Capitolo 9

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Jackson pov
<<Ma quanto diavolo ci mettono?>> mi lamento.
Non so più da quanto stiamo aspettando, ma è legale tutto ciò?

<<Ma dai, credevi sul serio sarebbero arrivate in orario?>> mi riprende Aron come se qui il pazzo fossi io beccandosi un'occhiataccia paralizzante.

<<In tal caso sei davvero un illuso>> continua Nick prendendosi gioco dei miei pensieri.

Sbruffo incredulo per quel che sento mentre lascio uscire l'ennesima nube di fumo dalle labbra.
Finalmente quando abbasso il capo, tre sagome si fanno largo fra la nebbia che questa sera circonda Boston.
Dopo qualche minuto, riesco ad intravederne più chiaramente i corpi arrivare da lontano ma sbatto per qualche secondo le palpebre perché ormai mi sembra più plausibile siano solo una mia visione data dall' esasperazione.

Vedo che sono in tre si, ma ne osservo solo una, cammina con passo deciso verso di noi mentre controlla qualcosa nella sua borsetta, non ha nulla di meno di quelle modelle mozzafiato che passano in televisione, forse è anche meglio di loro.

Tra le tante parole concepite dalla mia testa, non ne pronuncio neanche una, nonostante il mio sguardo sia inesorabilmente pietrificato sulla sua figura, al contrario di lei.
Alle mie mancate parole rimedia ovviamente Nick con i suoi apprezzamenti scontati, prima o poi gli farò chiudere quella fottuta boccaccia.
Per niente scontata è invece la reazione di Arya che lo bacia sulla guancia, per poco riesco a trattenermi dalle mie solite brutte reazioni poichè riconosco che in questo momento non ne ho il diritto o forse non ce l'ho più in generale da tempo.

<<Entriamo?!>> chiedo alquanto seccato volendo fuggire il prima possibile da questa situazione.

<<Wow sono colpita, questa sera hai cambiato tattica ora parli pure oltre a sputare veleno>> il suo tono è paradossalmente provocatorio.

Oh no, non provarci neanche con me, forse hai dimenticato chi sono.

Mi avvicino bruscamente al suo viso puntandole il dito contro ormai stufo del suo carattere altezzoso.

<<Tu->> le punto il dito contro.

In un piccolo frangente, i nostri sguardi si agganciano, come se fosse una lotta fra predatori, ci sfidiamo a chi lo abbassa per primo e no, nessuno dei due ha la minima intenzione di dimostrarsi debole.

L'intromissione di Ella, interrompe forzatamente la tensione che era nata e la trascina impazientemente contro la sua volontà nel Lux dove i miei occhi subiscono l'ennesima tortura.

Quei due ballano appiccicati come delle fottute sanguisughe.

Jackson ecco a te la festa peggiore della tua vita.

Ho una voglia matta di evadere da tutto ciò, così decido di abbandonarmi su uno sgabello del piano bar ed ingerire anche il barista.
Voglio sentire l'amaro in gola, provare un bruciore che mi distrae dalla frustrante sensazione che mi provoca questa scena.
Odio vedere come prova a farmi sentire ormai insignificante come uno scarafaggio per lei, forse perché ci riesce davvero bene.

Una voce proveniente da un altoparlante manda la folla in delirio, non capisco cosa dice distratto da altro, ma subito dopo ricomincia il suo stupido monologo.

<<Allora sappiate che la vera festa deve ancora iniziare!>>

Le urla che si scatenano mi danno la sensazione di stare in mezzo ad una mandria di bestie inferocite anche se probabilmente, l'unico inferocito qui dentro sono io.

Con il frastuono che si crea, perdo di vista sia Nick che Arya e questo non fa altro che alimentare la mia ira che inesorabilmente decido di soffocare in un altro bicchiere di Jack Daniel's.

Ad un tratto, i miei occhi prima fugaci tra la gente, vengono costretti a direzionarsi verso un preciso punto della sala, l'unico rimasto illuminato dalle luci.
Quella voce di prima riprende a vociferare presentando una ad una delle ragazze sul palco che a loro volta si fanno conoscere "a modo loro".
Sono l'unico in quel locale che non è ipnotizzato dal palco scenico, anzi l'unica cosa che mi ricorda di esso è quella voce che ogni tanto si rifà presente.

"Bonnie" "Sugar" "Roxy" "Honey" risuonano uno dopo l'altro con un distacco di circa 5 minuti fra loro.
Immagino siano nomi inventati visto ch-

<<Lolly pop>>
...

Solitamente, qui si dice "il mio cuore perse un battito" ma in verità, il mio ne acquisisce anche troppi per quel che è un secondo non so se dettato dalla rabbia, dal fatto che fossi scioccato o dal fatto che quel nome fin ora lo avevo pronunciato sempre e solo io.

Ti prego dimmi che non è quello che penso.

Sollevo lo sguardo spinto dalla voglia di rimangiarmi ogni mio stupido pensiero e constatare che è solo un'insulsa coincidenza, però lei è lì con indosso una maschera nera che nasconde il suo aspetto ma non a me, non può bastare una maschera, e sono sicuro che lei lo sa bene ma per sicurezza ha deciso di farsi chiamare Lolly Pop e che nessuno mi venga a dire non sia fatto apposta, perché sapeva chiaramente che avrei capito fosse lei nel momento in cui l'ha scelto.

Cosa diavolo ti dice il cervello?
Non posso fare altro che chiedermi.

Indossa una giacca da uomo che le calza abbastanza larga da coprire ciò che va coperto, peccato però sia chiusa da un solo bottone che fa intravedere chiaramente che sotto porta solo delle calze a rete con niente di abbastanza coprente sul seno.

La musica parte dandole il via ed inizia ad avvicinarsi con passo lento e maledettamente sensuale al bordo della pista mentre con la mano sfila la matita che precedentemente teneva raccolti i suoi impetuosi capelli lasciandoli scivolare ribelli sulle sue spalle.

Inizia ad ondeggiare con i fianchi sicura ed esperta ipnotizzando tutti all'istante, me medesimo e non è una bella cosa considerando che nella mia testa è rimasta ancora una bambina.

Si volta di spalle e con le mani percorre tutto il suo corpo rendendolo così allettante che il mio sguardo si ritrova desideroso e schiavo di ogni centimetro che sfiora, vorrei maledire me stesso.

Mentre innalza le braccia, la giacca a sua volta si solleva leggermente mettendo in bella vista piccola parte dei suoi glutei, la scena mi fa deglutire per la mancata salivazione.
Si rigira verso il pubblico con uno scatto di bacino regalando un sorriso malizioso alla folla quando sono sicuro mi abbia intravisto e mandato un bacio volante e provocatorio.
Sarebbe nel suo stile, non mi stupirebbe.
Dopo di ciò inizia ad indietreggiare, per poi voltarsi ed andare via lasciando che la lussuria continuasse a scorrere nelle mie vene ancora famelico di tastare con mano quell'antipasto.

"O mio Dio.." riesce appena a sussurrare un'idiota di fianco a me letteralmente inerme <<e questa chi diavolo è?>>

<<Datti una regolata viscido, ti sta scivolando la bava>> non posso fare a meno di lanciargli un'occhiata micidiale visti e considerati quelli che potevano essere i suoi schifosi pensieri.

Come se io non li avessi fatti.

Questo mi bastò per riportarmi sulla terra, tutti lì dentro hanno visto quello che ho visto io, non ero da solo.
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Dentro agli specchi non solo il riflessoWhere stories live. Discover now