42. È andata peggio

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«Oh, mio Dio! Dobbiamo entrare prima che chiuda!» esclamai indicando il negozio con un teschio stampato sulla vetrina e le parole "Hard".
Lance diede un'occhiata e poi guardò me.
«No.» dichiarò.
«Ma lì troveremo sicuramente qualcosa per Hebe! Guarda! Ci sono dei guanti con le borchie! Lei adora le borchie! Dobbiamo prenderle il regalo qui. Ci adorerà» affermai convinta.
«Ci? Da quando sono coinvolto nel farle un regalo?» chiese Lance perplesso.
«E poi è già passato da un pezzo.» affermai.
«Non è mai troppo tardi. È il pensiero che conta e per rispondere alla tua domanda, da quando stiamo insieme. E poi Lance, vivete sotto lo stesso tetto, non pensi che sarebbe carino farle un regalo?» continuai.
Lance finse di pensarci e mi sorrise:«No, non lo penso.»
Alzai gli occhi al cielo.
«Bene, non facciamo il regalo assieme. Lo farò da sola. Tirchio.» sbuffai entrando nel negozio.
Il proprietario era un uomo tatuato dalla testa ai piedi, senza esagerazione, e pieno di piercing. Le cose che vendeva sembravano uscite dall'inferno o dal paradiso dei metallari. Tutto era nero e ricoperto di borchie. Teschi ovunque e fiamme disegnate qua e là. Sì, decisamente avrei trovato qualcosa di carino per Hebe.
«Cosa ti serve, ragazzina?» chiese l'omone facendomi sussultare.
Dietro di me arriva il suono del campanello e Lance mi raggiunge afferrandomi per mano.
«Cerchiamo un regalo per una nostra amica. Pensiamo che le piaccia tutto ciò che fa parte di questo Notturn Alley babbano.» commentò indicando in modo circospetto tutta la roba che gli stava attorno.
Guardando il proprietario mi sembrò che fosse sul punto di esplodere e cacciarci fuori a calci, ma sorprendentemente scoppiò a ridere senza preavviso. E continuava. Continuava così tanto che anche Lance iniziò a ridacchiare nervosamente, così come me. Ci guardammo e non potemmo non ridere sempre più forte. Era una situazione surreale.
Ma all'improvviso il proprietario si zittì e ci guardò di nuovo con quell'aria truce. I nostri sorrisi si congelarono.
«Bene, guardate pure. Chiudo tra mezz'ora.» commentò ritornando dietro al bancone.
Io e Lance ci dileguammo in fretta tra gli scaffali.
«Dovevi proprio scegliere un negozio con un proprietario psicopatico eh?» scherzò Lance.
Alzai gli occhi al cielo.
«Su, aiutami a cercare qualcosa che le piaccia.» lo incitai.
«Che ne dici di questi stivali?» aggiunsi raggiungendo un paio di anfibi pieni di borchie e con una suola tutta seghettata, rigorosamente neri lucidi.
«Quali stivali? Io vedo solo dei carri armati.» brontolò Lance incrociando le mani dietro la testa.
Non ci feci caso perché il prezzo era comunque insostenibile. Nemmeno dieci persone sarebbero riuscite a pagarle.
«Fa niente, tanto non sapevo nemmeno il numero del piede.» borbottai fingendo di non essermi spaventata dall'importo.
«Che ne pensi di questo?» Lance si avvicinò con una lampada a forma di teschio che emanava un inquietante luce verde.
«Hebe è solo un po' dark, non è mica una negromante.» protestai.
«A no?» finse innocenza Lance.
Alzai gli occhi a cielo.
«Suppongo quindi che nemmeno i tarocchi li vorrebbe.» commentò.
Ignorai le sue battute infelici e continuai a cercare.
«Oh! Che ne pensi di questi denti da vampiro?» chiese mostrandomeli.
«Non è un regalo di Halloween.» gli dissi.
«Sai, potremmo sempre prenderle un giallo. A lei piace leggere.» disse Lance annoiato mentre io continuavo a controllare.
«Potremmo? Da quando è diventato noi?» commentai sarcastica.
«Su Azura, lo sai che lo farò assieme a te e che mi piace brontolare.» mi disse abbracciandomi da dietro e appoggiando la testa sulla mia spalla.
«Okay, okay, comunque sia voglio farle un regalo giusto e mirato. Il libro è troppo generico.» dissi.
«Andiamo Azura, gli altri ci stanno aspettando.» commentò Lance sbuffando.
Ma non gli diedi retta perché finalmente avevo trovato il regalo giusto.
Si trattava dei guanti norchiati dalle dita scoperte che avevo visto in vetrina. Ero sicura le sarebbe piaciuto. Qualcosa di simile sarebbe stato perfetto.
Senza pensarci troppo li mostrai a Lance che mi fece un semplice cenno annoiato.
Pagammo e fuggimmo da quel negozio prima che il proprietario ci cacciasse.

