32 - James

217 16 3
                                    

Di mattina l'ospedale inizia a muoversi di più. Anche di notte c'era movimento, ma ora vedo in giro più dottori e pazienti. Papà ci ha portato un cambio d'abiti e io ed Elijah abbiamo usato il bagno in stanza di Charlie per toglierci finalmente quelli di prima. Non siamo mai stati per così tante ore io, papà ed Elijah nella stessa stanza senza che scoppiasse un litigio violento. È un bene che si trattengano per Charlie. Verso le otto qualcuno lo viene a controllare. Un'infermiera gli tira parecchio sangue e Charlie si lamenta per il dolore. Gli dico di fare piano, che non c'è bisogno di essere così violenti, ma lei sbuffa lamentandosi che Charlie ha le vene piccole e sta facendo del suo meglio. I lividi di Charlie sono ancora più evidenti di prima, non stanno migliorando ed è ancora un chiodo. Mangiare solo con dello zucchero che ti scende da un tubo alla mano non aiuta di certo. Voglio che si svegli, mangi e mi sorrida. Capisca che ci siamo noi qui adesso e che è al sicuro.

Una signora tozza e bassa entra in stanza quando ci siamo solo io ed Elijah con Charlie. Papà è andato fuori la stanza e ha iniziato dalle sei a chiamare chi di dovere, ma sembra che dalla presenza di questa signora non sia valso a nulla. - Mi chiamo Michelle Brown degli assistenti sociali - si presenta con un sorriso stringendoci la mano - sono stata nominata tutrice temporanea di Charlie Baker.

Improvvisamente capiamo la situazione ed Elijah si alza si scatto. - Cosa? Perché!? - indica me e poi lui. - Charlie ce l'ha già una famiglia, siamo noi, non ha bisogno di nessuna tutrice.

La signora rimane tranquilla nonostante Elijah le stia mostrando ostilità. - Non voglio certo allontanarlo dalla sua famiglia, so che dovete essere molto importanti per Charlie.

- Certo, siamo suoi fratelli - continua Elijah e poi si volta merso di me. - James, dici qualcosa, lei non può essere il tutore di Charlie.

- Lo so - dico portandomi una mano alla tempia, mi sta salendo la rabbia. Vorrei dirle di scomparire, che lei è l'ultimo dei nostri problemi adesso, ma qualcosa colpisce Elijah.

- Tu lo sapevi? - mi guarda scioccato e proprio in quel momento entra papà in stanza. - Era questo che non volevate dirmi, che Charlie è stato messo in mano agli assistenti sociali?

Elijah inizia ad ansimare agitato e la signora ci dice che aspetterà fuori valutando un attimo la situazione. - Ora calmati - gli intimo quando vedo Michelle andare via - hai dimenticato che c'è un paziente accanto a te?

Elijah guarda Charlie, si morde un labbro e si siede accanto a lui. - Papà, che significa?

Papà sospira, ha un po' di barba sul mento e i capelli in disordine. È stanco, perché come noi neanche lui ha dormito. - È da ieri che sto chiamando legali e avvocati. Sto cercando di sistemare la situazione.

- Perché si è creata innanzitutto? - domanda Elijah - tu e... lei siete ancora sposati, sei ancora ufficialmente il padre di Charlie.

- Esatto - dice papà - fino a quando non si sarà chiarita per bene la situazione non possono dire quanto io c'entri con tutto questo. Potrei essere accusato anche per negligenza di minore e potrebbero decidere di revocarmi per sempre la custodia di Charlie.

Papà si acciglia terribilmente rendendosi probabilmente conto che è quello che ha fatto. È colpa di tutti però, nessuno si aspettava che Charlie si trovasse in quello stato. - E tu la vuoi - domanda Elijah evitando di guardare papà - la custodia di Charlie?

Guardo tra lui e papà aspettando anche io la risposta. Dall'atteggiamento di papà in tutti questi anni ho sempre pensato che ci tenesse ancora a Charlie, e da come si sta comportando ne ho più la conferma, ma ho bisogno adesso di sentirglielo dire chiaramente. Papà si avvicina a Charlie, gli prende la mano. - Ovviamente - dice - non mi è mai importato del fatto che fossimo collegati dal sangue o meno - lo guarda intensamente - Charlie è mio figlio.

Missing Brother [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora