Capitolo 18

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Nonostante l'inizio lasciasse a desiderare, la serata è terminata piacevolmente infatti, durante il ritorno, passeggiando verso i dormitori, io e Tyler abbiamo scambiato molte chiacchiere permettendoci di conoscerci meglio.
Non ho potuto non far caso a quanto sia colto, educato ed a modo e sono sicura che sia merito della splendida famiglia che mi ha raccontato di avere, è una cosa che gli invidio molto.
Quando mi soffermo a pensare a questo mi chiedo molto spesso se io stia rendendo fiera mia madre come vorrebbe, se Trasy fosse stata migliore di me o se io lo fossi stata con loro al mio fianco a guidarmi, ma queste sono domande alle quali non avrò mai risposta.

Sto quasi per addormentarmi ma sobbalzo per la suoneria del mio cellulare che inizia a squillare al massimo del volume.
Nick?

Sono quasi le quattro di notte o forse sarebbe più corretto dire "del mattino", e non posso fare a meno di chiedermi cosa voglia a quest'ora, quindi nonostante non sia del tutto sveglia e sia terribilmente stanca, rispondo comunque.

<<Ti rendi conto di che ore sono?>>

<<Ary so che è tardi e mi dispiace, non ti chiamerei se non fosse importante, puoi raggiungermi per favore? Sono al parco dietro il dormitorio maschile, si tratta di Jackson>>

<<Arrivo>>

Riaggancio all'instante ricordando le condizioni in cui era già solo a metà serata.
Presa dallo spavento, infilo solamente le sneakers tenendo addosso l'abbigliamento con il quale sarei dovuta andare a dormire, una canottiera ed uno shorts sportivo.

Mentre scendo giù per le scale, lego approssimativamente i capelli in una coda ed infilo la felpa oversize della scuola rivelatasi comunque troppo corta per coprire ciò che non coprivano gli shorts, ma per lo meno mi permetterà di ripararmi dalla brina notturna. 
                            ~~~~~~~~~~~~

<<Ho cercato di fare il pr->>

<<Ma cosa diavolo non riesci a capire del fatto che normalmente la gente non esce vestita così?>>

Jackson mi interrompe e basta il suo tono di voce altalenante a farmi capire che è davvero al limite dell'ubriachezza.
È accasciato a terra con la testa china e con Nick al suo fianco visibilmente disperato e stanco.

<<Ma non riuscite ad imporvi dei limiti?>> li rimprovero a mia volta disgustata vista la situazione che mi ritrovo davanti.

<<Non ha 12 anni, ognuno di noi è responsabile per se stesso, non sono mica stato con lui tutta la sera>>

Lì per lì me la prendo con Nick ma effettivamente le sue parole sono più che giuste, se qualcuno ha delle colpe quello non è di certo lui.

<Beh tanto ormai è andata>> dico più a me stessa che a lui.

<<Visto il tuo splendido discorso allora, esattamente perché mi hai chiamata?>> chiedo.

<<Okay ehm>> pronuncia queste parole con fare impacciato e balbettando.

Inizia a grattarsi la nuca ed a guardarsi intorno nervosamente e già questo mi fa capire che probabilmente vuole che me la sbrighi io.

Non so per quale insulso motivo creda possa accadere una cosa del genere.

<<In pratic->>

Dentro agli specchi non solo il riflessoWhere stories live. Discover now