9 - Charlie

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Stiamo tornando al parcheggio della pizzeria ormai vuota. In macchina mi sono addormentato stanchissimo e mi sono svegliato sentendo Benjamin scusarsi per essere stato assente per tutto il concerto. James gli ha chiesto chi erano quegli amici, e lui gli ha risposto che era qualcuno che non vedeva da anni. "Nulla di cui preoccuparsi" ha detto, ma dalla faccia di mio fratello posso vedere che è pensieroso ancora, e dal silenzio che cala in auto percepisco che lo sono anche gli altri. Elijah prova ad alleggerire l'atmosfera aggiornandomi sul film di domani. Mi dice che il film inizia alle sette e mi chiede dove vorremmo vederci. Gli dico che mi farò trovare fuori al cinema per quell'ora. Donald e Chloe passeranno a prendere mio fratello e mi chiedono se voglio un passaggio. Rifiuto educatamente, sono molto gentili.

Quando ci dividiamo davanti la pizzeria ormai buia io rimango con i miei fratelli, e James mi dice che gli dispiace che si sia fatto così tardi. È mezzanotte, non sono mai rientrato a quest'ora. - N-non fa niente - dico.

- La mamma non si arrabbierà? - mi chiede, e mi fa strano parlare di lei con i miei fratelli, anche se è la loro madre. Forse è perché non parliamo mai di lei. Scuoto la testa, mamma non sa neanche che sono uscito, probabilmente deve ancora rientrare da una sua sbronza, o se è già entrata, è crollata sul divano del soggiorno. James alza un sopracciglio confuso.

- Sali - si avvia alla sua auto - ti accompagniamo - ma rimango congelato sul posto.

- V-vado a piedi - dico indicando una strada buia che dovrebbe essere il mio tragitto. Sento James sospirare portandosi una mano sugli occhi.

- Fratellino - dice calmo Elijah - non fare il testardo, è notte fonda. Pensi che ti lasceremo andare a piedi da solo fino a chissà dove abiti? - Deglutisco. Non avevo pensato a questo scenario, ma non posso rischiare che mamma mi veda con loro quando solo nominarli la volta scorsa ha scatenato un putiferio. E non voglio che i miei fratelli sappiano dove vivo. È praticamente la zona più brutta e povera della città, me ne vergogno. Quando una volta in classe i miei compagni mi chiesero dove abitassi, io glielo dissi e scoppiarono tutti a ridere parlando malissimo di quel posto. Come potete dargli torto in effetti. Per strada ci sono sempre ubriaconi e fatti, raggruppamenti di tizi dall'aria losca e di notte alcune donne agli angoli delle strade mi sorridono e fanno l'occhiolino.

- V-vado a piedi - mi impunto guardando a terra, perché non ho il coraggio di affrontare di faccia i miei fratelli.

- Perché? - inizia a spazientirsi Elijah, e la voce calma di James che si intromette spezza il momento.

- È per la mamma? - le sue parole rimangono in aria per qualche secondo e alzo lo sguardo nella sua direzione. Cerca di mantenersi calmo, essere indifferente, ma so cosa significa quando la sua mascella si contrae e i suoi pugni si stringono - Non vuole vederci?

Scuoto subito la testa appena capisco il senso dei loro dubbi. Come ho fatto a non pensarci. Loro conoscono la mamma di quattro anni fa, solo quella. La mamma gentile che vuole bene ai suoi figli e li accontenta in tutto, anche quando il papà non è d'accordo. Se quella mamma non vuole vederli possono pensare che li odi. - N-non è così - dico subito - m-mamma vi vuole tanto bene, v-vi considera la sua famiglia - e non sto mentendo. La mamma spesso mi urla che per colpa mia lei non può stare con la sua famiglia, i suoi figli. E quando piange li nomina spesso. Gli vuole tanto bene, e a volte sono geloso di questo affetto mai indirizzato a me.

- Davvero? - James non riesce a mantenere la faccia da duro. L'espressione del ragazzino che era prima che ci separassimo riaffiora per un momento sul suo volto. Un ragazzo a cui manca la mamma.

- E perché allora non si è fatta viva per tutti questi anni? Neanche una chiamata! - ringhia invece Elijah facendo schioccare la lingua di rabbia. Non mi spavento, so che la sua rabbia non è rivolta verso di me.

Missing Brother [Completa]Onde histórias criam vida. Descubra agora