3. Uscire con Jason Forster

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Ecco giunta l'ora più temuta da tutti. Quella del professor Lamus. Letteratura. Per tutte le altre scuole letteratura poteva essere una materia rilassante che non dava particolari problemi, ma con Sasha Lamus nulla poteva essere rilassante. Opprimente, odioso, tirannico tipico uomo bastardo torturatore di poveri giovani studenti come noi. Tra l'altro portava il nome della cagna dei miei vicini. E lei è una Dobermann molto più dolce di lui. Strappa solamente i pantaloni al postino tutte le mattine e ringhia e sbava ventiquattro ore su ventiquattro. Ma Lamus la batte. Sbava, sputa e sbrodola in mensa venticinque ore su ventiquattro. Le sue interrogazioni e verifiche sono da strapparsi i capelli e avvengono molto più spesso delle sue docce. Non ricordo l'ultima volta in cui ho preso una sufficienza con lui. Ironia della storte, Daia e Hebe sono le uniche ad avere la sufficienza con lui. Oh, e c'è anche la tipa mingherlina che sta sempre in prima fila di cui non ricordo mai il nome. Eppure ho una buona memoria. E a quanto pare il nuovo tipo, Lance, anche lui si aggiungerà alla lista.
«Oggi vi propongo "Dorian Gray". Chi mi sa dire chi è lo scrittore?» oh, Shakespeare? Wilde? Austen? Nessuno però si offre di rispondere, nemmeno se sanno la risposta, perché altrimenti sarebbero costretti a parlare tutta l'ora. È la legge. «Nessuno?» sputacchiò disprezzante «Tu. Quello nuovo» ah, Lamus non si disturba nemmeno di imparare i nomi, a meno che non sia particolarmente importante a scuola. Come Jason o Daia... «Oscar Wilde» rispose. Beh era incluso nella lista delle mie risposte «Altre opere?» «"Il fantasma di Canterville" o "La casa dei melograni"» sparò. Ero convinta che fossero sbagliati ma Lamus non ebbe nulla da dire. Iniziò a narrare la storia di Dorian Gray innaffiando le persone in prima fila con la sua super saliva e ogni tanto richiamava Lance cercando di coglierlo di sorpresa. Non capivo se sparasse a caso o davvero sapeva tutte quelle cose. Rimasi comunque affascinata dalle sue parole, teorie e pensieri. Era decisamente molto più interessante di Lamus. «Perdere se stessi. È la peggiore delle dannazioni. Ogni persona dovrebbe cercare di essere se stesso» disse «L'apparenza non è tutto quello che conta e questo, Dorian, l'ha capito troppo tardi.».
«Lei che ne pensa... Signorina... Clayturn» sobbalzai «Clayton signore» balbettai «Sì, sì, cosa ne pensa di questa opera?» cercai di elaborare immediatamente una teoria, agitata com'ero e terrorizzata dallo sguardo avvoltoio del prof. Aspettava soltanto una mossa falsa e poi avrebbe fatto una delle sue battute schernitrici e sarei stata messa in ridicolo davanti a tutta la classe. Poi il mio sguardo incrociò quello annoiato di Hebe e decisi di rispondere in modo più sincero possibile. «Io credo che siamo tutti un po'come Dorian. Destinati a venire affascinati dal peccato. Non è sbagliato godersi la vita finché si è giovani e belli, non è quello che fanno tutti a quest'età?» affermai «Ha vissuto la sua vita e alla fine si è pentito dopo aver realizzato di aver perso se stesso. Ma io credo che lui non abbia capito che non ha perso nulla, quel quadro era lui, lui era così. Nessuno sarà mai capace di liberarsi del demone interiore che hanno tutti, quel demone così egoista che a volte compie gesti cattivi pur di ottenere ciò che vuole. Perché con quel demone Dorian ci è nato. Aspettava solo il momento buono per manifestarsi» «Quindi tu credi che anche senza il quadro e Lord Henry, Dorian sarebbe caduto ugualmente nella tentazione? Dato