41 - Charlie

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Mi sveglio con una fame tremenda, mi sento debole e ho di nuovo dolore al fianco e alla faccia. - Buongiorno - mi sorride papà - o dovrei dire buonasera, sono le ventuno ormai. - Mi alzo a sedere ed è più difficile del solito, papà mi dice di non muovermi troppo e mi alza maggiormente la tastiera del letto col telecomando. Mi tocca la faccia. - La febbre sta scendendo.

Non ricordo che mi sia tornata, continua sempre a risalire e mi chiedo quando tornerò a stare di nuovo bene, correre all'aperto andando a scuola dei miei fratelli e aspettarli lì. Mi volto per cercarli ma non li vedo da nessuna parte. Sono arrabbiati con me perché mi hanno chiesto di fare il bravo mentre loro erano a scuola e io ho causato problemi a tutti? - M-mi d-dispiace - dico a papà.

- Dispiace a me, figliolo - mi accarezza in viso lui - James mi ha raccontato tutto, e devo chiederti scusa per averti fatto preoccupare così tanto.

- H-ho s-sbagliato io - dico tremante - n-non sei a-arrabbiato?

- Certo che no - risponde calmo - neanche James ed Elijah lo sono. Siamo solo dispiaciuti perché ti abbiamo nascosto delle cose importanti e questo ti ha solo fatto stare male. - Mi inizia a battere forte il cuore, cose importanti cosa? Cosa deve dirmi e non vuole farlo? - Aspettiamo i tuoi fratelli per la notizia - papà mi accarezza in testa e vedo che non è arrabbiato, ma felice - volevano essere anche loro presenti quando te l'avrei detto.

Sono agitato, forse vuole dirmi che è tornata la mamma, forse pensa che sia una bella notizia per me così non ci sarà bisogno di andare ad abitare con lui e i miei fratelli. Faccio un respiro profondo e cerco di calmarmi, ricordo le parole di James ed Elijah, mi hanno detto che non andrò più a vivere con lei. Non mi avrebbero mai mentito su un qualcosa di simile. - Charlie - aggiunge papà - è una bella notizia - annuisco chiedendomi se la sua bella notizia è bella anche per me. Apre la bocca, forse per dirmela, ma in quel momento entrano James ed Elijah.

James ha in mano un vassoio pieno di cibo e l'aspetto sembra più buono rispetto ai soliti piatti che mi portano. - Fratellino, guarda - mi sorride Elijah - abbiamo rubato il cibo più buono che c'era in mensa appositamente per te, hai fame, vero?

Non lo rispondo continuando ad agitarmi per la notizia che papà deve ancora dirmi. James poggia il vassoio sul tavolino di fianco al letto. - Ti senti meglio, Charlie? - Annuisco evitando il contatto visivo, chiedendomi se loro già sanno della notizia. - Non è una risposta - mi rimprovera James come fa sempre, ma non mi dà mai fastidio quando lo fa.

- L-la n-notizia - balbetto, sono troppo in ansia per questo - q-qual è?

- Devi ancora dirglielo, papà? - gli domanda Elijah lanciandogli uno sguardo accusatorio.

- Voi mi avete detto che volevate essere presenti quando gliel'avrei detto - si giustifica e io mi stringo lo stomaco. La fame è scomparsa lasciando il posto ai crampi dell'ansia. - Charlie - inizia papà mettendomi una mano sulla spalla - oggi sono stato di nuovo al tribunale per la tua tutela - gli guardo la bocca, le parole che escono da essa. Oggi si stava decidendo del mio futuro e io ero qui a combinare problemi a tutti? Sorride. - Oggi era l'ultima volta, però, non dovrò più tornarci.

Lo fisso confuso e James prende parola. - Papà, diglielo e basta senza girarci attorno.

- Avete ragione - mi stringe la presa sulla spalla e finalmente lo dice. - Figliolo, l'ho riavuta, la tua tutela. Sono di nuovo legalmente tuo padre e non c'è nessuno che potrà mai dire il contrario.

Lo guardo incredulo cercando di elaborare le sue parole. Davvero? Davvero davvero? - P-posso venire ad a-abitare c-con voi?

Elijah sorride luminoso. - È quello che ti stiamo dicendo.

Missing Brother [Completa]Onde as histórias ganham vida. Descobre agora