capitolo 20

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Dedicato a una mia cara amica che per me è come una sorella  MeGi042
Pov T/n
Mi svegliai per colpa di un altro incubo, mi toccai la fronte sudata e mi tolsi i capelli appiccicati per colpa del sudore, guardai l'orologio e vidi che erano le cinque del mattino, mi alzai dal letto consapevole che non avrei chiuso occhio.

Oggi sarei dovuta andare al mio primo giorno di scuola media, ero contenta del fatto che molto probabilmente non avevo i miei compagni di classe, tranne Anna la mi migliore amica anche se dalle volte litigavano, ed era in quel momento che mi accorgevo di essere sola.

In effetti ero sola, anche se alle volte lo negavo a me stessa, guardai la ferite attraverso allo specchio, il mio corpo era pieno di lividi neri e tagli precisi tutto questo era colpa di Jeff la mia condanna, un'ondata di rabbia mi travolse, digrignai i denti e serrai la mascella dalla frustrazione, sapevo che non potevo fare niente per fermarlo, e se l'avessi fatto Grey non sarebbe nella sua stanza dormiente.

Di solito sfogavo la mia rabbia dando botte ai miei compagni e anche il perché mi stuzzicavano e io abboccavo.

Quest'anno avrei dovuto cambiare, avrei dovuto ignorare la mia rabbia, e il mio istinto di vendicarmi, ma non sapevo come fare.

Mi misi la tuta ed uscì fuori con le cuffie alle orecchie e la musics tutto volume cominciando a correre il più veloce che potevo, sentivo le gambe cedere, ma continuai a correre.

Il mio fiato si fece pensante dalla stanchezza, ma continuai a correre, la mia gola cominciava a bruciare insieme ai miei polmoni, mi siedo su un marciapiedi guardandomi attorno notando che non c'era nessuno.

Tornai a casa camminando, salgo le scale e i miei occhi ricadero nella palestra di Grey, entrai dentro la stanza vedendo un sacco da box.

Mi fascia le mani e mi avvicinati al sacco di colore nero e appeso da una catena di metallo, diedi un pugno al sacco facendomi male le nocche, ma il dolore che ho subito adesso in confronto a quello che sopporto tutti i giorni, non era niente, mi svegliavo con la consapevolezza che non avrei mai avuto una vita normale, ma una vita piena di dolore e sensi di colpa, e per questo che dentro mi sentivo vuota.

Cominciai a dare pugni senza fermarmi, finché non ne ebbi più la forza, mi ingonocchiai a terra respirando affannosamente dalla stanchezza, sentivo il cuore arrivarmi alla gola, mi alzai e andai in camera mia, erano solo le sei e mezza, il tempo di farmi una doccia calda e rilassante e di vestirmi si sarebbero fatte le sette e qualcosa.

Presi dei vestiti a caso, mentre riempivo la vasca, per poi immergersi dentro di essa, ed essere avvolta dall'acqua calda, il senso di colpa divorava la mia anima lasciando soltanto delle piccole ceneri che anch'essi sarebbero scomparsi spazzati da una forte corrente.

Affondai la testa sotto la vasca, e riemersi quando sentivo l'aria mancarmi, uscì dalla doccia e mi asciugai i capelli e mi vestì.

Vedevo le nocche delle mie mani con delle piccole bruciature, insieme a qualche piccola goccia di sangue, le avvolsi con delle garze e mettendo dei guanti neri che le comprivano, e lasciavano solamente le dita scoperte.

Presi lo zaino e andai di sotto trovando Grey intendo a cucinare sorrisi alla sua felicità, e gli diedi il buongiorno.

"Buongiorno T/n pronta per il tuo primo giorno di scuola media?"

"Non penso l'ansia mi sta divorando" disse mentre presi un pancake azzannandolo.

"Come tu divori il tuo pancake" disse ridendo dalla mia faccia sconvolta e piena di ansia.

"Molto spiritoso ma è meglio che adesso vado" disse dandole un bacio sulla guancia e varcando la soglia con un buco allo stomaco e un senso si nausea, l'ansia cominciava a divorarmi.

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