63 - Elijah

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Per quanto siano fastidiosi e rumorosi, è bello sentire questo baccano provenire dal piano di sotto. È come anni fa quando venivano a casa gli amici di Charlie e io mi arrabbiavo di brutto, perché erano terribili e combinavano solo guai. Ora invece sentirli è come un calmante. Mi messaggia Zack, che è a casa di Chloe e Donald, e mi chiede come sta il fratellino. Stamattina li abbiamo avvisati del fatto che non saremmo andati a scuola per controllare Charlie che si era ammalato. Aveva detto che doveva stare davvero male se siamo rimasti in due a casa con lui. Ma la verità è che siamo anche stremati per la notte. Nessuno di noi due ha chiuso occhio dopo essere stati svegliati nel cuore della notte da papà, che ci chiamava dalle scale e ci diceva di fare qualcosa per Charlie perché aveva combinato l'ennesimo casino.

Vedere Charlie così terrorizzato chiuso in se stesso sotto quel tavolo mi ha fatto crescere una rabbia cieca verso papà. Gli ho urlato capendo quasi subito la situazione. Charlie ha detto che quella donna tornava a casa la notte sempre ubriaca e se la prendeva con lui. Scendere di sotto e trovare papà nelle stesse condizioni lo avrà sconvolto. Ma Charlie non sapeva che papà era brillo, sì, ma non ubriaco, che anche dopo aver bevuto è ancora capace di ragionare. Per questo aveva capito la gravità di cosa aveva combinato e ci è subito venuto a chiamare. Io e James abbiamo cercato di tranquillizzarlo mentre papà girava per la stanza e si malediceva per non combinarne mai una giusta. Poi ha aperto le finestre per far passare quel tanfo di birra, ma Charlie non si calmava. È stato terribile vederlo tremare così tanto mentre ci diceva di non toccarlo. Quante volte sarà stato spaventato nello stesso modo ma con nessuno affianco tranne la donna per cui aveva così paura?

James si è seduto accanto a lui e io l'ho imitato. Bastava che almeno capisse che c'eravamo noi e che era al sicuro, e lo abbiamo lasciato sfogare. Ha pianto un sacco e poi finalmente si è tranquillizzato. Ci è voluto però molto tempo perché accadesse, nel frattempo io e James non ci siamo mossi da lì. Poi il mio fratellino era così esausto da tutto che si è addormentato di colpo, e quando James lo ha tirato fuori da sotto il tavolo era ormai quasi l'alba e Charlie respirava in affanno. Era bollente al tatto e l'abbiamo riempito di coperte svegliandolo quel che bastava perché fosse in grado di prendere la medicina. Per la febbre non si era neanche accorto di papà che gli manteneva il bicchiere e gli diceva di bere. Mi sono preoccupato tantissimo.

Quando papà è dovuto andare via per il lavoro, sembrava essersi finalmente abbassata un po'. Stava andando via dicendoci che avrebbe chiamato le nostre scuole per dire che oggi saremmo stati a casa e chiedendoci di avvertirlo se succedeva qualcosa. Gli ho risposto sprezzante, ancora arrabbiato per ieri notte. Gli ho domandato che cosa mai avrebbe potuto fare al riguardo, che quello che fa porta sempre Charlie a stare male, a peggiorare la situazione. Gli ho indicato il mio fratellino, e sembrava così piccolo e vulnerabile sotto tutte quelle coperte sul divano. James mi ha detto di piantarla, papà mi ha guardato in cagnesco e per un attimo ho pensato che forse avevo per davvero superato il limite. Poi è andato come una furia in cucina, ha aperto la dispensa e ha preso le bottiglie di birra che teneva nascoste. Le ha aperte e ha versato tutto il contenuto nel lavandino. Ha gettato le bottiglie vuote nel cestino e poi ha raccolto la busta della spazzatura. "In questa casa non ci sarà più alcool" ha tuonato e poi è andato via. Mi sono seduto accanto a Charlie dicendo a James che non può credere che facendo così risolverà la situazione. James mi ha fissato accigliato, ha controllato Charlie e ha detto che almeno papà ci stava provando. Non ho più detto nulla, credo di essermi anche io addormentato in mattinata, a differenza di James che girava per la casa cercando cose da fare per non rimanere fermo. Non è andato ad allenarsi stamattina, ma non si lamenta mai per questo, dice sempre che non importa, che recupererà.

È stato un bene, infatti, che ci fosse lui quando dopo pranzo Charlie ha avuto un attacco di panico. Di solito gli succedono dopo uno di quegli incubi terribili, e immagino che il motivo è perché non hai potere su ciò che il tuo cervello ti fa sognare, ma in questo caso Charlie era sveglio. Un pensiero terribile lo ha visitato all'improvviso e sembrava non riuscire a scacciarlo via. E ho paura di quello che potrebbe aver pensato.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now