che a parer tuo quel demone viveva dentro di lui.» sentii chiedere da Hebe. Mi stupì il suo intervento, normalmente non si offriva mai di parlare davanti a tutti, men che meno durante una lezione di Lamus «Sì» risposi «Detto da te sembrerebbe che al mondo non ci sia possibilità di un bene. Che in realtà dietro a tutti i buoni ci sono scopi egoistici. Hai un parere veramente negativo.» «tutti portano una maschera per tutto. Solo che alcuni manifestano questo lato oscuro» dissi «Come Voldemort» l'intervento di Lance era chiaramente inopportuno che innervosì il professore «Cosa ha detto signor Chanders?» «Ho detto che Voldemort è un fantastico esempio della manifestazione del lato Oscuro» disse Lance senza timore «Le sembra un commento appropriato al discorso profondo che le tue compagne stavano facendo?» chiese Lamus minaccioso «Sì?» disse Lance. Quel ragazzo è fuori di testa «Sa cosa c'è ancora più appropriato? Una relazione di tre pagine sul personaggio di Dorian Gray.» afferma «Da consegnare entro domani, tutti» Si sentì un brusio per tutta la classe «Professore. Sono stato io a disturbare la lezione non è giusto che incolpi tutta la classe» intervenne Lance «Ha ragione. Lei farà dieci pagine» sputò tranquillo «Ma...» iniziò a protestare «E oltre ai compiti si prende pure una punizione. Rimarrà in biblioteca tre ore in più dopo scuola ad aiutare la bibliotecaria» aggiunse «Più parla più le cose peggiorano» annunciò «Non può farlo!» protestò «Ne è sicuro? Vuole mettermi alla prova?» sul volto di Lance comparve un'espressione oltraggiata e torno a sedersi. Fino alla fine delle lezioni aleggiò un silenzio di tomba finché non suonò la campanella. Tutti uscirono dalla classe borbottando. Ma prima di uscire mi voltai verso Lance che osservava Lamus con sguardo omicida «Ehi» lo salutai «Ehi» replicò lui «Non te la prendere. È sempre così» sussurrai uscendo dalla classe assieme a lui «I compagni di classe non ce l'avranno con te. Tanto dà sempre così tanti compiti anche se nessuno lo oltraggia» spiegai «Quell'uomo è proprio la reincarnazione del male. Oltre ad essere odioso è pure schifoso, solo io volevo tirare fuori l'ombrello quando parlava?» risi alla sua battuta «Credimi. Tutte le volte» «Quindi ormai mi avrà preso di mira, suppongo» chiese lui per niente sconsolato «Purtroppo sì. A lui basta poco. Per esempio lo scorso anno. Un ragazzo di nome Henry Utterson gli chiese di andare in bagno e lui rifiutò. Ma il ragazzo insistette, affermando che se la stava per fare addosso, ma lui rimase impassibile. Così il ragazzo se ne fregò e se ne andò in bagno. Al ritorno scoprì di essere stato sospeso e obbligato a lavori sociali per un mese, mentre il resto della classe doveva occuparsi di una ricerca di venti pagine su William Shakespear da saper ripetere e commentare per il giorno dopo.» raccontai «Caspita. Ora dov'è Utterson?» chiese «Se non sbaglio lavora come barista in un pub qui vicino» risposi. «Ora ho lezione di Arte, tu?» «Credo matematica avanzata» disse intrecciando le dita dietro la testa «Come credi?» «Nel senso che probabilmente ho quella materia» «Controlla il tuo orario no?» «L'ho perso» «Richiedine un altro.» «No, non mi va. Forse un giorno» disse tranquillo. Come poteva prendere alla leggera tutto quanto? «Ma se non è matematica avanzata arriverai in ritardo alle lezioni!» esclamai sconvolta dalla sua reazione menefreghista «Possibile. Ma il mio intuito dice che è quella la lezione. Ecco l'aula di arte. Ci vediamo Azura» mi salutò proseguendo. Scossi la testa ed entrai in aula.

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