capitolo 44

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Pov Narratore
"Sei sicura?" chiese John mentre T/n si dirigeva nell'obitorio annuendo, erano passati due giorni dalla morte di Grey è T/n passava a il suo tempo agli allenamenti, mentre veniva osservata da Jeff senza che se ne accorgesse.

Jeff continuava i suoi omicidi mentre guardava T/b dare dei pugni a un sacco da box con rabbia.

Avevano appena fatto l'autopsia al corpo di Grey e T/n stava andando lì a riprenderselo, voleva che sui padre avesse un funerale è uan degna sepoltura, mentre il medico legale spiegava a John le analisi dell'autopsia, T/n entrava nell'obitorio.

Vide il corpo di Grey steso sul tavolo, su avvicinò a esso e gli accarezzò la guancia con la sua mano, mentre sentiva delle lacrime rigarle il volto, le asciugò velocemente sentendo qualcuno arrivare.

Sente la mano di John sulla sua spalla destra, e lei non fece niente, rimase immobile e ferma.
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"T/n sei pronta?" chiese John mentre lei guardava la bara con dentro il corpo di suo padre, i suoi occhi non staccarono nemmeno un minuto il corpo di suo padre, annuì e chiuse la bara chiudendo gli occhi e prendendo un forte respiro.

Si sedette sul primo posto, alla sua destra c'era Alison che le teneva la mano, mentre alla sua sinistra c'era John , vide le ex compagne di classe delle medie andare a mettere dei fiori davanti alla bara, per poi sedersi.

Arrivò il prete che fece segno della croce per poi prendere parola.

"Siamo qui per la perdita di un nostro e grande amico di nome Grey Pitterson" disse mentre degli agenti di polizia si diressero sulla tomba, e si misero dietro di essa in fila,uno di questi si mise davanti agli altri prendendo parola.

"Ultima chiamata per l'ispettore Grey Pitterson" prese il piccolino microfono sulla sua spalla avvicinandosi a esso.

"Ispettore mi sente? Ripeto Ispettore Grey mi sente?" chiese un'ultima volta,mentre T/n stringeva la mano di Alison mentre lei gliela accarezzava delicatamente cercando di tranquillizzarla.

"L'ispettore Grey ha lavorato con noi tutta la sua vita, mettendo la giustizia al primo posto, è adesso è andato via" disse mettendosi sull'attenti con la mano in orizzondale sulla fronte insieme a tutti gli altri agenti, si misero in fila uscendo marciando.

John si alzò sistemandosi la cravatta e andando al microfono, doveva scrivere una lettera di addio, ma non c'è l'aveva, se avesse provato a scriverle probabilmente l'avrebbe bagnata con le sue lacrima, ma alle volte è meglio parlare che scrivere.

"Grey Pitterson è stato il mio migliore amico sin da piccolo, e lo è tutt'ora. Lui sapeva quale sarebbe dotato il suo destino se avrebbe preso la strada della giustizia, ma non gli importava, non aveva paura di morire, l'ultima cosa che mi disse e che era fiero di te T/n, ti voleva bene come una figlia, ha lottato in tutti i modi, ed è arrivato a questo punto. La verità è che Grey Pitterson è un vero è proprio eroe" disse andandosi a sedere, toccava a T/n, si alzò cercando di rimanere più fredda possibile e andò in quel microfono.

"Quando ero piccola, i miei veri genitori mi furono portati via, di solito i bambini non ricordano la loro prima candelina spenta dalla sua prima torta di compleanno, e per questo che alle volte ci sono i nostri genitori che ci raccontano la nostra infanzia.
Invece io ricordo ogni particolare momento vissuto con Grey, che diventò un mio secondo padre, che mi ha salvata, ha cercato in tutti i modi di farmi rialzare, nei suoi occhi vedevo tanta stanchezza, ma lui non si arrendeva.
Lui mi ha fatto da padre come nessun altro sarebbe riuscito a fare, lui ha preso per la prima volta la mia piccola mano, per poi correre e superare ostacoli, fino a quando lui fu stato ferito, adesso si è fermato, e adesso mi ritrovo a correre da sola, mentre lui mi guarda da dietro sorridendo.
Ogni momento vissuto con lui c'è l'ho nel mio cuore, e l'ho avrò sempre, ti voglio bene papà" disse avvicinandosi alla bara accarezzando la fotografia per poi andare a sedersi.

