Capitolo 58

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Arya pov
Qui a Boston, è tradizione presentarsi ai gala con sfarzose auto di lusso che facciano visivamente le veci del potere che si possiede, è una regola non scritta che ho imparato in questo anno.

<<Ammetto che come desiderio prima dì morire fare un giro su una Lamborghini non è affatto male>> ironizzo ipnotizzata dalle mani variopinte dì inchiostro dì Jackson sul lussuoso volante che però non riesce a mettere in penombra lui, maledettamente perfetto e dì classe.
Emana un profumo così seducente che potrei svenire per quanto sa di uomo con la u maiuscola.

Farei volentieri anche un giro su dì te senza dispiacermi.

Nonostante ciò, è giusto ammettere che persino Dave questa notte è davvero un gran bel candidato, non che solitamente sia un brutto ragazzo.
Entrambi indossano uno smoking nero satinato che calza a pennello sui loro fisici massicci ed asciutti, hanno fissato per bene i loro capelli con del gel e portano ai polsi gli stessi gemelli, probabilmente saranno un cimelio dì famiglia.
Una delle poche differenze tangibili riguarda il fatto che Dave porta un papillon mentre Jackson una cravatta che tende a cercare di allentare continuamente, come suo solito l'avrà frettolosamente strinta troppo o forse cerca semplicemente dì snodare inutilmente il suo nodo in gola.

Questa volta non entriamo dall'entrata sottostante del centro commerciale che è riservata a tutti i collegiali e quindi più controllata, bensì parcheggiamo davanti all'ingresso dell'immensa torre in stile barocco che sorge su dì esso, l'entrata dell'elite della festa.

La portiera automatica si solleva e scorgo la mano di Jackson che mi accoglie con il palmo della mano disteso verso l'alto invitandomi elegantemente a scendere.

Poso la mia mano sulla sua gelida sussultando per il contrasto creatosi con la mia pelle bollente e sorrido una volta incontrato il suo sguardo.

Questa sera c'è un'aria magica.

<<È il momento che vada>> ci avvisa Dave intenzionato a dirigersi verso l'ingresso sotterraneo che porta alla camera di controllo della video sorveglianza.

<<Non appena le videocamere saranno disattivate riceverete una notifica sui vostri cellulari come stabilito>> annuiamo con risolutezza e attenzione.

<<Buona fortuna fratello, guardati le spalle>> Lo raccomanda Jackson con tono estremamente perentorio che non ammette repliche.

Fratello.
Il legame che c'è fra loro li lega più del sangue.

Si scambiano un abbraccio degno dì un importante carica dì adrenalina ed un'ultima pacca sulla spalla prima dì dividere le loro strade tortuose da ricostruire a partire da ora.

Attraversiamo il viale che conduce all'ingresso facendo capolino fra individui in cui ci mischiamo facendoli passare dai nostri peggiori nemici ai nostri migliori alleati.

Forze dell'ordine, azionisti, impresari e giudici d'onore rifugiati nei loro costumi sfarzosi d'alta società e buone maniere che mascherano il loro animo effimero e putrido, arrampicatori sociali che pur dì scalare la vetta si sorreggono con le loro suole macchiate dì sangue e peccati, sulle teste altrui.

La voglia dì ricreare lo stesso scenario che si impossessò dì casa mia quel giorno è irrefrenabile.
È anche colpa loro.
Di tutti loro.
Volutamente cechi davanti alle richiesta d'aiuto e sordi davanti alle urla disperate di chi confida nella giurisdizione e nella meritocrazia.

Soffoco il mio desiderio mostrando un tono composto.
Lotto con il culmine della mia sopportazione per mascherare la mia espressione disgustata.

<<Guarda me, non loro>> intreccia le mie dita fra le sue.
È l'unico al mondo in grado dì arrestare con il suo tocco l'uragano che giace in me.

Sono sicura che anche tu provi quello che provo io.

Stringo la sua presa già ben salda.

