Capitolo 20

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Arya pov
<<È evidente che anche tu hai i tuoi demoni ed io non so cosa tu abbia potuto affrontare in questi anni anzi, non so davvero niente, neanche ciò che dovrei.
Quando lo vorrai, potremmo iniziare ad aprirci un po' di più l'uno con l'altro e scoprire le nostre carte girate>>

Ma che sto facendo?
Il mio giudicare senza sapere niente qualcuno che è sempre stato l'unico perno a cui aggrapparmi in una vita così burrascosa è comunque sbagliato.
Nei suoi occhi oggi per la prima volta ho letto una paura paralizzante, la stessa paura che era nei miei quando persi la mia famiglia, e l'unica persona in grado di percepirla e comprenderla è la stessa che sto condannando senza conoscerne pienamente il crimine.

La sua risposta silenziosa mi scalda il cuore, le sue braccia mi avvolgono con una stretta bisognosa e grata, come se fossi l'antidoto ad ogni male.
Non ci scambiamo alcuna parola eppure ci stiamo dicendo così tanto, probabilmente se aprissimo bocca rovineremmo tutto come nostro solito.

<<Ti lascio preparare>>
Si dirige verso il comodino, dove ha lasciato il portafogli e le chiavi della sua stanza.

<<Ci vediamo a biologia?>> chiedo.

<<Oggi salto, ho un impegno con Nick>>

<<Dove?>> la curiosità prende parola al posto mio.

<<Gli ho promesso che per farmi perdonare per lo scorso "inconveniente" sarei andato con lui all'autolavaggio, ieri sera credo sia caduto qualche strano miscuglio lì dentro.
Possiamo fare qualcosa dopo, sempre se non vuoi venire a lavare l'auto di Nick anche tu>> mi schernisce sbirciando con la coda dell'occhio nella mia direzione.

Scuoto la testa, non esiste mi prenda cura di un'auto fino a questo punto.

<<Okay comunque>> rispondo poi al suo invito precedente.

Annuisce, si avvicina al mio viso e sbianco per qualche secondo pensando avesse le peggiori intenzioni, quando mi lascia un dolce bacio sulla fronte prima di dileguarsi nel corridoio senza proferire parola.
Nel momento in cui i miei occhi non scorgono più la sua figura insorge un piccolo vuoto dentro di me che percepisco e scaccio via.

Ormai sola, vado a farmi una doccia poichè vista l'ora a breve dovrei recarmi a lezione e non credo sia una buona idea andare romanzando odore di vodka fiutabile a chilometri.

Nel contempo in cui roteo il pomello per far scorrere l'acqua, i miei grattacapi si innescano così da ritrovarmi sommersa da acqua e riflessioni.
Inizio ad agitarmi quando ripercorro quello che successe ieri, le sue labbra morbide, soffici e carnose che adescano le mie per quanto sbagliato, estremamente desiderose.
I pensieri si intensificano così tanto da farmele percepire ancora adesso su di me tanto da percorrerle con il pollice, tutti i baci dati fin ora sono tramutati in niente.

"Tu mi fai diventare matto, ed ora lo sai"

Non riesco a non negare il fatto che quel bacio e questa frase, pronunciata da lui e la sua voce roca e perforante nella mia testa, mi si siano insidiati fin dentro lo stomaco come delle radici.
Non capisco più con che occhi lo guardo e con quali invece mi guarda lui, i molteplici punti interrogativi che affiorano mi fanno affogare fra le domande che mi pongo.
Sono in balia di un terremoto dove le certezze costruite con il tempo, piovono traballanti ed insicure su di me.
Tutto questo è maledettamente sbagliato.

L'unica cosa che so di per certo, è quanto lui fosse enormemente ubriaco e, probabilmente, non avrà dato il minimo peso a quel suo gesto e quelle sue parole che a me hanno scombussolato ogni certezza.
La cosa migliore da fare credo sia aspettare, se se ne ricorderà me ne parlerà, d'altronde, se non lo farà vorrà dire che non era poi così rilevante per lui e che io sto solo costruendo un grandissimo castello di sabbia.

Dentro agli specchi non solo il riflessoOnde histórias criam vida. Descubra agora