16. Nuove compagnie

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Hebe:
Scendi.

Io:
Ma cazzo! Sei in anticipo! 😫

Hebe:
Se hai tempo di mettere quelle stupide faccine vuol dire che sei pronta.

Io:
Sbagliato 😁 Sto cercando la borsa 😗.

Hebe:
E cercala invece di mettere quelle stupide faccine!

Io:
Permalosa 😤

Dieci minuti dopo individuai la mia borsa sotto una pila di libri scolastici e tutta felice mi diressi al piano di sotto. «Ma sei mattiniera stamattina» si stupì mia madre. «È passata a prendermi una mia amica siccome oggi Ace ed Arn devono andare allo stage» replicai «E questa mia amica è mattiniera» affermai. «Ti avrei accompagnato ugualmente a scuola» intervenne Arn «Tranquillo, tu pensa a fare il tuo figurone» gli sorrisi dandogli una pacca sulla spalla. «Non fai colazione?» mi urlò dietro mia madre «Passiamo per un bar!» esclamai in risposta prima di uscire. Hebe, per fare scena, fece rombare il motore della sua auto, impaziente di partire . «Arrivo! Arrivo!» brontolai anche se non mi poteva sentire. Girai l'auto per entrare sul sedile del passeggero, ma era occupato da un ragazzo di mia conoscenza. «Lance! Anche tu a colazione con noi?» esclamai salendo sui sedili posteriori «Sempre meglio che starsene a casa per poi arrivare a piedi a scuola» disse lui con un sorriso.
Chiusi la portiera e partimmo. Ascoltai per tutto il tragitto i due ragazzi litigare per cose stupide come abbassare o meno il finestrino. «Tiralo su!» sbottava Hebe «Che c'è! Fa caldo!» replicava Lance «Fa corrente!» e con questo alzava il finestrino del passeggero. Ma Lance lo abbassava immediatamente. Partì una gara che mi fece temere per quel povero finestrino, quando Hebe inchiodò. Il clacson della macchina dietro suonò una nota acuta e lunga prima di superare. «Lance. Scendi» disse categorica la ragazza. «Okay. Scusa, mi arrendo!» si affrettò a sorriderle Lance. Hebe assottigliò lo sguardo e lo fissò trucemente con quella striscia azzurra che trapassata dalle fessure delle sue palpebre «La prossima volta ti butto giù» dichiarò Hebe prima di ripartire con una sgommata.

«Sai Azura, a volte divorarsi un bel bombolone calorico aiuta ad alzare l'umore» mi disse Lance mentre mi sentiva ordinare solo un caffè. «Ma io sono già di buon umore» replicai per non sembrare la solita ragazza attenta alla linea. Lance si accigliò «Vorrei questi due bomboloni» disse indicando i due più grandi. «Non si è mai troppo di buon umore» mi sorrise passandomi un piattino.
Dopo aver pagato raggiungemmo Hebe al tavolo che stava trafficando col telefono mescolando il suo latte macchiato distrattamente. Ci sedemmo accanto a lei. «Con chi parli?» le chiesi fissando in realtà il bombolone. «Anche se ho il telefono in mano non vuol dire che stia conversando con qualcuno» mi disse lei sorseggiando il latte. «Simpatica come al solito» borbottò Lance «Lo so» replicò sarcastica la sorella. «Sai, la tua amica Bethany è venuta a parlarmi» affermò improvvisamente Lance. Mi irrigidii «Che ti ha detto?» gli chiesi «Voleva sapere se avessi smesso di star male» rise «Cosa? E che significa?» «Penso che voglia dire che dovresti tornare da lei, a quanto pare è disperata perché non riesce a sopportare Tromp da sola» ridacchiò Lance. Mi scappò una risatina amara «Non sono affarmi miei» affermai abbassando lo sguardo. In un certo senso mi sentivo in colpa, ma mi sentivo anche sfruttata e presa in giro. Se ci teneva a me mi avrebbe parlato di persona... «Sei... Diversa» mormorò Lance fissandomi tanto da farmi imbarazzare. Sono sempre stata molto... Aperta. Non mi era mai capitato che un ragazzo mi mettesse in imbarazzo semplicemente guardandomi. Forse perché di solito lasciavo che le persone mi guardassero la maschera. «E questo è un bene o un male, Lance?» chiese Hebe «Un bene, credo» sorrise prima di bere in un sorso tutto il suo caffè. Non so per quale motivo, ma mi imbarazzai ancora di più.

Insicura (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora