26 - James

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- Non hanno voluto dirci nulla - Elijah entra in auto con me strizzandosi l'acqua dai capelli. È da più di una settimana che piove, ed è lo stesso tempo in cui non abbiamo più visto Charlie. Sapevo che sarebbe scomparso di nuovo e la cosa mi provoca un'ansia pazzesca. Siamo andati alla sua scuola, abbiamo chiesto il suo indirizzo di casa, abbiamo insistito dicendo che siamo i suoi fratelli, ma quella gentaglia non ha voluto dirci nulla sostenendo che fosse violazione sulla privacy. Ho iniziato ad alzare la voce, ho detto che avrei chiamato la polizia e alla fine è stato tutto inutile, da loro non abbiamo ricavato nulla. Elijah ha anche provato a chiamare al numero con cui Charlie una volta l'ha telefonato sostenendo che era della vicina. Nessuno ha mai risposto nonostante ci riprovi spesso.

Sono frustrato, arrabbiato, Elijah lo è più di me, ma non dice nulla. Papà ha detto di aver provato a contattare la mamma e non è andata bene. Ci ha detto solo "sapete come è fatta" e basta. Sta a significare che non ha voluto farsi aiutare, che preferisce che lei e Charlie rimangano in miseria più di mettere solo per un attimo da parte il suo maledetto orgoglio. Caccio il telefono dalla tasca e ricompongo il numero della mamma. Due giorni fa l'ho chiamata, ho chiesto di Charlie, ma lei mi ha solamente detto che si era ammalato senza darmi ulteriori spiegazioni. Le ho detto di richiamarmi per poter parlare con lui quando sarebbe rientrata dal lavoro, ma non l'ha mai fatto. Le ho anche chiesto dove abitasse con precisione, ma non ha voluto dirmelo. Mi ha solo detto che era inutile venirli a trovare visto che la loro sistemazione era "temporanea". Ho sentito un brivido freddo corrermi su per tutta la spina dorsale. Non ho idea a cosa mamma si riferisse, e la paura che possano improvvisamente sparire si fa sempre più viva.

Faccio partire la chiamata e guardo Elijah mentre il telefono suona. Mi fissa in attesa. Sa che sto chiamando la mamma, non si lamenta che la contatti perché anche lui è tremendamente preoccupato per Charlie. Lo vedo ansimare leggermente piegato in avanti sul sedile di fianco. Allungo una mano verso il cruscotto di fronte a lui, apro il portaoggetti e prendo il maledetto inalatore. Sono ancora irritato e glielo spingo in petto senza dire una parola. Se non sono io a ricordargli di usarlo, lui non lo fa mai. Piove, fuori è umido ed è preoccupato. Ci manca solo che abbia una delle sue crisi.

- Pronto? - sento finalmente rispondere dall'altra parte.

- Mamma - dico, Elijah si agita con l'inalatore in mano.

- James - il tono di nostra madre subito cambia, si rallegra - come stai? Come sta Elijah? Sono così contenta di sentirvi.

- Mamma, siamo preoccupati per Charlie - arrivo subito al dunque - vogliamo vederlo. - Sento mamma sospirare, non mi piace quando fa così. - Perché ci stai negando di vederlo? - So quanto mamma sia dispettosa e testarda, ma vietarci di vedere Charlie solo per fare un torto a papà? È nostro fratello e sto per dare di matto.

- Non vi sto negando di vederlo - dice - è solo che è stato poco bene e gli ho detto di non uscire visto le condizioni climatiche.

- È ancora malato? - so che non dovrei mettere in dubbio le parole di mamma, ma c'è qualcosa che continua a non quadrarmi, come se continuasse a mancare un pezzo del puzzle.

- Ora sta meglio - risponde.

- Bene - dico - vogliamo vederlo. Di persona. - C'è silenzio, lancio uno sguardo a Elijah, il respiro sempre più pesante, ma è concentrato su di me, sulla mia chiamata.

- D'accordo - dice alla fine, dopo un tempo che mi sembra infinito. - Domani è il mio giorno libero. Vediamoci tutti e quattro di pomeriggio. Fate venire anche vostro padre se vuole.

Tiro internamente un sospiro di sollievo. Ci organizziamo per incontrarci in un locale in zona e riattacco. Elijah sembra più sollevato, ma non del tutto. Nessuno di noi due si sentirà completamente tranquillo fino a quando non vedremo Charlie. Mio fratello apre l'inalatore e finalmente si decide a usarlo.

Missing Brother [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora