Capitolo 69

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Pov T/n
Passarono due mesi dalla morte di Stefan, e da quando tenevo il mio giocattolo personale, per quando fosse divertente torturarlo, e sentire le sue urla di dolore in questi due mesi, cominciai ad annoiarmi.

I giorni scorrevano lentamente ed erano tutti uguali, prima di entrare nella stanza a torturare il mio giocattolo, andavo davanti alla tomba di mio fratello, per quando fossi forte non ero riuscita a salvarlo, e quando la mia mente mi riporta al mio fallimento, qualcosa si distrugge.

Tengo Thomas con lo solo scopo di farlo soffrire come sto soffrendo io.

Dopo che torturo il mio giocattolo sia fisicamente che mentalmente, mi ritrovo tra le braccia di Jeff.

Il mio cuore nonostante l'odio che aveva nei suoi confronti mi riporta a lui, la mia mente per quando contorta possa essere mi riporta a lui.
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Per tutta la giornata rimasi seduta sulla tomba di mio fratello, spezzando per un momento la stessa routine, il circolo vizioso che mi ero ritrovata a creare.

Non andai da Thomas, non andai da Jeff entrambi nell'attesa di vedermi, che però fu invana.

Il mio corpo non riuscì a muoversi in quel momento, la mia mente mi suggeriva una sola cosa quella di andarmene, mentre il cuore faceva male al pensiero di lasciare Jeff.

Ritornai alla creepyhouse torturando Thomas, entrai nella camera di Jeff che in quel momento era steso a terra davanti la finestra.
Mi stesi accanto a lui abbracciando, e ricambio stringendomi forte, si mise sopra di me guardandomi negli occhi, i suoi capelli corvini  pizzicavano la mia fronte provocandomi solletico.

I suoi occhi azzurro ghiaccio mi guardarono profondamente fino a toccarmi l'anima, si avvicinò a me, baciandomi lentamente.

Mi toccò anima e corpo come solo lui sapeva fare.

Mi tolse la maglia e mi guardò un momento, mentre io gli tolgo la felpa lasciandolo a petto nudo.

Giocò con il mio reggiseno fino a togliermelo, mi fece stendere giocando con il mio petto nudo.

Si spostò leggermente per togliermi definitivamente i vestiti per poi lasciarmi completamente nuda, e io feci la stessa cosa.

Entrambi in ginocchio, l'unica luce nella stanza che filtrava era quella della luna.

Accavallai le gambe sulla sua vita baciandolo, mentre si alzò stendendomi sul letto entrando dentro di me lasciandomi senza fiato.

Ad ogni sua spinta le mie labbra erano attaccate alle sue, i suoi occhi mi guardavano profondamente trapassandomi l'anima, formando un puzzle sia mentale che fisico.
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Mi ritrovai a svegliarmi tra le braccia di Jeff, non era ancora l'alba, il buio avvolgeva la stanza, come anche dentro di me.

Dentro di me sentivo il buio totale, sentivo sempre quel macigno sul mio petto, talmente pesante che non mi consentiva di respirare, il mio corpo tremava,  la mia pelle diventava ancora più bianca.

Col tempo oramai cominciai ad abituarmi a tutto ciò, ma la morte di Stefan peggiorò ancora le cose, cominciai a sentire di nuovo tutto ciò.

Se andarmene fosse la soluzione lo avrei fatto tanto fa, ma il tempo si dice che guarisca o per lo meno tamponi le ferite.

Mi stesi accanto al corpo di Jeff osservandolo, accarrezzai lentamente la sua guancia, sentì per un momento il battito cardiaco del suo cuore.

Andai a farmi una doccia per poi vestirmi, uscì di casa andando da Stefan, mi sedetti a terra guardando la lapide davanti a me.

Mi guardai attorno mentre i miei occhi bruciarono e delle lacrime bagnarono le mie guance, mi tappai la bocca con la mano cercando di piangere silenziosamente.

Appoggiai la mia testa alla parete di vetro che mi separava dalla lapide di mio fratello.

Mi alzai da terra andando via, con la vista appannata dalla lacrime.
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Pov Jeff
Tastai la mano sul letto cercando il corpo di T/n, ma non l'ha trovai, mi alzai di scatto girovagando per la stanza, e non l'ha trovai.

Mi feci una doccia veloce e mi vesto velocemente, andai davanti alla tomba di Stefan non trovandola, mi passai una mano sui capelli frustrato, ma allo stesso tempo disperato.

Andai dalla sua vittima Thomas, e trovai il suo corpo privo di vita, in ginocchio a vincolato da due catene che avvolgevano i suoi polsi,  il suo stomaco squartato è privo di organi, quest'ultimi erano sparsi per la stanza.

Le mie ginocchia cedettero e mi ritrovai in ginocchio, se ne era andata, il petto cominciò a farsi ancora più pesante sentendo un macigno, i miei occhi bruciavano, delle lacrime bagnarono le mie guance.

La mia testa aveva impressa una frase "se ne andata".


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