43 - Charlie

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- Ci mancherai, Charlie - mi saluta Grace, ha le lacrime agli occhi. Anche Will è qui per salutarmi nonostante continuino a chiamarlo di ritornare al suo posto alla reception. Lui urla che sta arrivando ma rimane ancora a parlarmi.

- Vorrei dirti di tornare presto a trovarci, ma è brutto da dire in questi luoghi - aggiunge sorridendo - mangia, stammi bene e non farti rivedere più. - Rido, e poi anche l'infermiera Joyce, che per quanto possa sembrare dura, mi fa tante raccomandazioni e mi abbraccia. Finalmente sto per lasciare questa stanza d'ospedale e tornare alla mia vera casa, sono contentissimo.

Michelle si avvicina e mi porge un regalo, ma dalla forma della confezione immagino sia un altro peluche. Anche se non è più la mia tutrice temporanea, ha detto che ci teneva a salutarmi un'ultima volta. Mi abbraccia anche lei e lo fa così forte che l'infermiera Joyce è costretta a intervenire. - È stato molto bello conoscerti, Charlie - mi porge un bigliettino - puoi chiamarmi sempre, per qualsiasi cosa. - Annuisco e lo prendo. Lei e tutte le persone qui in ospedale sono sempre state molto gentili con me. Michelle si avvicina a papà e gli stringe la mano. - Per qualsiasi cosa, Peter - gli lancia uno sguardo che solo lui capisce, papà le annuisce e la ringrazia molto per tutto quello che ha fatto. Anche i miei fratelli salutano Michelle e gli altri.

E finalmente salgo nell'auto di papà con lui al volante, James al suo fianco ed Elijah e io dietro. È la stessa auto dei miei ricordi, papà non l'ha cambiata. C'è la stessa ammaccatura che fece James con la palla da basket da piccolo a un lato, la stessa macchia sbiadita lasciata dentro di quando Elijah ci vomitò dopo essersi sentito male, e gli stessi adesivi che misi io, ormai vecchi, di due supereroi. Si dovrebbero buttare, ma sono ancora lì, attaccati al finestrino e al volante di papà.

Vedo papà prendere la nostra strada di casa, entrare nel nostro quartiere, attraversare la fila di altre case della zona e infine accostarsi davanti il vialetto della casa di cui ho sognato di ritornarci migliaia di volte, e ora è qui davanti a me. Mi sembra essere stato catapultato a cinque anni prima, quando papà veniva a prendere me ed Elijah da scuola e James dagli allenamenti di basket. Esco dall'auto e rimango in piedi sul prato a fissare la casa. Mi aspetto quasi che mamma esca dal portico e ci saluti contenta di vederci tornare come faceva sempre. Mi prende un vuoto improvviso allo stomaco. Mamma non c'è e non tornerà più per colpa mia. Hanno detto che non si avvicinerà più a me, che esagerava quando mi puniva. Michelle anche ha aggiunto che non era normale quando mi picchiava con la mazza e mi chiudeva nello sgabuzzino. È vero che a volte faceva tanto male ed era terribile da sopportare, ma sbagliavo anche io e lei era molto stressata. Sono sicuro che se tornasse sarebbe tutto come prima, mamma mi vorrebbe di nuovo bene e i miei fratelli avrebbero di nuovo la loro mamma.

- Charlie - papà mi appoggia una mano in testa e si china leggermente verso di me - va tutto bene? - Mi sono distratto di nuovo, a volte capita quando penso a delle cose, succede a tutti. Annuisco e mi volto a guardare James che ha preso il mio borsone dell'ospedale, ed Elijah che sta entrando in casa.

- Vieni, Charlie, vedrai, non è cambiato nulla - Elijah apre la porta e io seguo la mia famiglia dentro un po' titubante, perché non mi sembra molto giusto ritornare senza la mamma dopo tutto quello che ho causato. Entro dalla porta d'ingresso e fisso il soggiorno, mi fa mancare il fiato. C'è lo stesso divano beige davanti il televisore, la poltrona scura, i cuscini rossi, gli scaffali e il tavolino di legno scuro. La parete delle scale che portano al piano di sopra è ancora tappezzata di vecchie foto di famiglia. Anche se le ricordo perfettamente voglio rivederle con i miei occhi, ma un rumore che proviene dalla cucina mi fa guardare in quella direzione e da dietro un muro cade Zack.

Chloe si allunga e lo prende per la maglietta. - Deficiente, dovevamo fargli una sorpresa.

La testa di Benjamin compare dall'altra parte. - Sorpresa, Charlie - mi sorride.

Donald lo segue. - Non dovevamo dirlo insieme? - mi avvicino agli altri, sorpreso e felicissimo di vederli tutti qui in casa.

