19 - Elijah

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Siamo al parcheggio, è lunedì, e di Charlie neanche l'ombra. Di solito non fa mai tardi, se è in ritardo non viene proprio, e questo mi mette addosso un'ansia inspiegabile. Mi ritorna in mente la conversazione che ho avuto con James sabato notte, al fatto che dobbiamo sapere come Charlie si è fatto quei lividi, e mi chiedo se ora non sia già troppo tardi per preoccuparsene.

- Il fratellino non viene oggi? - chiede Zack. James anche è agitato, non risponde e si accende una sigaretta. Dovrei dirgli di smetterla, che così si ucciderà solamente, ma continuo a pensare che anche io vorrei distrarmi in qualche modo. Mando un messaggio a Zoe, le chiedo cosa farà stasera e lei mi risponde all'istante che era ora che le chiedessi di uscire. Le chiedo di proporre qualcosa e lei decide per il cinema.

- Ah, ecco il piccolo stalker! - indica Chloe dietro un muro. Il muro dove Charlie era solito nascondersi prima che noi pensassimo al piano di Donald per scovarlo. Per un attimo temo che possa scappare. Anche James ha la stessa paura. Getta a terra la sigaretta e la calpesta.

Facciamo finta di niente. Alzo un braccio e sorrido al mio fratellino. - Siamo qui! - gli dico. Lui si avvicina, lento. Sembra in qualche modo più spento degli altri giorni. Gli occhi che non si guardano tanto attorno, come se fosse stanco. Quando ci è vicino non parla, anche quando lo salutiamo lui si limita a un cenno di capo. Da quando abbiamo visto i lividi di Charlie la scorsa settimana, io e James siamo stati più attenti con lui. Abbiamo sempre ricercato qualcosa che potesse sembrare un livido che potesse nasconderci, qualche segno di lotta. Per questo subito ci accorgiamo di quanto sia strano che Charlie indossi la sciarpa. È quasi dicembre, certo, e fa freddo, ma anche nei giorni in cui faceva più freddo non gliel'abbiamo mai vista indossare, e non ci scappa il fatto che è alzata tanto da coprirgli la bocca. Il mio primo istinto è quello di correre da lui e abbassargli la sciarpa, vedere se è come penso. Ma James dice che sono troppo impulsivo, che questo potrebbe solo peggiorare la situazione.

James si avvicina a Charlie che indietreggia inconsciamente. Si mette in mezzo tra me e lui come se avesse paura che potrei di nuovo lasciarmi trasportare dall'impulsività. Mi conosce troppo bene. A volte mi sorprendo di come riesca a mantenere un certo controllo. Fidatevi, quando lo vedete litigare con qualcuno, si sta ancora trattenendo. Quando ha dato un pugno al muro del soggiorno quel giorno con papà? Anche allora si stava trattenendo. Ho visto mio fratello perdere il controllo e l'ultima volta risale a quella volta in terza media. Non è un bello spettacolo.

- Non veniamo con voi oggi - dice James tenendo le chiavi dell'auto in mano - io, Elijah e Charlie andiamo da un'altra parte.

Fisso Charlie, non fa una piega. Continua ad avere lo sguardo perso e detesto quando fa così. La mente gli va alla deriva, pensa chissà a cosa e si allontana troppo dal presente.

- Va bene - scrolla le spalle Zack.

- Divertitevi - ci saluta Chloe.

Benni ci saluta più cauto. Sa che questa situazione è collegata al suo messaggio di sabato notte, quello che James mi ha mostrato. Saliamo in auto, Charlie lo fa quasi in automatico e si perde subito di nuovo nei pensieri. Mi volto dal sedile davanti e sorrido al mio fratellino. - Tutto bene a scuola oggi, Charlie?

Charlie sposta gli occhi su di me, finalmente si accorge che gli sto parlando e annuisce appena. Aspetto quasi che James gli dica di usare le parole come sempre, ma oggi non l'ha ancora fatto. Ci fermiamo da Jelly, il primo locale dove abbiamo portato Charlie. Scendiamo dall'auto, ma Charlie non ci segue, rimane fermo in mezzo al parcheggio, lo sguardo a terra. Faccio un passo verso di lui, ma James mi blocca la strada con una braccio. Si avvicina a Charlie e si accovaccia di fronte a lui. - Va tutto bene? - gli domanda. Lui annuisce e questa volta James dice qualcosa. - Charlie, le parole.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now