capitolo 17

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Pov narratore
La vita è un'ombra che cammina, un povero attore che si agita e pavoneggia la sua ora sul palco e poi non se ne sa più niente. È un racconto narrato da un idiota, pieno di strepiti e furore, significante niente.
William Shakespeare

Grey su trovava nel punto di cedere, nel punto di arrendersi, era sempre lui quello che diceva che non bisognava ma arrendersi, aveva fatto una promessa che non è stato in grado di mantenere.

Allora perché lottare?

Dovrebbe rimanere fermo e a sperare che Jeff la lasciasse, certo che no.

Doveva lottare, ma le sue forze cominciarono a lasciarlo, non riusciva ad alzarsi, ma doveva farlo, John continuava a cercare in tutti i modi la soluzione, studiavano insieme.

Erano passati due giorni dalla sua scomparsa, Grey aveva detto alla scuola che si era insospettita dell'assenza di T/n, e Grey disse la scusa che aveva la febbre.

Grey si alzò di scatto dal tavolo e andò fuori a fumarsi una sigaretta, e dopo che finiva, avrebbe voluto averne un'altra, per cercare il modo di non pensare, non riusciva a dormire, perché appena apriva gli occhiali l'immagine di T/n morta compariva nei suoi sogni.

John non faceva altro che parlare sul fatto che doveva esserci una spiegazione logica, ma per Grey non c'è sempre una spiegazione logica.

"Sai come diceva il libro di Stephen King?" chiese John all'improvviso ottenendo una espressione accigliata da parte di Grey.

"Che centra questo con T/n?" chiese Grey confuso e aspettando una risposta.

"Il libro si chiamava incubi e deliri, c'era una frase che adesso ricordo 'Che presto o tardi un viaggiatore torna sempre dove è già stato, come si suppone che un assassino torni nel luogo dei delitto?' " disse John pensando.

"Dove vuoi arrivare John?"

"Voglio dire che Jeff potrebbe essere insieme dove tutto è iniziato" disse per poi andare in macchina con Grey alle calcagna.

John si mise al posto di guida, mentre il suo amico si mise la cintura di sicurezza, mentre John cominciò a premere l'acceleratore.

Arrivarono davanti al loro ufficio, e John entrò mentre prendeva dei documenti sparpagliati sulla sua scrivania, mentre Grey chiedeva che cosa stesse cercando.

"Cerca dei documenti riguardo a Jeff, e anche del suo passato"

Grey andò verso la sua scrivania cercando i documenti, finché non sentì la voce di John che diceva che gli aveva trovati, si avvicinò al suo amico che cominciò a leggere.

"Jeff uccise i suoi genitori e suo fratello che è sopravvissuto, ed e iniziato tutto da lì" disse per poi andare di nuovo in macchina, e sedersi nel posto di guida.

Arrivarono davanti alla vecchia casa di Jeff, scendono dalla macchina e salirono le tre scale, trovando un biglietto giallo, la scrittura era rovinata, e fatta col sangue.

"Entrare con cautela potrebbe esserci qualche corpo :)" lesse John accortociando il bigliettino borbottando qualcosa.

Grey prese la pistola e la caricò, e il suo amico fece la stessa cosa, aprirono la porta che provocò uno scricchiolio, entrarono lentamente coprendosi le spalle a vicenda.

Salirono le scale che scricchiolavano, davanti a loro si presentò una porta bianca macchiata di sangue, Grey aprì lentamente la porta, si guardarono intorno non vedendo niente, il letto era disfatto, dei vestiti erano cosparsi a terra.

Uscirono dalla stanza ed entrarono in un'altra stanza che portava al piano di sotto, non si riusciva a vedere niente, mentre Grey e John presero la torcia, c'erano delle scale di legno.

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