- Non siete molto bravi con le sorprese - dice Elijah.

Chloe sembra arrabbiata. - Dovevate venire molto più tardi, avevamo appena iniziato ad arredare la cucina - mi sporgo con la testa e vedo una torta e ciotole di patatine sul bancone della cucina, bibite e alcuni palloncini a terra o sul ripiano. - C-c'è una f-festa? - domando confuso.

- Per te, fratellino - risponde Zack avvicinandosi - e il sottoscritto ha portato una torta buonissima.

Lo guardo e poi fisso gli altri. - P-perché?

- Che domande, Charlie - Elijah è allegro e prende un paio di palloncini da terra per gettarmeli addosso - perché sei finalmente uscito dall'ospedale e sei tornato a casa.

Sento la mano di papà sulla spalla e mi volto a guardarlo. - Siamo tutti felici di questo - dice e sembra sincero. Sorrido, erano anni che non ricevevo una festa simile. Le persone a cui voglio bene stanno festeggiando con me perché sono felici per me. Sono così contento di essere a casa!

——

- Credo sia arrivato il momento di andare - abbiamo mangiato la torta, fatto dei giochi da tavola e ci siamo divertiti un mondo tutti assieme. Anche papà ha partecipato nonostante abbia perso sempre come succedeva quando giocavamo in famiglia. Sto cercando di non pensare alla mamma, al fatto che ogni cosa che stia facendo qui a casa è la prima volta che la faccio senza di lei. Sto creando nuovi ricordi in questo luogo pieno di ricordi. - Charlie, ci vediamo - mi salutano gli altri e sono un po' deluso dal fatto che vadano via visto che è ancora primo pomeriggio.

- Il dottore ha detto di riposare - dice papà come se mi avesse letto nel pensiero. Annuisco per non fare storie. Quando vanno via gli altri, papà mi chiede se riesco a fare le scale, e io annuisco perché posso. Papà rimane a sistemare la cucina e io salgo di sopra con Elijah e James. Non pensavo sarebbe stato difficile, ma fare le scale mi è costato parecchie energie. Sono salito piano e con calma, ma in cima ansimo e mi tremano le gambe.

- Piano, fratellino - mi dice Elijah - sei appena tornato a casa - annuisco e mi guardo intorno al corridoio che non è cambiato per nulla. Ci sono le stesse pareti verdi e le stesse porte bianche. Vorrei fare un giro della casa e rivedere ogni stanza e ogni angolo d'essa, ma mi accorgo che papà aveva ragione, devo riposare. Mi sento stanchissimo, così i miei fratelli mi portano in stanza. - Ecco qui, Charlie - apre la porta Elijah - le tue cose sono rimaste intatte.

Fisso la camera che ora è solo mia e di Elijah. Ci sono solo due letti ed è stato tolto il letto a castello. C'è un letto per lato, e al lato di Elijah ci sono tutte le cose di un tipico adolescente: post di band e casse per la musica. La sua scrivania è in disordine, c'è sopra un pc, cuffie, quaderni e cartacce. Una felpa è buttata sulla sedia girevole e c'è una chitarra appoggiata a una parete. Mio fratello suona! Mi ha accennato qualcosa in ospedale e sono sicuro che sia bravissimo. Non vedo l'ora di sentirlo.

La mia parte invece è ordinata e non c'è polvere. Ci sono lenzuola, coperte pulite e un piumone blu. La scrivania è vuota mentre la libreria in comune è piena di fumetti e libri per bambini. Ci sono alcuni giocattoli e peluche sul comodino e sul letto a cui ero affezionatissimo da bambino. Prendo Mr. Blob in mano. È un peluche a forma di alieno che era sopra il mio cuscino. Ha un sorriso brutto sulla faccia, ma da piccolo era il mio preferito. - G-gli manca a-ancora un o-occhio - sorrido rigirandomelo tra le mani e strofinandomi una palpebra stanco.

- Dai, Charlie, dormi - James mi infila sotto le coperte senza neanche farmi cambiare, ma togliendomi solo le scarpe - ti chiameremo per la cena. - Quindi quando mi sveglierò mangeremo insieme, devo elaborarla bene questa cosa. Mi stendo fissando Elijah accendermi la lava lamp blu accanto al letto sul comodino. Da piccolo la fissavo per ore prima di addormentarmi, e mi rendo conto come questa parte di casa sia rimasta ferma nel tempo, mentre io sono cresciuto e tante cose sono cambiate. Ma non sono triste, sono ritornato a casa mia, dalla mia famiglia, nella mia stanza. Mi mancava tutto da morire e ora sono contentissimo. Mi ritrovo a stringere Mr. Blob sotto le coperte e mi addormento in un istante.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now