Un ragazzo che era il doppio di Lance mi abbracciò.
«È bello rivederti, Azura.» disse facendomi l'occhiolino.
«Brad... Suppongo.» mormorai incerta.
«Wow! Ti ricordi di me nonostante com'eri ubriaca ieri?» chiese ridendo facendomi avvampare dall'imbarazzo.
«Te l'avevo detto che era un coglione.» commentò Lance mettendomi una mano alla base della schiena per invitarmi a sedere.
Il ragazzo aveva un vocione che attirava un sacco l'attenzione. Forse era già brillo.
Aveva i capelli rossicci tagliati corti, non si distinguevano molto tra le luci del locale. I suoi occhi e le sopracciglia avevano in angolatura strana che lo avrebbero fatto sembrare uno perennemente triste, ma l'ampio sorriso sul volto negava tutto.
«Io sono Colleen.» si presentò una ragazza dalla chioma bionda intrecciata che le pendeva da un lato.
Era carina e sembrava simpatica. Portava una giacchetta di jeans, sopra una maglietta aderente a righe e i pantaloni bianchi.
Era seduta accanto ad un ragazzo magro dal naso lungo e dai capelli neri, altrettanti lunghi, che avevano bisogno di essere raccolti in una bassa coda. Gli occhi erano nascosti dietro un paio di occhiali dalla montatura nera elegante. Sembrava uno di quei tipi che reclamavano silenzio nelle biblioteche al posto della bibliotecaria.
Si presentò come Trent.
Infine, a bordo del divano che circondava il tavolo, un ragazzo bassino dalla pelle scura e grandi occhi espressivi, con un cappellino da baseball messo all'incontrario,  che teneva entrambe le mani su un bicchiere con la cannuccia, mi salutò allegro, presentandosi come George.
«E io sono Lance.» scherzò il mio ragazzo tendendomi la mano.
«Questi sono i tizi con cui ho condiviso la mia infanzia.» aggiunse.
«Dunque, dunque come vi siete conosciuti?» attaccò immediatamente Colleen.
«A scuola. Compagni del corso peggiore di letteratura inglese mai fatto.» dichiarò Lance.
«Compagni di sventura.» aggiunsi.
«Allora è vero che le tragedie uniscono» rise George.
Grazie alle chiacchiere della serata, mi resi conto di andare veramente d'accordo con gli amici di Lance.
«Sapete, Azura è una ballerina fantastica.» dichiarò Brad ad un tratto.
Quasi mi strozzai con il mio drink.
«Cosa te lo fa dire?» chiese curioso George.
«Ieri sera, quando ho beccato questi due è stato perché lei è saltata su un tavolo e ha iniziato a dimenarsi sotto gli schiamazzi di tutti. Stavo per provarci con lei, ma è spuntato Lance come il guastafeste che è» annunciò Brad.
Desiderai sotterrarmi. Non avevo idea di cosa avessi fatto la notte prima. Ero troppo ubriaca.
Ridacchiai nervosamente e borbottai un:«Ah, sì?»
«Non ascoltarlo, Zhur, ti sta prendendo in giro, non è successo niente di simile.» mi tranquillizzò un Lance ridente.
Prima che riuscissi tirare un sospiro di sollievo tra le loro risate, lui aggiunse:«Hai solo tentato di molestarmi tutto il tempo, ma non è niente di che.»
Gli altri risero ancora e anche io mi ritrovai a ridere con loro. Ero proprio un caso perso. 
«Devo andare in bagno.» annunciò Colleen.  «Azura, vieni con me?» chiese.
«Ma perché voi ragazze andate sempre in bagno a coppie? Che ci fate assieme?» si intromise Brad.
«Hermione è andata da sola in bagno e ha incontrato un troll e Mirtilla Malcontenta è morta. Mi sembrano ottimi motivi per non andarci da sole.» disse Colleen.
Trent le sorrise.
«È per questo che amo la mia ragazza.» dichiarò baciandola prima di lasciarla andare.
«Oh, quindi siete tutti come Lance?» chiesi curiosa.
«In che senso?» esclamò Lance fingendosi offeso.
«No, solo Trent e Lance sono dei folli nerd, io e George siamo assolutamente normali. O perlomeno, lui è normale.» commentò Brad aprendosi in un ampio sorriso.
«Io sono anche una cosplayer» disse Colleen trascinandomi lontana dai ragazzi.
Tirò fuori il telefono e mi fece vedere dei costumi che rappresentavano personaggi diversi. Era bravissima con il trucco e in quelle vesti sembrava venuta da mondi diversi.
«Ci vuole tanta pazienza a prepararsi il costume.» mi informò tutta fiera.
«È così che ho incontrato Trent. Ad un evento. Lui era in compagnia di Lance, Iris e George. Quei due erano venuti solo per far compagnia a Trent e Lance. Penso che mi sia innamorata a prima vista. Lui era vestito da Sasuke e io da Sakura. Era ovvio che eravamo destinati.» si fermò per aprire la porta del bagno e guardarmi.
«Non sai di cosa sto parlando, vero?» chiese con aria di scuse.
«No, ma è bello vedere che ci tieni tanto. Poi cos'è successo?»
«Abbiamo parlato, poi ci siamo scambiati i numeri. Frequentiamo scuole diverse ma non lontane tra loro, quindi riuscimmo anche a vederci spesso. Poi siamo diventati una coppia.» mi disse tutta allegra.

Insicura (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora