21 - James

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È da due giorni che Charlie non si presenta. Vorrei fumarmi una sigaretta, ma è da lunedì che Elijah tossisce e respira strano. Ho paura che potrebbe venirgli un attacco d'asma e quindi sto evitando di fumare con lui nelle vicinanze. - Vi va di andare in caffetteria? - propone Zack. - O aspettiamo ancora un altro po' il fratellino?

Nessuno risponde. Mi stringo nella giacca. Fa freddo, dicono che settimana prossima potrebbe nevicare, e penso che dovrò portare Charlie alla pista di pattinaggio durante le vacanze invernali. Si divertiva sempre un mondo quando ci andavamo tutti assieme quando eravamo piccoli. Guardo Elijah che sta messaggiando con quella che dovrebbe essere la sua nuova ragazza. Ma so che è solo di passaggio. Ne ha una ogni volta che sta attraversando un periodo in cui cerca di non pensarci. Avere una ragazza è la sua via di fuga, e gli lascio credere che vada bene. La mia via di fuga è il basket, concentrare mente e corpo in quello e lasciare che tutto il resto passi in secondo piano.

Mi sento dare un colpetto alla gamba. È Chloe, è a terra a giocare a un videogioco, ma non la guardo. Col suo gesto capisco all'istante e subito punto verso l'entrata del parcheggio. Anche con gli occhi costantemente fissi sullo schermo, è la prima ad accorgersi sempre di Charlie. È lì infatti, la sciarpa attorno al livido che sarà ancora troppo visibile. Indossa un giubbotto vecchio, che non sembra molto caldo, e si guarda continuamente dietro. Elijah non mi aspetta mentre si dirige verso di lui e io lo seguo. - Charlie, stai bene? - gli chiede prima di tutto. È scomparso dopo essersi ripresentato con quel livido in faccia e non sappiamo nulla di come se lo sia fatto. Elijah ieri ha continuato a dire che dovevamo chiamare la polizia, ma gli ho detto che era inutile, perché non sapevamo nulla.

"Sappiamo dove va a scuola" aveva suggerito "andiamo lì e chiediamo dove abita" ma ho detto di aspettare almeno qualche altro giorno perché è improbabile che ci diano informazioni su uno studente, anche se affermiamo di essere i suoi fratelli. Ma se saremmo dovuti ricorrere a tanto, in quel caso mi sarei imposto dicendo che riguardava la sua sicurezza personale.

È da un po' di tempo infatti che guardando Charlie, io ed Elijah siamo in ansia. Percepiamo qualcosa che continua a nasconderci, e lo sappiamo che sono collegati ai lividi che gli vediamo addosso. I nostri genitori sono per la politica di non dover mai alzare un dito addosso ai proprio figli, per questo da piccoli venivamo puniti negandoci videogiochi o tv, ma niente di più. Charlie, poi, è molto sensibile. Ogni volta che si faceva male scoppiava in lacrime, approfittando troppo del fatto che fosse il più piccolo e il più viziato. Per questo non posso sopportare l'idea che qualcuno gli abbia fatto del male fisico, e ci nasconda chi è stato. Se non sono certo che lui e la mamma sono al sicuro, quest'ansia mi mangerà vivo. Quando abbiamo avuto il presentimento che Charlie si fosse fatto quei lividi in casa, mi sono sentito sprofondare. Continua a nasconderci le cose, detesto questa distanza che si è creata con nostro fratello, nonostante stia facendo di tutto per rimediare. Mi cresce una rabbia dentro e spesso sbaglio a sfogarla troppo sul basket.

Charlie annuisce alla domanda di Elijah. Non lancia neanche uno sguardo ai nostri amici. Ha lo sguardo perso, quasi vuoto. - M-mamma - dice - è-è qui.

Alzo lo sguardo all'istante e mi guardo intorno non vedendola in mezzo a una manciata di ragazzi ancora nei paraggi. - È venuta perché gli hai detto che volevo parlare con lei? - Annuisce di nuovo. Sento Elijah immobilizzarsi. Probabilmente non si aspettava di rivederla così improvvisamente, ma se Charlie sta così, devo sapere se anche lei sta bene. Non ne abbiamo parlato, ma io ed Elijah abbiamo avuto lo stesso pensiero. Cosa se Charlie ci avesse mentito riguardo al fatto che mamma vede qualcuno? Cosa se picchia anche lei? - Dov'è, Charlie? - chiedo.

Lui si volta verso la strada. - A d-destra. Sta a-aspettando su una p-panchina d-dietro l'isolato.

Guardo Elijah. Ha una faccia terribile e ansima leggermente, poi si accorge che lo sto guardando e annuisce. Sospiro e mi giro verso gli altri. - Vi dispiace stare con Charlie fino a quando non ritorneremo? Potete anche andare da qualche parte e poi vi raggiungeremo.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now