Capitolo 70

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Una sofferenza come la mia non ha orgoglio. Cosa mi importa se si saprà che sono disperata? Tutto il mondo può avere il trionfo di vedermi in questo stato. 

Quelli che non sanno cosa sia soffrire possono essere orgogliosi e indipendenti. 

Possono resistere agli oltraggi, o ricambiare le provocazioni. Io non posso farlo.

Cinque anni dopo….. 

Jeff si svegliò abbaiato dalla luce del sole che filtrava dalla finestra, si rigirò dall'altra parte spostando leggermente il corpo della sua vittima. 

Dopo un po' si alzò, la sua testa cominciò a farle male, guardò le vittime dietro di sé, erano delle ragazze, entrambe  senza vestiti, il loro corpo brattato del loro stesso sangue causato da tagli profondi, provocati dal coltello di Jeff.

Sul viso aveva dei tagli lungo le guance che formavano un sorriso, un segno che di certo non poteva mancare nelle vittime di Jeff. 

Quest'ultimo scese al piano di sotto mentre buttava della benzina a terra, infine si accese una sigaretta, e si sedette a terra, ad ogni tiro i suoi polmoni bruciavano, ma poco importa.

Si ritrovò a finirla subito, e ciò che rimase lo butto a terra, si alzò lasciandosi la porta alle spalle, ma prima di andarsene guardò la casa bruciare in fiamme, per poi andare via. 

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"Come ti senti?" chiese accendendo la luce della stanza, ma lei non era ancora abituata ad essa, infatti si coprì gli occhi con le mani rannicchiandosi a terra. 

"Dovresti avere un po' di delicatezza sai?" rise in maniera sarcastica. 

Ma il suo viso venne scoperto e i suoi cominciarono a bruciare, cercò di chiuderli ma fu tutto inutile, e  dopo un smisero di bruciare a cominciarono a mettere a fuoco la figura davanti a sé. 

" È meglio che ti abitui" disse andandosene e chiudendo scorbuticamente la porta. 

Era già un passo avanti, disse lei tra sé e sé. 

Passarono delle ore e rientrò di nuovo, si sedette davanti a lei. 

"Vuoi di nuovo iniziare con il solito interrogatorio?" chiese lei, ma la figura davanti a sé non rispose alla domanda, ma indicò il corpo morto che giaceva all'angolo della stanza.

"Ho fatto di meglio, quella è una piccola bozza" disse lei mostrando un sorriso a trentadue denti. 

"Come sei diventata così?" chiese la figura davanti a sé con uno sguardo triste e deluso. 

"Dimmelo tu" rispose lei 

Si alzò dalla sedia prendendo la pistola e sparando sulla gamba di lei, quest'ultima urlò dal dolore, si tolse il proiettile dalla gamba e si stese a terra aspettando un altro corpo, ma non arrivò. 

"Tornerai quella di prima" disse andandosene un'altra volta, la ragazza sapeva come andarsene, sapeva la via d'uscita, ma se lo avesse fatto di certo la figura davanti a sé non sarebbe viva. 

Guardò il tetto davanti a sé lasciando cullare dai pensieri, e chiudendo gli occhi cercando di vedere un mondo tutto suo. 

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La figura tornò, e quando si presentò davanti alla ragazza, quest'ultima si sedette appoggiandosi al muro, chiuse gli occhi sospirando dalla stanchezza. 

"Non riesci ad arrenderti proprio eh" disse provocandolo. 

"Dov'è lui?" chiese dopo un breve attimo di silenzio. 

La ragazza a quella domanda rimase in silenzio, abbassò lo sguardo, per poi rispondere che non ne sapeva niente, chiuse gli occhi alzando la testa e lasciando un sospiro.

Aprì nuovamente gli occhi osservando la figura davanti a sé che camminava avanti a indietro per la stanza, con fare pensieroso, la mani dietro la schiena intrecciate tra loro. 

Poi improvvisamente si fermò, guardando la ragazza, si avvicinò ad essa e si inginocchiò, i loro occhi era abbastanza vicini, gli occhi di lei rimasero neutri, ma quelli della figura mostravano mille sfumature. 

"Tu sai benissimo dove si trova, ma non vuoi dirlo, perché sei innamorata di lui, nonostante quello che ti ha fatto passare " disse alzandosi mentre la ragazza alzò gli alla parola innamorata. 

Era innamorata?

Si alzò avvicinandosi minacciosamente alla figura. 

"Penso che tu stia parlando un po' troppo" disse prendendolo per le spalle e sbattendo la figura al muro, quest'ultima si alzò a fatica. 

"Io penso di avere ragione" disse alzandosi faticosamente, guardò per l'ultima volta la ragazza è sorrise, per poi andarsene. 

La ragazza si sedette a terra abbracciando le sue ginocchia, e mettendo le mani sulla testa, chiuse gli occhi con la speranza che le voci nella sua testa si sarebbero zittite. 

Guardò il corpo morto, delle lacrime scesero lungo le sue guance, era diventata veramente un mostro? Ma è stato lui a trasformarla in questo modo, lei non voleva. 

Quando si uccide qualcuno, il vedere i suoi occhi spegnersi lentamente è meraviglioso, e proprio in quel momento che si capisce  di avere potere. 

________

A volte il male non gli sembrava altro che un modo per realizzare la sua idea del bello.

"Non farlo" disse l'uomo correndo disperatamente pensando che dietro a sé ci fosse il suo carnefice, ma quando invece se lo ritrovò davanti. 

Si guardò attorno nella speranza di evadere, ma senza successo, le sue ginocchia credettero dalla paura chiese pietà, ma il suo carnefice rise sadicamente, si avvicinò alla sua vittima prendendolo per le spalle. 

"Go to sleep" disse accoltelladolo, in quel momento Jeff sentì l'adrenalina scorrere per tutto il suo corpo, guardò gli occhi della sua vittima che si spegnevano lentamente, e una volta spenti lo lasciò cadere. 

Chiuse gli occhi per un momento liberandosi del peso che aveva addosso, si sentiva in po' meglio, si inginocchiò al corpo della sua vittima, fece dei tagli lungo le sue guance formando un sorriso. 

Guardò il corpo della sua vittima completamente macchiato del suo stesso sangue, osservò per un po' la sua opera d'arte fiero di ciò che ha fatto. 

Si sedette accanto ad esso, per un momento restò in silenzio. 

"Finirò ciò che ho iniziato, non appena ti avrò trovato ragazzina" disse. 

solamente un gioco Where stories live. Discover now