24 - Charlie

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Mi sono perso. Ho camminato quanto potevo facendo la via al ritorno con il sacchetto di avanzi di pizza che Chloe ha insistito nel darmi. Poi ho vagato con la mente, mi sono distratto e mi sono ritrovato in una zona mai vista prima. È solo che non ho potuto fare a meno di pensare a quanto sia stata gentile Chloe con me. Mi ha tagliato i capelli, mi ha fatto vedere una serie con lei e commentavamo ogni puntata. Anche con gli altri mi sono divertito molto. Ero il fratello piccolo dei loro amici, ma non hanno dato l'impressione che gli desse fastidio la mia presenza.

Mi guardo attorno un po' spaventato per essere salito da solo a quest'ora della notte su un autobus. Quando ho capito di non sapere dove fossi, ho trovato una fermata dove una signora stava aspettando. Quando è arrivato, ho chiesto dove portasse, e quando il conducente ha nominato la zona vicino dove abito sono stato sollevato. Poi mi ha detto di pagare il biglietto. Gli ho balbettato che non avevo soldi e che sarei sceso. Lui mi ha squadrato, poi mi ha indicato i posti alle sue spalle e ha aggiunto che avrebbe chiuso un occhio con me visto l'ora tarda e il fatto che fossi un bambino. L'ho ringraziato tantissimo, è stato davvero gentile.

Scendo dall'autobus, ringrazio di nuovo l'autista e lui mi dice che con il suo lavoro ha imparato ad analizzare bene le persone. Cammino per la strada familiare e faccio come sempre in queste zone: mi alzo il cappuccio e allungo il passo. È tardissimo, mamma sarà arrabbiatissima con me e intorno vedo davvero brutte facce. Mi accorgo che qualcuno mi sta seguendo da un po'. È un uomo con la barba. Mi fissa mentre mi muovo più velocemente. Corro. Corro veloce con il cuore che mi batte fortissimo.

Arrivo davanti il mio edificio e mentre sono all'ingresso e guardo dietro per assicurarmi che non ci sia più nessuno che mi stia seguendo, non mi accorgo di andare a sbattere contro qualcuno che sta uscendo in contemporanea. L'impatto è forte e cado seduto con il sedere per terra. Guardo la persona con cui mi sono scontrato. È Marcus, il ragazzo che abita di fronte a me. Sparisce per mesi e non è mai in casa. È massiccio, muscoloso, i capelli rasati corti. Ha una piccola cicatrice sul sopracciglio e una più grande sul collo, che però si confonde con il tatuaggio di un drago cinese che continua sotto la maglia e che una volta mi ha mostrato per intero. Gli parte dall'avambraccio destro e si allunga per tutto il braccio fino al collo. Gli balbetto un mi dispiace mentre il mio sguardo si sposta veloce tra il ragazzo e il buio dietro di me.

L'espressione di pietra di Marcus si scioglie quando mi riconosce nell'oscurità del nostro ingresso. È sceso senza accendere le luci delle scale e l'unica altra fonte luminosa in zona proviene dal lampione dalla strada principale e qualche piccola finestra. - Oi, fratello, non ti avevo riconosciuto con questo taglio.

- M-Marcus - mi volto, un'ombra si muove dietro un vicolo. Mi spavento e quando ritorno a guardare davanti vedo una mano tesa verso di me.

- Sei rientrato tardi - mi dice - tutto bene? - Gli afferro la mano ed entro nell'ingresso annuendogli. Lo vedo messaggiare velocemente qualcuno mentre accende la luce fioca delle nostre scale. Un debole bagliore ci illumina e lui vede il livido alla mascella. Sta iniziando a sgonfiarsi finalmente, anche se i primi giorni mi faceva tremendamente male. Sono sudato per la corsa, ma ho ancora la busta con gli avanzi di Chloe. Marcus si appoggia a una parete. Stava uscendo, ha indosso una giacca di pelle leggera, ma non sembra andare di fretta. - Non ti vedo da un po', raccontami come ti sono andate le cose.

Mi siedo sul primo gradino. Marcus all'inizio mi faceva paura. È il classico ragazzo che vedi in mezzo alle bande criminali, e più di una volta l'ho visto rientrare ferito e ricoperto di sangue. Sei mesi fa, uscendo per andare a scuola, l'ho trovato incosciente accanto la porta di casa sua. Era ferito e sanguinava di brutto. Sono rientrato in casa, ho preso delle medicine dal cassetto di mamma in cucina, una bacinella d'acqua con un asciugamano logoro e sono uscito di nuovo sul pianerottolo. Mi sono avvicinato cauto, ma quando ho visto che era ancora svenuto, ho provato a pulirlo e tamponargli le ferite. Lui si è svegliato durante l'operazione, mi ha ringhiato qualcosa di incomprensibile in spagnolo stringendomi forte un polso e sbattendomi per aria. Mi sono spaventato moltissimo e sono corso in casa. Ho aspettato qualche minuto, poi ho sbirciato dalla porta.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now