72 - Charlie

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Mi sveglio di botto, il cuore in gola, i battiti veloci, sudato. Ho paura, ansimo, non riesco a respirare. Mi stringo forte, voglio piangere. Sento Ebony leccarmi la faccia, le lacrime che già stanno uscendo. - Charlie - Elijah si è fiondato accanto a me agitato - stai bene? Tranquillo, era solo un incubo.

Alzo le ginocchia e me le stringo nelle coperte. Ebony continua a starmi addosso. C'è solo lei ed Elijah, significa che non ho urlato questa volta, ma so perché, ricordo il sogno. Non era quello solito con la mamma, ma era tristissimo. Papà che mi presentava Emily, il volto era come quello della mamma. Sembrava gentile, ma poi papà mi ha detto che non le andavo molto a genio. Ha aggiunto: "Cerca di capirmi, figliolo, non voglio perderla, devo scegliere fra te e lei, e io la amo". Poi mi ha aiutato a fare le valigie e nel mentre mi diceva che sarei stato bene. Io allora ho iniziato a piangere, a supplicarlo di farmi rimanere, gli ho promesso che non gli avrei dato fastidio e mi sono svegliato tristissimo. - Papà - singhiozzo.

- Vuoi papà, Charlie? - mi chiede Elijah toccandomi una spalla. - Lo vado a chiamare - si alza e lo sento correre verso la porta e chiamare con voce forte papà, gli dice di venire, e anche lui si affretta a entrare in stanza. Non guardo, ansimo ancora, mi stringo forte le braccia. Era un sogno, non era reale, ma di quanto? Emily non c'è, non l'ho mai vista, ma in questo momento la odio, non la voglio vedere, non voglio che mi porti via papà.

- S-sto bene - cerco di dirgli quando me lo sento accanto. Volevo essere più forte dopo un incubo. Con Mr. Thompson mi sono preparato a dovermi ripetere che questa paura non è reale, ma non è così facile. I sogni sono sempre così vividi, così forte. Detesto dormire, ogni volta che provo ad addormentarmi, o non sogno nulla o faccio un incubo. Non ricordo l'ultima volta che ho fatto un bel sogno.

Tremo e papà mi abbraccia, mi tiene stretto e allora io piango, non mi trattengo più e mi lascio andare. - Va tutto bene, figliolo - mi ripete - vuoi parlarne? - Mi mordo un labbro e me ne sto zitto. A volte dico cosa ho sognato; papà mi rassicura e riesco a riaddormentarmi ogni tanto, ma questo sogno no, non posso dirglielo. Se sa che so di Emily potrebbe arrabbiarsi per il fatto che ho origliato una sua conversazione, e ho così paura che se mi parlerà di lei sarà tutto come nel sogno. Scuoto la testa e tremo di più nell'abbraccio di papà. - D'accordo - papà ha la testa sulla mia, lo sento sospirare. È triste, l'ho deluso, lo faccio con tutti, deludo le persone. - Lo sai che mi puoi raccontare tutto, vero?

Sbircio papà, mi sta guardando, ma io non so cosa pensare. Dice sempre che gli posso dire tutto, ma lui mi nasconde di Emily perché sa che se capitasse, dovrebbe scegliere tra me e lei, e io ho così tanta paura di questo. Non voglio che mi parli di Emily, ma il fatto che non me ne parli non fa che darmi da pensare. Forse papà non mi parla di lei perché non pensa che ci sia ragione che lo sappia, non sono così importante perché lo debba sapere. Non sono decisioni che spettano a me. Niente mi spetta.

Mi stacco da papà, non mi piace pensare queste cose di lui, io gli voglio davvero tanto bene. Papà forse recepisce questa mia distanza, rimane confuso, non sa che dire. Non mi stacco mai da un suo abbraccio dopo un incubo, e lui mi rimane vicino fino a mattina, ma... Mi ritorno a stringere nelle coperte. Papà continua a dirmi che era solo un sogno, che va tutto bene, ma lui non sa che io so. Non gli dico nulla, rimango dove sono e papà si passa una mano nei capelli. Poi James si avvicina, dice a papà di farlo provare, e quando mi chiede cosa mi turba io non rispondo ancora. Mi sento male anche perché non ho idea se i miei fratelli sanno di Emily o meno, se papà mente anche a loro e io sto mentendo a mia volta non dicendoglielo. Non so cosa fare, mi sento soffocare e non so a chi chiedere aiuto. Piango e rimango così fino a mattina.

——

Sono le otto. James sta andando in tribunale con papà ad assistere al processo della mamma. Mi hanno voluto dire che vanno lì, che volevano essere sinceri su dove andassero, ma non mi dicono come sta andando. Quando tornano non parlano mai di cosa è successo e io non chiedo mai nulla.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now