capitolo 26

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Nei sogni la vita di tutti i giorni, con le sue fatiche ed i suoi piaceri, con le sue gioie ed i suoi dolori, non si ripete mai; al contrario, i sogni hanno lo scopo di liberarcene. Anche quando tutta la nostra mente è presa da qualcosa, quando siamo abbattuti da qualche profondo dispiacere, o quando tutto il nostro potenziale intellettivo è assorbito da qualche problema, il sogno non farà altro che entrare nella tonalità del nostro umore e rappresentare la realtà in simboli.
Pov T/n 
Mi guardai attorno ritrovandomi nel mio vecchio letto, nella mia vecchia casa, in cui ero nata, scesi dal letto e mi guardai alla specchio accorgendomi di essere piccola.

Corsi di sotto vedendo mia mamma intenta a cucinare, e mio padre che si occupava del suo giardino, l'unica cosa che lo rendeva felice.

Li guardai per un momento sorridendo e non capendo cosa stesse succedendo, ma non volevo capire, volevo godermi il momento.

Mia madre finì di preparare la colazione e la mise sul piatto e mi diede un bacio sulla guancia, mio padre sentendola si alzò dal suo comodo giardino e venne in cucina dandomi anche lui  un bacio sulla guancia.

Li guardai mangiare, non smettevo di fissarli, e loro accorgendosene mi chiesero che cosa avevo.

Che cosa avevo io in quel momento?  mi chiesi dentro di me.

"Sono felice" dissi sorridendo 

Mentre i miei genitori vennero verso di me e mi abbracciarono, chiusi gli occhi e quando li riaprì loro non c'erano e tutto tornò buio.

Li chiamai, ma nessuno rispose, sentivo il suo odore dietro di me, mi girai e notai Jeff, e a terra c'erano i miei genitori.

Apro gli occhi di scatto sentendo la fronte sudare e il cuore battere all'impazzata, mi passai una mano sui miei capelli sudati, mi toccai le labbra sentendo il sapore, e ricordai le sue labbra  sulle mie.

Andai in bagno vomitando e pensando alle sue labbra, e alla sua lingua, la sua bocca sapeva di sangue, ma perché mi bacia?

Prima mi bacia e dopo mi fa del male, non capirò mai quello psicopatico, mi misi dei vestiti sportivi, e le cuffie nelle orecchie, uscì di casa correndo per le strade isolate e gelide  di Mystic Falls.

Dopo un'ora tornai a casa piena di sudore, bevo un litro di acqua e vado a farmi una doccia, sentendomi tutta appiccicosa.

Andai a scuola, non avevo voglia di ritrovarmi in mezzo a degli adolescenti che ti guardano dalla testa ai piedi criticando ogni tuo comportamento, trovai Alison davanti all'entrata  della scuola, chiaro segno che vuole qualcosa o vuole incastrarmi.

"Ho una notizia bellissima, tra meno di un mese ci sarà il ballo e oggi faremo compere" mi disse mentre io alzai un sopracciglio sapendo che detesto queste cose.

"Non guardarmi così perché tu verrai" mi disse minacciandomi mentre io alzai le mani in segno di arresa capendo che non si sarebbe arresa e che mi avesse torturato per il resto della mia vita.

Ci mettiamo sempre al solito posto mentre sento gli occhi di Anna addosso e io sospiro frustrata detestando di essere osservata.

Sarebbe stata sicuramente una giornata veramente impegnativa, sbuffai sonoramente dalla frustazione.

Finalmente la scuola era finita, e mi incamminai insieme ad Alison a casa, apri la porta con lei dietro di me, e andammo in cucina e trovai un biglietto da parte di Grey che diceva che lui e John lavoravano fino a tardi.

Mentre Alison si sedette sul tavolo osservandomj mentre facevo dei pancake, e mangiamo, per poi fare i compiti.
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E da mezz'ora che cerco un vestito per questo dannatissimo ballo, mentre Alison l'ha già trovato, e la sento sbuffare, e nel frattempo si lamenta mentre io cerco di vedere dei vestiti.

solamente un gioco Where stories live. Discover now