15 - James

217 11 3
                                    

La partita è noiosa come mi aspettavo. All'inizio non volevo venirci, poi Ben mi ha chiamato dicendo che dovevamo andare a sostenere Donny. Detesto stare in panchina, ma almeno mi consola sapere che il tizio con cui ho litigato è stato messo in panchina con me. Non lo guardo, per tenere la mente calma ho imparato che devo evitare ciò che potrebbe scatenare la rabbia. Dove posso sfogarmi è solo il basket e non vedo l'ora che sia sabato prossimo per far vedere anche a Charlie quanto sia migliorato. Cerco di scacciare la sua faccia piena di lividi dalla testa. Quando sono entrato ieri sera da Ben e l'ho visto dormire in quello stato, ho sentito di nuovo quella rabbia incontrollabile che mi fa smettere di ragionare voler uscire fuori. Se troverò chi ha ridotto Charlie in quel modo, non mi interessa chi sia o da dove venga, gli restituirò il dovuto con gli interessi. Charlie è indifeso, deve imparare a proteggersi, è vero, ma per il momento voglio solo che sappia ben distinguere ciò che è pericoloso e ciò che è bene per se stesso. Aprirsi con le persone giuste, sapere di potersi fidare di noi e sentirsi libero di esprimersi. Sono cose che ho sempre dato per scontato per lui, perché è sempre stato intelligente sin da piccolo, ma in quattro anni il mondo di una persona si capovolge. Perché mamma non è stata più attenta con Charlie? Può essere che anche lei stia soffrendo ancora come papà e si faccia troppo trasportare dalla tristezza?

La folla tifa, alzo la testa e vedo Donny bloccare una schiacciata, passare la palla a un altro compagno e assistere a un canestro da due punti. Gli altri gli vanno addosso, lui guarda nella mia direzione e gli alzo un pollice per fargli capire che è stato un grande. Sento Chloe urlare dagli spalti, con lei ci sono gli altri, Charlie no. Elijah mi ha detto che è andato a casa dopo aver fatto colazione. Mi è dispiaciuto non poterlo salutare, ma quando mi sono svegliato era troppo presto, vedergli la faccia mi ha acceso di nuovo dentro, ho stretto i pugni e ho deciso di scaricare quell'emozione andando a correre prima degli allenamenti pre partita.

L'ultimo quarto finisce e siamo contenti della vittoria. Anche se è un'amichevole, abbiamo battuto una squadra che era tra le favorite per il campionato che inizia sabato, ed erano anche senza di me. Abbiamo buone chance quest'anno. Quando ci incontriamo con gli altri, Zack dice a Donny di scegliere dove andare per la serata e che io non ho diritto di parola perché sono stato messo in panchina. Scrollo le spalle, immagino di meritarmelo. Donny propone il laser game e la cosa infuoca gli animi di tutti, soprattutto lo spirito competitivo di Chloe. Riesco a fare una partita con loro prima di separarmi per andare a lavoro.

Quando torno a casa sono distrutto e caccio il telefono per trovare un messaggio di Elijah che mi dice di raggiungere lui e gli altri a casa di Ben. Stanno giocando ai videogame e so che faranno tardi. Ho visto solo ora il messaggio e sono troppo stanco per riprendere l'auto. Gli rispondo che oggi salto. In soggiorno, però, trovo papà con una bottiglia di birra sul tavolino intento a sfogliare il nostro vecchio album di famiglia. Non sapevo che l'avessimo ancora, non lo vedevo da anni. Mi avvicino e lui alza la testa sorpreso di vedermi lì. - È sabato sera, James, perché non sei fuori con i tuoi amici? - cerca di nascondere l'album, ma è troppo in bella vista e mi avvicino per vederlo anch'io.

- Sono stanco per il lavoro - affermo. Papà, ormai scoperto, continua a sfogliare l'album passando alla prossima pagina.

- Elijah? - chiede, con gli occhi puntati su una vecchia foto di famiglia. Io ho quattro anni, Elijah tre e mamma era incinta di Charlie.

- Da Ben - chissà cosa prova guardando quella foto e sapendo ora che mamma l'aveva tradito. Che il bambino in grembo non era suo.

- Mi odia, vero? - sfoglia un'altra pagina e Charlie è nato, ha qualche giorno, i capelli biondissimi e gli occhi chiusi. Per un attimo penso che stia parlando di Charlie. - Non so mai come comportarmi con tuo fratello. - Gli vorrei dire che se fosse più sincero forse le cose potrebbero migliorare. La nostra famiglia si è distrutta perché sono state nascoste delle cose, e continuare a nasconderci l'un l'altro non farà altro che allargare la voragine. Un'altra foto di Charlie, un anno, appoggiato sul vecchio divano, ancora incerto su come si faccia a reggersi su due gambe. Ha già gli occhi grande e verdi della mamma, e hanno quella luce che sembra ora mancare. Il dito di papà tocca inconsciamente quella foto. Gli manca, eccome se gli manca, ma continua a nascondere la verità anche a se stesso.

- Papà - mi siedo sul bracciolo - sabato prossimo avremo la prima partita di campionato.

Papà mi guarda distratto. - Forte, figliolo, ci sarò.

- Ci sarà anche Charlie - silenzio di tomba e questa volta lo sguardo di papà vacilla. - Devi vederlo.

La voce dura di papà esce fragile. - Credi che lui lo voglia?

Che sciocchezza. - Stiamo parlando di Charlie, lui... - non ne abbiamo mai parlato ma ne sono sicuro - lui ti vuole bene.

- Non lo sai, James - ecco il lato cocciuto di papà, la stessa fantastica caratteristica che Elijah ha ereditato da entrambi i nostri genitori.

- Conosco mio fratello - controbatto - e lo conosci anche tu. Lui non porta rancore, è solo una bambino, e ha bisogno di suo padre.

Papà chiude l'album, la faccia nera. - Allora hai sbagliato persona.

- Papà - inizio a scaldarmi - come puoi dire questo? Non ti interessa proprio più vederlo?

- Sono cose da adulti, James - si alza e porta con sé l'album.

Mi viene da ridere. - Quindi questo comprende Charlie, lui capisce queste cose da adulti?

Papà fa le scale e sale di sopra ignorandomi, continuando a scappare dal problema. Mi porto le mani tra i capelli fumando dalla frustrazione. Esco di nuovo di casa, ho bisogno di urlare, ho bisogno di colpire qualcuno o qualcosa. Ho bisogno di aria.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now