capitolo 27

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Pov T/n
-6 giorno dal ballo, guardai l'orologio che segnava le sei del mattino, accanto a me sono trovava Grey che mi teneva abbracciata.

Mi alzai facendo attenzione a non svegliarlo, andai in palestra facendo un po' di boxe volendo alleggerire l'ansia che mi divorava.

Oggi pomeriggio avrei dovuto fare di nuovo shopping con Alison e sbuffa i frustrata, andai in bagno prendendo ancora dei vestiti.

Uscì dal bagno notando che ancora Grey non si era svegliato, presi un foglietto scrivendogli che sarei andata a scuola, uscì di casa prendendo aualcosa da mettere sotto i denti e andai a scuola con le cuffie nelle orecchie.

Mi misi nel mio banco aspettando che la campanella suonasse, ma non avrei sicuramente seguito la lezione.

Mentre la professore spiegava la lezioni, mi misi a scarabocchiare l'ultima pagina del quaderno, la professoressa sapeva che anche se mi avrebbe chiamato mi sarei distratta lo stesso perciò mi lasciò in pace.

"Evans" mi chiamò il professore, ed io alzai la testa di scatto interrompendo i miei pensieri,e guardandolo negli occhi.

"Hai fatto il compito che avevo lasciato uma settimana fa" mi disse mentre io pensai e io scossi la testa mentre lui cominciò a rimproverarmi.

Finalmente arrivò la ricreazione, andai fuori mentre vedevo Alison venire verso di me con sguardo serio.

"Perché non hai fatto il compito?" mi chiese con tono severo

"Lo dimenticato" dissi con la testa fra le nuvole, lei mi guardò sottecchi, ma io non ci feci molto caso.

"Preparati perché oggi studiamo e poi oggi andiamo a scegliere le scarpe e ha comprar dei trucchi visto che tu non ne hai, e a me sono finiti"

Io spalancai gli occhi all'idea di farmi truccare e farmi fare i capelli da Alison, rabbrividì per un momento ed annuì.
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Sentì qualcuno chiamarmi ed era il professore che mi avevo richiamato e incontrato quella volta, e di cui non sapevo ancora il nome, visto che non mi interessava.

Andiamo in una stanza che presumo sia la presidenza, si siede nella poltrona davanti a me, e mi fece cenno di sedermi.

Mi se detto e lo scrutai attentatemente negli occhi cercando di capire le sue reali intenzioni, era evidente che voleva capire cosa mi stesso passando per la testa,di capire le mie capacità, ma vedeva sicuramente il vuoto dentro di me.

"Vorrei  sapere il perché sei distratta e del perché non hai fatto il compito" mi chiese o meglio mi ordinò, sospirai prima di rispondere.

"Ero sovrappensiero, e riguardo al compito lo dimentico professore" dissi per non dire il suo nome,  chiederò ad Alison di di e me lo.

"T/n secondo me tu hai delle capacità grandiose che  dovresti potenziare, ed è appunto per questo che ti lascerò un tema che dovrai consegnarmi alla fine del ballo altrimenti farò in modo che non ci andrai" mi disse mentre io annuì e dentro di me gli dicevo così tante parole.

Uscì dall'ufficio e andai a casa, arriva davanti alla porta e cercai le chiavi che non trovai, imprecai mentalmente per la mia goffaggine.

Salta dalla paura vedendo la porta aprirsi e uscire Alison.

"Sapevo che il professore Stuard  ti avrebbe messo di mira, e mi annoiava andare a casa mia sapendo di essere sola a casa visto che mio padre lavora, perciò ho preso le tue chiavi mentre pensavi, la prossima volta sta più attenta" mi disse facendomi l'occhiolino e facendomi ridere.

Entrai mentre lei preparava il pranzo per me, anche se non si chiamava pranzo visto che lei non sa cucinare, aveva preso della semplice pizza surgelata e messa nel microonde.

Mangiamo tranquillamente mentre le parlò della chiacchierata del professore e ovviamente lei si prende gioco di me.

"Dovevi vedere come ti fissava male" mi disse mentre io sbuffavo.

