14 - Charlie

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Mi sveglio nel panico quando mi rendo conto di non essere nel mio letto nella mia stanza. Poi mi volto e vedo Elijah dormire al mio fianco, il sole che ai sta alzando dalle persiane della stanza degli ospiti di Benjamin. Ho davvero dormito fuori tutta la notte? Con i miei fratelli? Dovrei essere preoccupato per la mamma, ma non riesco a togliere il sorriso dalle mie labbra. Sono contento di essere stato con i miei fratelli, di non essermi dovuto preoccupare di nulla, sentirmi al sicuro per una notte e dormire come non facevo da molto.

Mi alzo a sedere e il sorriso inizia ad affievolirsi. Cosa dirà la mamma quando rientrerò a casa? Quanto si arrabbierà per essere stato fuori e non averle detto niente? Ovviamente ho detto ai miei fratelli che l'avrei chiamata per non destare sospetti, ma in bagno non ho composto nessun numero. È stato meglio così, avrebbe dato di matto altrimenti. Anche se una parte di me diceva di tornare a casa perché la mamma si sarebbe infuriata, non l'ho ascoltata. Probabilmente, ho pensato, sarebbe stata la mia unica occasione per far ritornare le cose come una volta. Stare in una casa con i miei fratelli che girano per le stanze. Una casa piena, rumorosa. Una casa.

- Charlie - sussulto quando Elijah mi tocca un braccio - va tutto bene? - Annuisco, mi ero di nuovo perso nei pensieri. A Elijah non piace molto quando lo faccio, anche se non so bene perché. Ci sono molte cose di me che danno fastidio alle persone, lo so bene.

- J-James? - chiedo, mi sono svegliato e non l'ho trovato. Dormire in mezzo ai miei fratelli mi ha fatto tornare a essere un bambino viziato ed egoista. Voglio stare con loro, sentire di nuovo quel calore di una famiglia.

Elijah prende il cellulare dal comodino. - Sono le nove, sarà andato agli allenamenti di basket - annuisco. James aveva detto che si allenava i fine settimana. Elijah si mette a sedere e mi scompiglia i capelli. - Andiamo a fare colazione. - Lo seguo di sotto e troviamo Benjamin seduto al bancone della cucina davanti una ciotola di cereali non toccata, gli occhi assenti. - Buongiorno - dice Elijah.

Alza lo sguardo e finalmente ci sorride. - Buongiorno.

- B-buongiorno - balbetto impacciato.

- Dormito bene, Charlie? - mi chiede Benjamin e io annuisco deciso. Ho dormito come non facevo da giorni. Erano un paio di notti che non riuscivo a chiudere occhio. Mi sentivo agitato e spaventato. Se chiudevo gli occhi li riaprivo nel panico di essere chiuso nello sgabuzzino. Ieri sera invece è stato diverso. So di non dover avere paura quando sono con i miei fratelli, poter stare tranquillo, e una valanga di stress è andato via, lasciandomi stanchissimo. - Ti vanno bene i cereali per colazione? - mi domanda Benjamin mettendomi davanti una tazza vuota. Annuisco e lui mi avvicina un cartone del latte e i cereali che mangiavo da lui ogni volta che venivo qui da piccolo. In tutti questi anni non li ha mai cambiati. Me ne verso un sacco e riempio la ciotola. Elijah non fa colazione, è solo seduto al tavolo e chiede a Benjamin cosa farà oggi. - Andrò a vedere la partita, anche gli altri andranno lì.

- C-c'è una p-partita? - chiedo dopo aver ingoiato un cucchiaio enorme di cereali. È quella in cui James mi ha invitato? Non mi ha detto più niente, non vuole che ci vada?

- È solo un'amichevole - spiega Elijah - James non gioca, ci andremo per Donny, vuoi venire? - Oh, allora forse non mi ha invitato perché sa che non giocherà o forse perché non gli importa se io venga o meno alle sue partite di basket. Scuoto la testa. Anche se vorrei vedere gli altri e stare più tempo con i miei fratelli, devo tornare a casa, vedere l'entità del danno causato. Forse posso evitare di peggiorare la situazione con la mamma tornando a casa prima che si svegli. Il sabato è il suo giorno libero e di solito si sveglia sempre tardi.

Mi alzo in piedi. - D-devo a-andare.

Elijah mi imita, fa il giro del tavolo e mi viene davanti. - Dove Charlie?

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