capitolo 42

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Pov narratore
T/n ed Alison erano legate da delle manette, mentre correvano sentivano dei passi che correvano dietro di loro, cercarono di prendere la pistola che si trovava sotto la cintura, l'ha presero caricandola e continuando a correre.

Le loro gambe si muovevano meccanicamente sincronizzate, il loro fiato era corto, il loro cuore batteva forte e il  respiro affannoso.

Davanti a loro videro un lungo tronco disteso a terra e grosso le due amiche si guardarono negli occhi con occhi complici e l'ho scavalcarono, Alison punto la pistola verso l'albero aspettando il bersaglio, mentre T/n si girò dall'altra parte sentendo una presanza dietro le sue spalle, si girò vedendo un uomo e  coprì le spalle della sua amica

L'uomo si avvicinò e T/n gli diede un calcio sulla testa facendolo cadere per poi rialzarsi, mentre Alison cominciava ad attaccare il suo bersaglio, ma non era facile combattere, le loro mani erano legate a una manetta.

Ma furono interrotte da degli applausi da parte di John e Grey che guardavano le loro figlie con un sorriso orgoglioso.

Da l'ultima promessa di Alison con T/n passarono solamente tre anni, lei ed Alison decisero di diventare agenti di polizia, e T/n aveva oramai 16 anni.

Jeff osservava continuamente la sua vittima e veniva da lei la sera abusando di lei, mentre lei si chiudeva in se stessa.

Grey passava del tempo con T/n e nel frattempo stava nel suo ufficio a studiare insieme a John che ultimamente era molto turbato, e il suo amico le aveva consigliato di andare dalla dottoressa Jonesy, e John aveva ascoltato il suo consiglio, ma non era stato solo il suo amico, ma anche Alison, non poteva vedere suo padre arrivare ogni sera distrutto e con occhi freddi.

John entrò nello studio e vide la dottoressa seduta su una poltrona con un blocco in mano, abbassò gli occhiali aspettando che lui si sedette, e così fece.

"Come mai sei qui John?" chiese cauta e tranquilla

"Oggi è l'anniversario di mia moglie, e lei mi manca, e se io fossi stato con lei probabilmente sarebbe viva" disse chiudendo gli occhiali.

"John nessuno può prevedere la morte di una persona, e anche se tu fossi stato con lei sarebbe successo lo stesso, tu sei qui per dopo tanti anni, pensi che la colpa sia tua, ma non è affatto tua" disse mentre John sospirò

"Quando finirà questo dolore?"  chiese alla dottoressa.

John si ritrovava a sognare sua moglie, e non si potevano nemmeno definire sogni, ma incubi, se l'ha ritrovava sempre morta, il suo corpo steso sul tavolo di un orbitorio.

Lui la prende tra le braccia e cerca di portarla fuori da quel posto mentre veniva fermato dai medici, e continuava ad urlare il nome di sua moglie cercando di farla svegliare, e che stava solamente dormendo, ma quando gli fu tolta dalle braccia cominciando ad urlare

L'indomani mattina ritrovava con la fronte prima di sudore e il respiro affannoso e dentro di se si rassicurava dicendo che era solamente un incubo.

"Quindi e da quando è morta tua moglie che tu fai questi brutti sogni, e cosa ti ha fatto cambiare idea di venire qui cercando di curarti"

John sospirò cominciando a  raccontare.

Una notte fuori svegliato da sua figlia che lo guardava con occhi lucidi.

"Papà tu...hai nominato la mamma" disse lei mentre lui sospirava e annuiva.

"Quindi l'hai sempre sognata?" chiese ancora con le labbra che tremavano e il suo cuore perse un battito, annuendo.

"Si piccola mia, ma va tutto bene, vedrai che passerà" disse abbracciandola forte tra le sue braccia, lei si stese accanto a suo padre dormendo abbracciato a lui.

"John tu devi provare a rifatti una vita, provare ad essere felice" disse la dottoressa mentre lui annuiva.
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John entrò in ufficio mentre la dottoressa l'ho guardò un po interdetta non aspettandosi la sua visita.

"Volevo ringraziarla" disse mentre la dottoressa annuiva e le sorrise, mentre John aveva un sorriso da ebete sulle labbra, e quando si accorse del sorriso scosse la testa ritornando serio.

Uscirono dallo studio della dottoressa che entra dentro la macchina, gira la chiave, ma il motore non parte, John accorgendosi di ciò chiese se voleva un passaggio, ma lei negò proseguendo a piedi.

Senti dei passi dietro di lei e John arrivare accanto a lei, respirava affannosamente per la lunga corsa che fece per raggiungerla, sospirò per poi parlare.

"Non volevo lasciarti da sola a camminare in mezzo alla strada" disse lui sorridente mentre lei arrossisce ringraziandolo.

Arrivarono davanti a casa sua e lei gli diede un bacio sulla guancia titubante ringraziandolo, mentre lui si toccava la guancia e andò verso la macchina con un sorriso sul volto.

Angolo me
Allora sapete benissimo che sono una di poche parole, ma avevo saltato un questo capitolo

solamente un gioco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora