23 - Elijah

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La musica di Donald riempie la casa. È jazz, ne va pazzo, e non capisco come possa piacergli cosi tanto un genere così diverso da lui. Zack ascolta distratto. Gli piace questo ritmo, ma non più di tanto. Io invece sono schizzinoso con la musica, preferisco un sano rock o soft pop. In realtà mi piacciono le canzoni che sono facili da suonare. Sono amatoriale con la chitarra e non bravo come vorrei, vorrei migliorare prima di farmi sentire da qualcun altro oltre James e mio padre, che mi ascoltano anche se non vorrei, visto che il suono della chitarra arriva per tutta la casa. James una volta mi disse che sono bravo e che dovrei portarla a qualche festa sulla spiaggia. Mi stava, sicuro, prendendo in giro. Guardiamo qualche programma in tv mentre scherziamo, parliamo di ragazze e iniziamo a proporre cosa fare durante le vacanze invernali. Ho intenzione di includere anche Charlie, si divertirà tantissimo con noi. L'anno scorso abbiamo affittato un bungalow in un bosco e a lui sarebbe piaciuto tantissimo.

Finalmente la porta della stanza di Chloe si apre e la ragazza esce dicendo di ammirare il suo lavoro. Si piazza davanti a noi e indica verso il corridoio, quando non si presenta nessuno si spazientisce. Rido, Charlie è troppo timido. Anche da piccolo gli piaceva nascondersi dietro me e James quando c'erano troppe persone attorno, ma una volta che prendeva confidenza, era sempre al centro di tutto. Mi chiedo ancora come sia diventato così riservato. Mi ritorna in mente la sua reazione di prima, a come è sbiancato davanti l'ascensore e ha assunto un'espressione di puro terrore. Prima Zack mi ha chiesto l'origine della claustrofobia di Charlie, e io gli ho raccontato della volta in cui da piccolo stava giocando da solo in garage e si è chiuso per sbaglio nella macchina di mamma. Lo ha trovato papà ore dopo ritornando dal lavoro, privo di sensi e con le lacrime agli occhi. Quella volta ci fu parecchio trambusto. Papà portò Charlie in ospedale e si arrabbiò parecchio con mamma per non aver controllato prima cosa stesse facendo da solo un bambino di quattro anni. Quel pomeriggio né io né James eravamo a casa. Io ero in gita con la classe e James al suo club sportivo. Zack mi ha domandato anche se era così grave già all'epoca la sua claustrofobia, e allora non ho saputo più cosa dire. Se dovevamo andare in posti che poteva scatenargliela piangeva e dava di matto. Il Charlie che ho visto oggi era completamente paralizzato dalla paura, non tentava di scappare, come arreso all'idea di doverci entrare per forza.

Chloe si dirige verso il corridoio e tira per le maniche il mio fratellino. Charlie ha un aspetto tutto nuovo. I capelli sono finalmente corti sulla nuca e ai lati. Il ciuffo è stato accorciato di parecchio, anche se lo vedo tentare di tirare qualcosa affinché gli copra il viso imbarazzato. Fischio contento a mio fratello e chiedo chi sia questo ragazzo. Lui finalmente mi sorride rosso come un peperone, il livido in bella vista. Così ha un aspetto più giovane, gli escono fuori i lineamenti che ha ancora da bambino. Ora è più simile al Charlie dei miei ricordi, anche se mi accorgo che alcuni tratti li ha cambiati. In alcuni lineamenti è simile a James, che è una copia sputata della mamma. Ora me ne rendo conto completamente: Charlie non assomiglia per niente a papà.

Zack dice che sta benissimo e Donald applaude. Charlie ringrazia tantissimo Chloe che lo stringe in un abbraccio. Lui trasalisce appena, ma poi ci rimane dentro, non si scosta, lo assapora. È sempre il solito, cerca continuamente attenzioni e affetto. Mi alzo, voglio abbracciare anche io il mio fratellino. Chloe si sposta da lui e questa volta mi abbasso per stringerlo e strofinargli un pugno in testa. - Stai benissimo - gli dico, lui è confuso dal mio abbraccio, poi ride, contento, stracontento e rivedo il mio Charlie, quello che deve rimanere così.

Rimaniamo in soggiorno. Parliamo, giochiamo ai videogame, Chloe prende il suo pc e lui e Charlie guardano una serie. Finalmente lo vedo rilassarsi, non ancora del tutto, ma più di prima sicuramente. Verso le otto viene Benni. Ci chiede come sia andato il pomeriggio, poi vede Charlie e lo riempie di complimenti. Lo squadro per bene. Benni in questo periodo si comporta strano. Sta di nuovo frequentando persone che non dovrebbe, e ho paura che potrebbe finire invischiato in qualcosa di pericoloso. L'ultima cosa che voglio è che finisca col perdere di nuovo il sorriso come durante il periodo in cui era stato costretto ad abbandonare il basket. Se qualcosa non va, non ce lo dice ancora o lo nasconde bene. Si unisce a noi e nessuno lo stressa.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now