13 - Elijah

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Si è fatto tardi. Charlie dice che deve andare, ma non voglio che vada via. Sembra sempre cosi flebile la sua presenza, come se cercasse di nascondersi dal mondo intero. Ho paura che se andrà via non lo rivedrò più. Scomparirà di nuovo come quattro anni fa. A Benni viene un'idea e chiede a Charlie se vuole rimanere a dormire lì per la notte, poi si volta e lo chiede a tutti noi. - Come ai vecchi tempi - aggiunge.

Guardo Charlie cercando di trattenere l'eccitazione. Prima sono stato troppo impulsivo, ho spaventato Charlie e ha iniziato a piangere. Mi dimentico di quanto sia sensibile e mi faccio troppo trasportare dal momento. Ecco perché, tra noi, è James quello più riflessivo, anche se non lo direste mai visto quanto da piccolo amasse la violenza, cosa che ama tutt'ora, ma la nasconde bene. Charlie si tira una manica, si guarda attorno e annuisce appena. Poi vede il sopracciglio alzato di James e si corregge. - V-va bene.

Vorrei sapere perché fa così, perché balbetta, si blocca a parlare, qual è stata la causa scatenante. Davvero il motivo è stato lo shock di tutto ciò che è successo? Il lasciarci e scoprire la verità e andare via con mamma lo ha così tanto stressato? Ci penso e immagino di sì. Per me è stato terribile, per Charlie deve essere stato peggio. Sorrido al mio fratellino e mi avvicino a lui. - Io dormo con Charlie.

- Potete usare la stanza degli ospiti - ci dice Benni - e uno di voi può usare il divano.

James accarezza la testa del nostro fratellino, gli guarda i lividi senza farsi troppo scoprire. Io ero così sconvolto. Chi potrebbe mai vedere Charlie e decidere di colpirlo? È così piccolo, tranquillo e indifeso. È ovvio che è stata aggressione volontaria, qualcuno lo ha colpito di proposito. Prima che si svegliasse Charlie, ho detto a James che dovremmo insistere per farci dire chi è stato, denunciarli, ma lui continuava a dire che se era chi pensava poteva essere pericoloso, potevamo mettere Charlie e nostra madre in pericolo, e poi guardava Benni. Xavier è morto, ha detto prima lui. Non ci ha detto come, ma spero che non c'entri nulla il lavoro pericoloso che faceva per mano della gente dove ci era finito dentro Benni anni fa. Lo abbiamo tirato fuori da quel posto con la forza e ora sembra aver tagliato ogni legame, ma continuo a pensare ai tizi che ha incontrato al concerto e al fatto che si sia ritrovato in quella zona oggi. Guardo Charlie, non deve assolutamente finire immischiato con quelle persone.

- Dovresti avvertire mamma - dice James - o si preoccuperà. - Charlie sembra un attimo alla deriva, si estranea dal mondo più di quanto faceva da piccolo. - Lo ricordi il numero?

Charlie annuisce dimenticando di avere una voce e si alza, si guarda attorno e afferra il telefono mobile di casa di Benni. - P-posso u-usarlo? - chiede al proprietario di casa.

- Nessun problema - gli dice Benni e Charlie va a chiamare in bagno. È una reazione strana, fa male pensare che mamma non ci voglia vedere, ma poi penso che per Charlie deve essere lo stesso con papà. Non ci credo che non provi più nulla per il ragazzo che ha creduto suo figlio per otto anni. I sentimenti non possono spegnersi improvvisamente. Poi mi ricordo della faccia che ha fatto quando abbiamo parlato di Charlie, del tono che aveva quando ho sentito che chiedeva a James come stava. La mamma fa così anche con Charlie? Cosa la frena dal volerci incontrare?

James mi si avvicina. - Non insistere con Charlie per quanto riguarda i lividi, non vuole dircelo.

- E questo dovrebbe fermarci dal capire se nostro fratello è in pericolo?

- Lo terremo più d'occhio, ci assicureremo che non ricapiti.

- Come fai a essere sicuro che se le sia fatta in quella zona? È molto grave quello che dici, se Charlie è finito in mezzo a quella gente dobbiamo aiutarlo ora - James non può mettere da parte il problema, ma capisco che pensi che insistendo potrebbe vedere Charlie allontanarsi. È successo con Benni, e ha paura che potrebbe succedere di nuovo con nostro fratello.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now