capitolo 54

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Pov narratore
Alison si guardò un'ultima volta allo specchio, il suo bisogno stanco e pallido, e i suoi occhi gonfi ancora di pianto per la perdits della sua migliore amica.

"Non sai cosa significa alzarsi tutti i giorni con la paura di perdere un padre, l'unico membro della tua famiglia, visto che tua madre non c'è più"

"Tu almeno hai ancora tuo padre" disse con occhi fissi sulla strada davanti a se

"Io mi sveglio invece con la speranza che i miei genitori varcassero la porta della mia stanza a dirmi il buongiorno e ad abbracciarmi, ma poi mi rendo conto che era solo un sogno, e finisco nella realtà, quella in cui non ci sono più" disse mentre Alison si fermò dietro T/n, e allora si fermò anche lei osservandola.

Alison aveva gli occhi lucidi e guardava T/n negli occhi con la consapevolezza di cosa si provasse a perdere un genitore, corse ad abbracciarla, come una sola amica sapeva fare.

Delle lacrime scesero sul suo viso a quel ricordo, le cacciò via respirando e scendendo di sotto, vedendo la dottoressa Jonesy piangere ed essere confortata da John anche lui distrutto.

Aveva perso il suo amico d'infanzia e adesso anche la sua figlia adottiva.

Andarono in chiesa e arrivò il prete.

"Siamo qui per ricordare la memoria di T/n Evans" disse continuando la messa.

La dottoressa Jonesy si avvicinò alla bara con gli occhi appannati di lacrime

Si tolse dallo specchio e ritornò a sedersi sulla sedia a sdraio.

"Che cosa hai visto in quello specchio?" chiese la dottoressa guardando T/n con gli occhiali.

T/n non rispose non sapendo che cosa dire.

"Adesso ti dico cosa vedo io" disse la dottoressa facendo un leggero colpo di tosse, per poi schiarirsi la gola.

" Vedo una bambina che prima era coraggiosa, adesso si è arresa, il suo aspetto è distrutto insieme alla sua anima"

T/n l'ascoltò attentamente ogni parola della dottoressa, si volto verso di lei sedendosi e guardandola attentamente negli occhi.

Delle lacrime scesero sul suo viso mentre metteva dei fiori sulla sua tomba e andò di nuovo a sedersi.

T/n raccontami del tuo primo giorno di scuola"mi chiese e io la guardai per un momento per poi spostare il mio sguardo non volendo guardarla negli occhi.

"È stato un giorno come tutti gli altri tutto, l'unico cambiamento e quello di avere dei nuovi compagni di classe tutto qui"

"Una ragione in più per fare amicizia. Grey mi ha raccontato del fatto che usavi le mani per difenderti perché eri la vittima, ma adesso è tutto diverso" disse con quegli occhi pieni di speranza che non si spensero nemmeno un secondo quando mi ha conosciuto.

"Anche se provassi a fare amicizia, mi ritroverei sempre sola e sa perché?" le chiesi sedendomi e appoggiando i gomiti sulle gambe  "Perché non ti puoi fidare di nessuno, oggi ti dicono di volerti bene, domani invece fanno finta di niente, perciò dottoressa, ho capito di essere sola in questo mondo" le dissi con una smorfia di disgusto e un sorriso amaro.

"Sai non sono d'accordo, ognuno di noi ha bisogno di una persona che ci completi, perché l'uomo non è niente senza la donna, anche se cerchiamo di allontanarci da tutto e da tutti, vorrai sempre avere qualcuno al tuo fianco" disse guardandomi negli occhi mentre io abbassai lo sguardo

"Le emozioni inespresse non moriranno mai. Sono sepolte vive e usciranno più avanti in un modo peggiore" disse la dottoressa cercando di guardare negli occhi e di vedere che cosa mi stesse passando per la testa.

"T/n non sarai mai sola, non dovrai nemmeno sentirti sola, perché dovresti?" mi chiese la dottoressa.

"Perché un giorno tutti se ne andranno" dissi scettica e fredda.

