto Arya?>> domando senza riuscire a trattenere il quesito nella mia testa.

Si volta verso di me con espressione pensierosa e concentrata.

<<Com'è che avevi detto?
Ah si, io e te non siamo amici>>

Mi limito a mandagli uno sguardo sdegnato sopportando la sua presenza ai limiti del pazientamento.

Se prima non ti sopportavo ora ti odio.

<<Continua così e la perderai>> aggiunge prendendo le sue cose e lasciando l'aula insieme a tutti gli altri.

Rimaniamo nell'aula solo io e lei, intenta mettere al loro posto i libri nella borsa così colgo l'occasione per cercare di sbollentarla un po'.

<<Qualcosa mi dice che dovrai sopportarmi anche durante le lezioni adesso>>

<<Hai finito?>> risponde ovviamente seccata.

<<Di?>> aggrotto le sopracciglia incrociando le braccia al petto.

<<Sai perfettamente che con me non attacca la strategia del cambiare discorso.
Se c'è qualcosa che puoi fare quella è smettere di nascondermi le cose, ancora una volta>>
Afferra la sua borsa e lascia l'aula indaffarata.

Non si rivolge a me con tono arrabbiato, piuttosto abituato e rassegnato come ad aspettare solamente che io capisca e me ne renda conto.

Nervosamente prelevo una sigaretta dal pacchetto e dirigendomi verso la finestra, la accendo non curandomi di essere visto.
~~~~~~~~~~~~~

<<Sai vero che è un miracolo che non ti abbiano tolto dalla squadra?>> mi ammonisce Aron considerandomi fortunato.

Infilo la mia maglietta e la tiro giù, ripongo la divisa della squadra nel borsone e mi disseto con un sorso d'acqua stanco dagli allenamenti appena terminati.

<<Avete intenzione di parlare di questo per tutto il giorno?>> sbruffo scocciato.

Ho perso un anno di college ed esami annessi nel giro di un'ora, questa dovrebbe essere fortuna?

<<Ok avete fatto stressare anche me con questi discorsi sui diritti ed i doveri.
Nuovo argomento: stasera Lux, alcool, belle ragazze e soprattutto nessun senso di responsabilità>> ribalta il peso dell'argomento Nick con le sue perle.

Devo ammettere che è una buona idea, staccare la spina è esattamente ciò di cui ho bisogno anche se già so che questo mi costerà un'esibizione di Arya ed un'annessa gelosia irrefrenabile.

<<Le ragazze già lo sanno?>> chiedo essendo a conoscenza delle difficoltà anche delle altre.

<<Ne parlavo con Ella stamattina, probabilmente glielo avrà già detto ed adesso tutte e tre staranno provando le loro coreografie come hanno sempre fatto alle nostre spalle>> sperpera tutto d'un fiato.

<<Cosa?>> intervengo cercando di capire se stesse dando i numeri.

<<Che hai detto?>> sbotta in contemporanea a me Aron.

<<Si, quei balletti che fanno ogni giovedì>> chiarisce in difficoltà spaventato dalle nostre facce.

Spalanco gli occhi udendo le sue parole e rendendomi conto del disastro che ne discernerà.

Aron scaglia la borraccia che aveva fra le mani sul pavimento con palese delusione ed ira dentro di sé.
Biascica qualcosa di incomprensibile fra i denti serrati e va via.

<<Ma sei idiota?>> rimprovero Nick spingendolo una volta rimasti da soli.

<<Ah ora sono io lo schizzato? Scusa se sono l'unico qui che vive una relazione normale senza giochi perversi o personalità nascoste>> sbotta incredulo mentre con l'indice indica nel primo riferimento me e nel secondo la porta dalla quale è uscito Aron.

Ha ragione, lo so.
È l'ultima persona qui in mezzo sulla quale avrei puntato eppure è l'unico che ne è uscito senza mezze misure.

Ci dirigiamo verso il dormitorio e dopo aver cenato e fatto una doccia, io e Nick iniziamo a prepararci per la serata mentre di Aron neanche l'ombra da questo pomeriggio.

<<Io vado, devo fare una cosa prima di venire al Lux>> lo informo prima di infilarmi la giacca ed uscire dalla stanza.
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Dentro agli specchi non solo il riflessoWhere stories live. Discover now