Ho perso il conto di quante volte ho visto questo corridoio mentre ripassavamo il piano eppure mi rendo conto che, la sua maestosità non ha mai reso l'idea.
Colonne doriche, mura variopinte da peculiari affreschi dì colore dorato e pregiati tappeti rossi ai nostri piedi, tutto troppo bello per essere macchiato dall'avidità.

Nord est in alto a sinistra.
È la prima videocamera.
Si trova al termine del corridoio.
La sua posizione rimbomba all'occorrenza nella mia testa ormai in maniera automatica.

<<Cazzo, non ho campo>> digrigna i denti Jackson stringendo un po' troppo il cellulare nella mano.

<<Nemmeno io>> gli rimando uno guardo preoccupata.

Ho un'idea.

Mi dirigo verso un uomo che da un po' tengo sotto osservazione, non mi toglie gli occhi dì dosso da quando sono entrata ma da essi, leggo sia solo un interesse carnale il suo, è innocuo.

<<Mi dispiace disturbarla, purtroppo il mio telefono non ha campo potrei fare una telefonata veloce con il suo?>> domando con fare convincente cercando dì ipnotizzarlo con una certa cadenza seducente nel mio tono.

Afferra lo smartphone dalla tasca del suo elegante completo e dopo averlo sbloccato il suo sguardo si fa perplesso.

<<Sono desolato signorina stranamente non ho alcun segnale neanche io>>

Senza pensarci un secondo rivolgo nuovamente la mia attenzione verso Jackson rimasto al suo posto, pone la sua attenzione sulle mie mosse, oserei dire abbia sentito la conversazione.

<<Non c'è->>

<<Si..>> prende un respiro.

<<Ho sentito>> tronca.

<<Sono sicuro lo abbia fatto apposta, uno dei suoi stupidi giochetti da colpo dì scena.
Era prevedibile>> sorride disgustato.

Mi guardo attorno e continuo a vedere la gente proseguire, se rimaniamo qui desteremo sospetti.

Afferra la mia mano e mi porta con sè sino a raggiungere la parete che precede leggermente la videocamera.

Non possiamo oltrepassarla, la luce verde indica che sono operative.
L'unico modo è controllare quando l'illuminazione si spegnerà per quel secondo.
Senza la notifica, è la nostra unica soluzione.

Getto le mie braccia attorno al suo collo appena noto l'ennesimo contrattempo dietro dì lui.
<< Non girarti, ore tredici c'è una guardia>> lo avverto simulando con destrezza un'espressione divertita nascondendo il mio viso dietro alla sua sagoma.

Il silenzio si fa pesante per qualche secondo, entrambi cerchiamo una scappatoia efficace.
Pensa Arya, pensa.

<<Baciami>> ordina improvvisamente senza ammettere obiezioni.

<<Che?>>

<<Dobbiamo prendere tempo fin quando la luce sarà disattivata, questo è l'unico modo per far sì che non sembriamo sospetti, non si avvicinerà>> chiarisce sorridendo ed accarezzandomi il volto come un premuroso ed innocuo fidanzato innamorato.

Porgo un ultimo sguardo nei confronti dell'uomo in divisa che sembra sempre più deciso a raggiungere noi, fermi fra gli invitati in movimento.

Senza esitare oltre, ricongiungo le nostre labbra simulando un trasporto che l'agitazione del momento non mi permette di avere ma a Jackson questo non passa inosservato, come ogni cosa sotto la sua accurata analisi.

Posa una mia mano sul mio fianco accarezzandolo dolcemente, questa volta il suo tocco è bollente, caldo al punto da travolgermi e rilassarmi.

<<Solo io e te Lolly pop>> sussurra lentamente al mio orecchio quasi sfiorando il lobo.

La sua voce paradisiaca mi regala immediatamente la tranquillità di cui avevo bisogno al punto da rendere questo bacio molto più di una simulazione.
Un momento nostro.
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Dentro agli specchi non solo il riflessoWhere stories live. Discover now