"No non è vero" disse scuotendo la testa e cercando di farmi ragionare, ma la rabbia, il dolore, e l'abbandono si unirono tutti insieme in un'unica pozione e mi alzai di scatto.

"È PER QUALE MOTIVO? TUTTI MI HANNO ABBANDONATO. I MIEI GENITORI AVEVANO PROMESSO DI STARMI ACCANTO, MA NON È SUCCESSO SONO MORTI E IO NON HO FATTO NIENTE, ED È TUTTA COLPA MIA. LA MIA UNICA AMICA SE NE ANDATA, MI HA ABBANDONATO. TUTTI QUELLI CHE MI STANNO ACCANTO O MUOIONO OPPURE MI ABBANDONANO" urlò dicendo ciò che aveva dentro mentre vedevo la dottessa cercare di confortarmi avvicinandosi a me, ma io mi scansai

"Non hai colpe se i tuoi genitori sono morti, non sei tu la causa della sua morte"

"Si invece, se le persone se ne vanno via da me significa che hanno capito che non merito la loro amicizia, è poi anche tu te ne andrai" le dissi con occhi lucidi e mi abbracciò, sentivo l'affetto di una madre è ricambiai il suo abbracciò sentendo il suo profumo di mandorla.

"Non dovrai mai dire queste cose, sei speciale più di quando sembri" mi disse accarezzandomi la schiena.

Era veramente speciale, di solito non si affezionava ai suoi pazienti, ma quando T/n varcò la soglia sentiva che lei fosse diversa da tutti gli altri.

"Siediti su quella poltrona" disse la dottoressa osservando la bambina che si guardava attorno e si sedette sulla poltrona

"Puoi stenderti" disse mentre la bambina annuì obbedendo.

"Come ti chiami?" chiese

"T/n" disse con voce flebile.
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Era il turno di John di dire qualcosa su T/n, lui si alzò cercando di essere il più freddo e distaccato possibile, fossi leggermente e respirò profondamente.

John entrò in casa vedendo la bambina seduta sulla poltrona con il suo orsacchiotto, e appena vide John lo strinse ancora più forte.

Lui si sedette sulla poltrona davanti a lei e gli sorrise dolcemente.

"Ciao, mi chiamo John. Tu come ti chiami?" chiese dolcemente, lei lo guardò per un momento.

"T/n" disse con voce flebile alzandosi dalla poltrona e andandosene.

"T/n Evans è stata la persona più coraggiosa e forte che io abbia mai incontrato. Nonostante tutto ciò che ha passato e visto soprattutto, si è alzata anche se questo significava chiudersi in se stessi.
Ha cercato sempre di alzarsi nonostante ogni tanto crollasse, la verità e che lei è una vera guerriera.
T/n Evans è una guerriera e nessuno potrà mai sostituirla" disse mettendo una mano sulla bara.

"Addio mia piccola guerriera" sussurrò andando a sedersi.
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La messa era finita e avrebbero dovuto lasciare la bara a riposo e domani l'avrebbero seppellita.

Alison rimase ancora seduta mentre gli altri se ne andavano, non riusciva a camminare, su accorse di non essere sola e che dietro la bara c'era un ragazzo dallo smoking che guardava la bara.

Lei si alzò e andò alla bara, mise una mano sopra avrebbe voluto aprirla ma rimase immobile, tolse la sua mano e guardò il ragazzo che fissava la tomba.

"Assomigli a lei" disse Alison guardando Stefan, lui puntò i suoi occhi su di lei, erano freddi e tristi cone quelli di T/n.

"Sono suo fratello" disse

"Io sono Alison la sua migliore amica" disse mentre lui annuiva e lei se ne andò lasciandolo solo.
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Jeff era seduto sulla riva del lago, setendo ancora il sangue di T/n tra le sue mani, e i suoi occhi erano fissi nella sua mente.

Sentì dei passi dietro di lui, ma non si girò rimase immobile.

"Aspettavi me" disse mentre Jeff si alzò vedendo la persona davanti a se.

"Bentornata dal mondo dei vivi ragazzina" disse guardando T/n in piedi a lui.

solamente un gioco Where stories live. Discover now