42 - Elijah

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È bello vedere Charlie riprendere a parlare e mangiare. Continua a vedere il bello delle cose e non si abbatte, ed è incredibilmente forte, una forza di andare avanti che non mi sarei mai aspettato dal mio fratellino. Sicuramente è più forte di me. Ammetto, però, che è terribile quando si toccano certi argomenti, perché quello che dice Charlie fa sempre male. Pensa che sia nel torto, che lo odiamo, che sia colpa sua. Ed è orribile come trema quando si parla di quella donna, quanto ne sia spaventato. Mi prende la nausea al pensiero che creda di poter essere picchiato di nuovo. La sua paura è così radicata che, per quante volte gli diciamo che non ha nulla da temere e non è colpa sua, lui non ci crede. Ci guarda perplessi come a pensare che siamo noi a mentirgli o a sbagliare nel credere una cosa simile. Voglio insistere con lui, ma papà e James dicono che Charlie ha bisogno di tempo, e quando ieri ha detto che era confuso su come fosse possibile che lui venisse ad abitare con noi e quella donna no, avevo voglia di urlargli che quello che gli aveva fatto era da malati, che aveva tentato di ucciderlo. E quando ripenso ai suoi segni sul collo, sul corpo, alle volte in cui va nel panico come se non riuscisse a respirare e si porta le mani alla gola, mi cresce un'ansia incredibile. Ho paura di cosa potrebbe accadere a Charlie se quella donna ricomparisse. Come ha potuto fargli qualcosa di simile? È suo figlio.

- Eli - guardo James che sta di nuovo litigando con il distributore automatico, ha dato un calcio alla macchinetta e questa finalmente ha cacciato la merendina preferita di Charlie. I primi giorni non mangiava altro e ne chiedeva continuamente. Poi l'infermiera Joyce ci ha sgridato perché gliene abbiamo date troppe ed è stato male di pancia, e ora gliene portiamo una il pomeriggio, due di nascosto - ti ho fatto una domanda, mi stai ascoltando?

Appoggio la testa all'indietro seduto sulla sedia di plastica nel corridoio accanto l'ingresso. Sospiro. - Qual era la domanda?

- Ti ho chiesto se vuoi che rimanga io stanotte visto che papà deve recuperare i giorni di lavoro e farà gli straordinari fino a tardi. - Nei giorni passati è andato avanti e dietro tra avvocati, procuratori e tribunali per riottenere la custodia di Charlie. Detesto ammetterlo, ma si sta rivelando meglio di quanto mi aspettassi. Tratta Charlie con amore, dandogli tutte le attenzioni e il calore di cui ha bisogno adesso, soprattutto quelle che ha bisogno di ricevere da un genitore. Io e James insistiamo sul fatto che non deve avere paura di nascondere niente a Charlie. Ammetto che non ero molto d'accordo sul raccontargli della telefonata che papà ha ricevuto da quella donna, ma James ha detto che se non glielo avessimo detto, Charlie avrebbe continuato a preoccuparsi su quando quella donna sarebbe comparsa di punto in bianco, che tenerlo aggiornato su dov'era e cosa faceva era meglio, e siamo stati d'accordo anche io e papà. Ovviamente papà non gli ha detto di tutta la chiamata. Lei ha minacciato papà di avergli rubato Charlie, che non poteva prima buttarli fuori e poi riprenderselo. Papà all'inizio ha cercato di rimanere calmo perché, beh, quella donna è malata, alcolizzata e probabilmente drogata. Abusava di Charlie e dovrebbe andare in galera. Ovviamente lei continuava a chiedere a papà una seconda possibilità, non riesce a capire la gravità delle sue azioni, ed è iniziato un litigio violento con papà che urlava a telefono e quella donna dall'altra parte.

- Tu hai gli allenamenti domattina - rispondo a James - rimango io.

- Non mi importa molto se ne salto qualcuno - mi passa una lattina di coca.

- Ne hai saltati troppi - mi appoggio in avanti con i gomiti sulle gambe e con la lattina chiusa in una mano - vedrò un film con Charlie.

- Ne sei sicuro? - mi domanda e capisco che pensa a qualcosa.

- Cosa, James? - chiedo direttamente, perché non ho voglia di leggere i suoi pensieri.

Lui mi guarda e sospira. - Credo che siamo tutti molto stressati e abbiamo bisogno di un po' di tempo per noi stessi. Da quanto non esci con una ragazza?

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now