T/n si sentiva sola, anche se accanto a se aveva delle persone accanto, ma nessuno può capire ciò che le stava succedendo, la dottoressa diceva che bisognava farsi aiutare, ma non riusciva nemmeno lei ad aiutare se stessa.

Si sedette sulla panchina del parco, osservando la fontana davanti a se, si strinse ancora di più a se, e cominciò a piangere.

Sentiva di non poter trattenere più le lacrime di dolore, rabbia, rancore e tristezza.

"T/n" si sentì chiamata da qualcuno, si girò verso quella voce, ed era Grey triste che guardava T/n piangere.

T/n continuò a piangere non riuscendo a trattenere le lacrime, sentì delle braccia stringerla forte, e delle lacrime scendere sulla sua testa, era Grey che piangeva.

Grey piangeva per il dolore che stava provando T/n, sentiva un enorme groppo alla gola, il cuore smettere di battere, un buco nello stomaco.

T/n si girò verso di lui e lo guardò per un momento negli occhi, e si abbracciarono.

Ogni suo abbraccio, ogni sua lacrima, ogni sua carezza e le sue braccia che l'ha tenevano stretta quando non riusciva ad alzarsi.

Si guardò attorno cercando il suo spirito, ma non apparve, e non ebbe il coraggio di parlargli per adesso.
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T/n si trovò davanti la casa dove è cresciuta, ma anche accolta, prese un sorso di vodka ed entrò dentro, cade a terra, ma poi si rialzò appoggiandosi alla ringhiera e togliendosi i tacchi.

Andò nella stanza di Grey completamente ordinata, accanto al letto c'era un comodino su di esso c'era una foto di lei da piccola al suo quarto compleanno.

Lei aveva un sorriso smagliante che mostrava i denti da latte.

In quella foto erano felici, Grey le aveva messo della panna sulla punta del naso, e lei rise a quel gesto, mentre Grey ricambiava la risata.

Andò dentro la sua stanza vedendo il suo orsacchiotto sulla poltrona, il suo migliore amico e l'unico che non l'ha ancora abbandonata, lo prese tra le mani e lo abbracciò stringendolo tra le sue braccia.

"Il nero ti dona" disse una voce alle sue spalle, quella di Jeff, si girò verso di lui ancora con la testa che girava, e la mente annebbiata dalle troppe bottiglie di alcol, si avvicinò a Jeff accarezzandogli il petto mentre lui l'ha osservava attentamente.

"Lo sai hai dei pettorali molto...molto muscolosi" sorrise biascicando.

"Dove vuoi arrivare ragazzina? Sei troppo ubriaca" chiese Jeff, mentre lei scuote la testa, si guardarono negli occhi per un momento, ma T/n mise le sue labbra su quelle di Jeff, che rimase sorpreso alla sua reazione,ma sapevs che questo era tutta colpa dell'alcol.

Lei mise le mani dietro la nuca di Jeff e mettendo le sue gambe attorno alla sua vita, mentre lui aveva le mani sui suoi capelli, la stessa sul letto togliendosi la maglietta, e togliendola a lei.

A Jeff non importava se T/n non ricambiava, ma in quell'attimo pur sapendo che era sempre sotto l'effetto dell'alcol lo eccitava, il suo cuore cominciava a battere forte.

Il loro rapporto era malato, non era uno di quei semplici rapporti in cui un rahazzo normale, ma un lo' stronzo corteggiava la ragazza, ma un realtà lui è un killer assassino con la voglia di sangue, mente lei è una vittima, torturata dagli abusi di Jeff, ma fino a quando non avrebbe reagito? Fino a quando sarebbe rimasta ferma dalle torture di Jeff?

solamente un gioco Where stories live. Discover now