Capitolo 36

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Le nostre labbra continuano a mescolarsi mai sazie ed i nostri respiri iniziano a trasformarsi in affanni, in desiderio.
Bussano alla porta ma non gli concedo eccessiva retta finché udendolo per la seconda volta, ruoto il capo verso essa dedicandogli la mia attenzione. 

Jackson riporta il mio viso verso lui attraverso una leggera pressione dell'indice sulla mia mascella così da orientare i miei occhi nuovamente su di lui e dimenticarmi di tutto il resto.
Inizia a darmi piccoli e umidi baci iniziando dal lobo sino a scendere lentamente e famelico della mia carne, nel mentre percorre con la mano la mia coscia addentrandosi verso il suo interno.

<<Dove credevi di andare?>> sussurra sul lembo del mio orecchio mentre mi guarda con un sorriso mozzafiato e mi percorre il labbro inferiore con il pollice della mano opposta.

Ricambio il suo sorriso impavida e lo spintono verso il letto il giusto da farlo sedere su di esso e permettermi di posizionarmi sul suo corpo scultoreo e marchiato di inchiostro e cicatrici.

<<Su di te>> affermo slacciando la cintura dei suoi pantaloni e sbottonandoli continuando a mantenere il suo sguardo.

In risposta, porta le braccia dietro il capo accentuando i suoi bicipiti e scuote la testa sorridendo e portando gli occhi al cielo estasiato.

Bussano dinuovo.

<<Arya, ci sei? Sono zia Daiane mi hanno detto che questo è il tuo appartamento! Ci sei?? Mi apri??>> ascolto non credendo alle mie orecchie.

<<O merda>> sobbalzo a malincuore svelta ed inizio rapidamente a camminare intorno al letto non sapendo come comportarmi.

<<Cazzo!>> tira velocemente su i suoi pantaloni per sistemarsi il più velocemente possibile essendo al corrente di chi è appena arrivata e del casino che potrebbe crearsi.

Mia zia impazzirebbe già solo nel sapere che io e Jackson ci siamo reincontrati figuriamoci nel vederci a letto insieme.
Smuoverebbe l'impossibile pur di separarci essendo consapevole che insieme faciliteremmo il lavoro a Tom permettendogli di prendere due piccioni con una fava.

<<Che faccio? Quella non mi sopporta>>
Mi guardo intorno cercando di elaborare qualche idea ma non riesco a escogitare qualcosa di particolarmente strategico.

<<Stai qui ok? Resta in camera non ti muovere e soprattutto, non fare rumore!>> gli ordino autoritaria a bassa voce chiudendo la porta.

<<Tesoro mio!!>>
Non appena incombo nella sua figura, mi abbraccia calorosamente soffocandomi con la sua stretta premurosa.

<<Da quando non ci sei quella casa sembra così grande, come ti trovi qui? E che bella sistemazione!!>> inizia a guardarsi intorno intenta a girovagare.

<<Per-Perché non ci sediamo?>> la accompagno verso il tavolo in maniera piuttosto convincente.

<<Ti va della cioccolata calda?>> gliela offro consapevole sia una delle bevande che condividevamo spesso alla sera durante l'inverno e che non avrebbe potuto rifiutare.

Annuisce senza pensarci due volte così inizio a scaldare il latte nel piccolo pentolino.

<<Sei sempre più splendida, assomigli sempre di più a tua madre>>

Un brivido glaciale mi percorre le interiora congelandomi per qualche secondo tanto da non farmi rendere conto di aver afferrato l'arnese bollente con la mano.
A volte dimentico lei sia l'unica persona rimasta al mio fianco che la conosceva, sentirmi parlare di lei da qualcuno è una cosa che non mi capita mai.

Dentro agli specchi non solo il riflessoWhere stories live. Discover now