40 - James

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- Ti odio - mi mima Elijah dal banco dall'altra parte della stanza. Lo fulmino con lo sguardo anche se so di essere nel torto, che ho sbagliato a raccogliere la provocazione dell'altro tizio seduto con noi nell'aula di punizione. Ero già nervoso e in ansia per Charlie, ma appena finite le lezioni, nonostante io ed Elijah fossimo scattati per andare da lui, il vicepreside ci ha chiamato nel suo ufficio. Ci ha detto che è stato messo al corrente della situazione, ma che non voleva che una stella dello sport come me e uno studente brillante come Elijah trascurassero la scuola e le proprie responsabilità. È andato avanti così per venti minuti. Mi sono innervosito ancora di più e quando siamo usciti ho beccato un mio compagno di basket che stava andando ad alcuni allenamenti che hanno incrementato con l'avvicinarsi di una partita importante. Era Jeremy, il solito ragazzo con cui litigo perché è una testa calda come me. Ha iniziato ad attaccarmi per il fatto che manchi ai doveri della squadra, che li ho abbandonati senza farmi sentire e senza importarmi del campionato.

Il coach e Donny, che è il capitano, sono al corrente della situazione, ma con gli altri miei compagni non ho un rapporto così stretto, e sanno solamente che ho un parente in ospedale. I primi giorni non hanno detto nulla, ma poco dopo sono arrivati i primi messaggi e chiamate che ho ignorato. Anche il coach mi ha chiesto quando sarei ritornato, che la squadra ha bisogno di me, ma in questo periodo il basket è l'ultima cosa a cui penso. Il mio chiodo fisso è Charlie, al fatto che si riprenda, la preoccupazione della sua tutela, e poi c'è il problema con la mamma che non si sa dove sia. Non lo diciamo apertamente, ma più passano i giorno in cui non si trova e più l'ansia cresce.

È ancora difficile per noi accettare quello che ha fatto a Charlie, la vita terribile che gli ha fatto vivere. Vorrei solamente che si trovasse e ci desse delle spiegazione e si facesse curare, perché è malata ed è da qualche parte a fare chissà cosa da sola. La mia preoccupazione per lei si alterna al sentimento che è mia madre e che dovrei volerla bene, poi guardo Charlie che è magro, non riesce a stare in piedi ed è stato malissimo. Vedo i suoi segni e le sue cicatrici, ricordo ciò che ci ha raccontato e sale in me una rabbia terribile, una furia e un voler distruggere ogni cosa.

Comunque sia, quel ragazzo ha continuato a provocarmi, mi ha detto che la squadra è importante e ho provato a ignorarlo, poi ha aggiunto che dovevo smetterla di essere egoista, che me la credevo troppo e che dovevo pensare un po' di più agli altri. L'ho colpito con un pugno. Credo di averlo fatto perché prima lui ha centrato dove faceva più male. Sin dall'inizio avrei dovuto preoccuparmi di più di Charlie, non pensare al fatto che mamma avesse abbandonato me, Elijah e papà per andare chissà dove con lui. Ho creduto che Charlie stesse vivendo bene perché ricordavo il modo amorevole in cui mamma si comportava con noi, lo stesso modo che mi mancava da morire, e non mi sono accorto di ciò che era ovvio. È iniziato un combattimento violento, ed Elijah ha provato a staccarci prima che la situazione peggiorasse, ma il vicepreside è arrivato in quel preciso istante non volendo spiegazioni e mandandoci dritti tutti e tre in punizione. Mi hanno dato semplicemente del ghiaccio da tenere sulla guancia dolorante.

Devo contattare Charlie, fargli sapere il motivo del nostro ritardo e far sì che non si preoccupi. Ho provato a chiamarlo e gli ho mandato un messaggio prima che ci confiscassero i cellulari, ma non ha mai risposto. Spero che abbia letto almeno il messaggio. È incredibile come Charlie a volte si dimentichi di avere adesso un telefono, non lo usa mai, ed è ironica la cosa perché lui non dimentica nulla. Ha una memoria eccezionale e da piccolo dissero che ha una memoria eidetica, una cosa rarissima. Ma aggiunsero che con gli anni può sbiadire, cosa che a lui non è successo perché è ancora capace di ricordare tutto alla perfezione.

Quando l'altro giorno lui ed Elijah erano impegnati a fare un gioco che consisteva nel ricordare alcune carte, Elijah gli disse che non era giusto, che avere una memoria simile era troppo comodo. Aggiunse che voleva anche lui avere un cervello come quello di Charlie. A Charlie era sempre piaciuto quando papà gli faceva i complimenti su ciò che era capace di ricordare, ma quella volta il suo viso si era incupito e aveva balbettato che ricordare tutto così bene non era molto bello. Lì per lì non lo capii, poi una consapevolezza terribile mi colpì, come immagino colpì Elijah perché fece una faccia terribile come la mia. Charlie ricorda le cose belle come ricorda le cose brutte. Tutto ciò che mamma gli ha fatto e detto, lui le ricorda alla perfezione. Questi ricordi già non andranno mai via, lui però avrà il peso di ricordarli chiaramente. Ogni dettaglio, ogni parola, ogni movimento sono impressi nei ricordi di Charlie indistintamente. Ogni volta che ci penso mi risale la nausea e la voglia di colpire qualcuno o qualcosa.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now