Capitolo 15

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                                     In foto: Tyler

Io e Jennifer ci scontriamo andando ad avere un contatto ravvicinato con il pavimento.

<<Non ce la faccio più>> afferma scoraggiata.

<<Ma come gli salta in mente di aggiungere una nuova coreografia il giorno prima?>> sbotta Ella.

<<Siamo solo stanche, secondo me dovremmo dormire se non vogliamo che George ci spiattelli un intero cerone in faccia domani>> commento asciugandomi la fronte.

Le gambe ci tremano così tanto da compromettere la nostra stabilità perciò dopo averci riflettuto attentamente, seguiamo il mio consiglio tentando di chiudere occhio recuperando l'irrecuperabile.

Ebbene sì, sono le 2 di notte e Bonnie, Sugar e Lolly Pop hanno il cervello in tilt cercando da ore di memorizzare le nuove coreografie pensate da George che crede che con un pulsante entreranno senza fatica nella nostra mente.
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Nonostante i dolori muscolari che già mi trascino dietro, stamani, mi ritrovo ancora una volta a correre per raggiungere l'aula di economia dove, come se le cose non fossero già abbastanza complicante, mi aspetta un'interrogazione di cui non ho buone aspettative.

<<Buongiorno>> spalanco la porta con una manciata di libri fra le mani che per la fretta non sono riuscita a sistemare in borsa.

<<Devo ammetterlo, pensavo non sarebbe venuta oggi per via dell'interrogazione>> mi confida il prof.

<<Immagino allora a mia sorpresa che si sia preparata>>

Ho sempre odiato le materie scientifiche.
Annuisco semplicemente con il capo trovandomi impossibilitata a parlare, ho la penna fra i denti e le mani occupate a sistemare il disordine in fretta e furia.
Inizio a cercare il libro di economia per aiutarmi da esso ma, non tardai nel dedurre che ovviamente il libro era ovunque tranne che dove doveva essere, con me.

Nel frattempo la persona seduta al banchetto anteriore al mio, attacca furtivamente con un pezzetto di scotch, un foglietto sul suo schienale nel quale era riportato uno schema che, dopo averlo squadrato per qualche secondo, capisco riporti i concetti fondamentali dell'interrogazione che avrei dovuto affrontare.

Mi hai salvato la vita, ancora.

<<Prego>> mi esordisce ad iniziare il docente impaziente di sentirmi esporre malamente il capitolo così che potesse rimangiarsi la sua precedente supposizione positiva.

<<E così concludo, non credo ci sia altro da dire>> chiedo conferma negli occhi del prof che annuisce piacevolmente compiaciuto.

Ovviamente grazie a quello schema, me la sono cavata piuttosto bene ed a confermarlo è l'espressione mista tra perplessa e stupita da parte di chi deve valutarmi, il quale non può fare altro che mettermi un voto positivo, probabilmente l'unico mai preso in vita mia in questa materia.

Un sospiro di sollievo mi pervade al suono della campanella e mi permette di rilassare finalmente le spalle.
Sospiro liberamente per qualche secondo, le ultime ventiquattro ore sono state parecchio ardue.

Mi alzo dalla sedia andandomi a sedere sul banchetto del mio salvatore per la seconda volta.

<<Qualunque cosa tu->> inizio a dirgli.

<<Si lo so eri preparata, anche questa volta>>
Mi interrompe presupponendo le mie parole giocherellando con la penna fra i denti.

<<In realtà ti stavo cercando di dire che mi hai salvato la vita quindi, qualunque cosa tu desideri>> allargo le braccia in segno di disponibilità.

Dentro agli specchi non solo il riflessoWhere stories live. Discover now