Per tutto il pomeriggio abbiamo fatto i compiti, e quando mi alzai dalla sedia sentivo il sedere piatti, mentre prendevo il giubbotto di pelle pronta per fare nuovamente shopping (o almeno cercavo di convincermi di esserlo)
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Mi guardai attorno al negozio ripieno di vari tipi di scarpe, andai a vedere le i tacchi, mentre sentivo la presenza di Alison che mi spiava.

Non mi piacciono molto i tacchi perché sono scomodi, ma tremendamente belli, alla volte guardavo la dottoressa Jonesy e i suoi tacchi, cammina sempre da una parte all'altra e dentro di me mi chiedevo come facesse a sopportarli.

Fortunatamente trovai delle zeppe alla mia portata, non mi fermai sul dettaglio, le presi e andai a pagarle.
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Mi feci una camomilla avendo un forte mal di testa dopo aver sopportato Alison che parlava tutto il giorno, Grey non c'era e mi assicirai che tutte le porte e finestre siano chiuse.

Sentì qualcuno bussare dalla finestra ed era Jeff, sospirai, e aprì la finestra mentre mi sedevo nella poltrona, lo guardai sottecchi, e si sedette vicino a me scrutandomi attentamente, mentre io bevevo la camomilla

Mi alzai andando a posare la tazza mentre lui era dietro di me, mi girai chiedendola che cosa vuole, e lui fece un sorriso sghembo, e si avvicinò a me, bloccandomi al muretto della cucina.

"Vieni con me" mi disse prendendomi per mano e trascinandomi fuori dalla casa, lo vidi arrampicarsi e io gli urlai che soffrivo di vertigini, saltò dall'albero.

E mi disse di salire sulle sue spalle io sospirai e feci quello che mi aveva detto, chiusi gli occhi aggrappandomi a lui per la paura.

Mi fece scendere, e riscai di cadere e mi aggrappai alla sua felpa, mentre sentivo girarsi verso di me e guardami con i suoi occhi gelidi da farmi venire i brividi lungo la colonna verticale.

Guardai in basso e spaventata misi  la testa dentro l'incavo del suo collo, mi tolsi di scatto accorgendomi di ciò che avevo appena fatto.

Guardai in basso un'altra volta rischiando di cadere, ma lui mi prese mettendo la mia testa all'incavo del suo collo e respirando affannosamente.

Lui stette immobile e io feci lo stesso, in quel momento sembrava un'altra persona, sentivo il suo cuore battere peggio di una mitragliatrice.

Taccai il punto dove si trovava il suo cuore, e alzai la testa guardandolo negli occhi, i suoi occhi erano come delle calamite.

Si stacco da me come se si fosse ripreso da un forte shock, e io anche se un po' spaesata feci finta di niente.

Si stese sul tetto e mi fece segno di unirmi a lui,mi  stesi accanto a lui guardandolo attentamente.

"Sei strano" dissi mentre lo guardavo negli occhi, e lui girò la testa nella mia direzione scrutandomi attentamente.

"In che senso?" mi chiese con voce roca e fredda.

"Perché non mi torturi? Sei cosi...bipolare" gli dissi sedendomi, mentre lui mi immitò

"Mi piacerebbe torturarti, ma devi andare al ballo, e se vedono i graffi sulla tua schiena qualcuno potrebbe insospettirsi e farti finire in un orfanotrofio" mi disse

"Ma allora perché non mi uccidi?" chiesi per la millesima volta

"Te lo già detto dico io quando dovrai morire, tutto avrà suo tempo debito ragazzina, e capirai del perché sei viva" mi disse mentre mi tese la mano e mi fece salire sulle sue spalle.

Chiusi gli occhi mentre lo sentivo saltare dal tetto, e feci un piccolo grido dalla paura, mi staccai da lui aprendo gli occhi.

"Ci vedremo presto ragazzina" mi disse dando mi un bacio sulla guancia e andandosene.

Mi toccai la guancia ancora incredula del suo comportamento, per un attimo avevo visto la parte umana di lui, entrai in casa chiudendo la porta e sospirando.

La sostanza degli ambiziosi è lombra di un sogno.
Un sogno non è che unombra.
Davvero e lambizione la ritengo di natura così aerea e leggera da essere soltanto lombra di unombra.


solamente un gioco Where stories live. Discover now