Capitolo 53

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Arya pov

Quello che provo è inspiegabile quasi quanto quello che ho appena visto.
Sono nauseata, in tutti i sensi possibili.
Avverto una morsa allo stomaco difficilmente ignorabile, la sensazione mi ricorda come se dovessi vomitare e probabilmente è proprio così, vorrei vomitare tutti i sentimenti che ho investito su di lui.

Cosa mi è saltato in testa?

Non poteva esserci qualcosa fra noi è sempre stato chiaro.

Perché dannazione ho voluto sfidare il fato?

Non ho intenzione di versare le lacrime che mi stanno implorando di spargersi fra i solchi della mia espressione amareggiata e schifata così, volto il capo verso i finestrini sporchi di questo bus che, per ironia della sorte, iniziano ad essere attraversati dalle lacrime del cielo che inizia a piangere al posto mio.

Da qui dentro, a questa velocità, i paesaggi esterni sembrano essere così sfuggenti.
Li guardi ed un secondo dopo sono già spariti, seppelliti dietro a milioni di nuovi e in questi casi, non puoi fare altro che pensare a quanto ancora ti era rimasto da guardare ma il punto è che ormai ti devi accontentare di cosa sei riuscito a vedere.
Proprio come fra di noi.

Scendo alla mia fermata a pochi passi da quella che ora dovrebbe essere la mia "casa" ma tutti i posti che ho chiamato così non hanno mai portato a nulla di buono, forse dovrei andarmene.

Percorro la strada sotto la pioggia che fra un tuono ed un altro, tende ad intensificarsi sempre di più tanto da rendermi completamente zuppa.

Hai visto papà ho scatenato una temporale, ci avevi visto lungo.
Probabilmente saresti stato lo stesso che mi avrebbe detto che Jackson non è un bravo ragazzo e non merita il mio cuore e sarebbe stato divertente sai, se non avessi avuto ragione. 

Arrivo ai gradini che precedono l'entrata ma un ostacolo mi impedisce di oltrepassarli.
Lui.

<<Arya, non è come può sembrare te lo giuro>> seduto sull'ultimo gradino solleva il capo guardandomi dritto negli occhi.

Ha i vestiti completamente fradici ed i ciuffi dei suoi capelli disperdono numerose goccioline che cadono lungo il suo viso percorrendolo.
Deduco che è qui da molto, avrà corso come un pazzo sotto la pioggia con quella stupida moto.

<<Jackson>> gli rivolgo un sorriso nel quale impiego uno sforzo a dir poco enorme.

<<Evitiamo i convenevoli ok?>> lo oltrepasso infilando le chiavi nella serratura.

<<Non c'è alcun convenevole in ciò che ti sto dicendo>> sibilla intento a starmi dietro mentre mi dirigo verso la cucina.

Ho bisogno di fare qualcosa, non riesco a guardarlo negli occhi, non sopporto che lui lo faccia e la cosa che odio di più è che non riesco a fingere che vada tutto bene.

<<Ascolta, ho frainteso io non c'è nulla da giustificare>> verso dell'acqua fresca nel bicchiere.

<<Sul serio? Troppo facile>> ammette stupito.

Già perché entrambi intendiamo due cose diverse.

Sollevato si sfila la maglietta ed inizia a tamponare le gocce d'acqua sul suo corpo tonico ed invitante tanto quanto il mio piatto preferito.

Probabilmente perché lo è.

<<Quindi è tutto okay?>> si avvicina a me a braccia aperte.

Poso il bicchiere sulla mensola della cucina e deglutisco a fatica con le palpebre quasi spalancate.

Che diavolo stai facendo stai al tuo posto ti prego.

Dentro agli specchi non solo il riflessoWhere stories live. Discover now