21. La Casa Stregata

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C'erano cose che non capivo.
Ho sempre pensato di sapere tutto sulle persone.
Io, Daia e Beth eravamo solite a classificare gli studenti della nostra scuola, in modo da capire chi era degno delle nostre attenzioni e chi no. La classifica si basava sulla famiglia e sulla reputazione delle persone. Ma non avevamo mai dato veramente peso alle persone stesse: al loro carattere, comportamento e sentimenti.
Vedere le azioni degli amici di Hebe era una novità per me. Mi sembrava di aver conosciuto meglio loro in pochi giorni, che i miei compagni di scuola in anni.
Mi incuriosiva il comportamento di Frannie; era una ragazza particolare, dolce e carina e non demordeva mai a parlare con quell'apatico di Matthew Hellman, il quale non rispondeva mai con più di qualche monosillabo. Ma quando lui le rispondeva così, lei ci rimaneva così male che andava a sfogarsi con Cammie e Wren. E poi ricominciava il ciclo. Non la capivo.
Perché farsi trattare così da lui?
Cammie e Tyler erano quel genere di coppia che non si stancavano mai l'una dell'altra. Però non mostravano mai le loro effusioni davanti ad altri. Litigavano, ma mai per cose veramente serie, erano più battibecchi sciocchi. Iniziavo a desiderare di poter avere un rapporto come il loro, dolce e frizzante.
Poi c'erano Xavier e Wren, i classici litiganti dei romanzi rosa. Il loro rapporto oscillava tra amore e odio. Non si capiva nemmeno se fossero amici o nemici, ma forse erano veramente innamorato l'uno dell'altra?
Qualcuno mi schioccò le dita davanti al volto attirando la mia attenzione.
Mi voltai verso Hebe che mi osservò con espressione corrucciata.
«Stavo facendo i miei film mentali.» esclamai fingendo di essere stata oltraggiata.
«Fantastico, che ne dici se ora mi vai a prendere due bottigliette d'acqua per l'escursione?» affermò Hebe.
Sbuffai e mi alzai dal letto e mi diressi pigramente verso le cucine.
«Azura!» esclamò qualcuno allegramente venendomi incontro.
Mi voltai trovandomi faccia a faccia con il batterista della band di Tony, Gryf.
«Ehi! Ciao!» ricambiai mentre lui mi abbracciava di slancio.
«Quindi, tutti in giro?!» esclamò divertito fissandomi con gioia.
Tony ci si avvicinò e si appoggiò alla spalla dell'amico.
«Xavier ha invitato anche il resto della band a fare questa escursione.» mi spiegò.
«Più siamo, meglio è.» disse il ragazzo interpellato sbucando alle mie spalle. Portava una tenuta da escursionista di professione, non gli mancava proprio niente a quel ragazzo.
Si passò una mano tra i capelli scuri e puntò il dito inguantato verso il portone ed esclamò: «Verso l'infinito e oltre, amici miei!» corse verso il portone spalancandolo con esagerazione e lasciando che una folata di aria fredda facesse un giro all'interno.
«Mi hai rubato la battuta, amico.» disse Lance divertito seguendo il ragazzo. Gli altri aspettavano già fuori e io ero ancora imbambolata, senza giacca e con lo zainetto vuoto, in mezzo al salotto. Mi risvegliai dal mio trance e feci tutto in fretta e furia lanciano a Hebe le due bottigliette d'acqua.
«Qualcuno si è svegliato!» esclamò la ragazza con sarcasmo mentre usciva dalla stanza con il sacco in spalla e un ghigno sul volto.

Dieci minuti. Feci aspettare tutti gli altri per dieci lunghissimi minuti. Volevo sprofondare.
Non smisi di scusarmi lungo il tragitto e se gli altri fecero del loro meglio per rassicurarmi, non mi sentii per nulla rincuorata.
«Magari la prossima volta metti in pausa i tuoi film mentali.» mi sussurrò Hebe con il ghigno sul volto.
«Che hai da sorridere?» sbuffai come se avesse capito qualcosa che nemmeno io comprendevo.
«Io? Niente.» affermò la ragazza facendo sparire la curva delle labbra in un lampo.

La camminata fu stancante, ma i paesaggi erano arte della natura. L'aria fresca ci permetteva di non avere troppo caldo per gli affaticamenti. Xavier ci faceva da guida e camminava davanti al nostro gruppo numeroso, inventandosi storie assurde sui luoghi che passavamo. Sembrava serio, ma sapevamo tutti che stava scherzando.
«Qui, i miei genitori hanno trovato il cadavere di un cervo. Era senza testa, come se gli fosse stata strappata di netto da qualcosa di grosso. Il collo mozzato mostrava la carne putrida...»
«La vuoi smettere?» intervenne Wren seccata raggiungendo il masso sulla quale era posto Xavier per il suoi racconti dell'orrore. Dovevo ammettere che le sue parole avevano provocato brividi di terrore lungo la mia schiena.
«Paura, Sutton? Tranquilla, puoi aggrapparti a me se sei così terrorizzata.» esclamò lui teatrale.
«Ehi, ragazzi, guardate!» esclamò Gryf, interrompendo lo spettacolo. Guardandomi intorno non trovai la fonte della voce. Tyler superò l'enorme cespuglio e scomparve, proprio mentre Xavier salta a giù dal masso. Uno ad uno seguimmo Gryf. Spostai le foglie che intralciavano la mia strada e vidi cosa aveva attirato l'attenzione del batterista.
«Urca!» esclamò Lance togliendosi il cappello e scompigliando i suoi ricci biondi.
«Puoi dirlo forte...» sussurrò Tony appoggiandogli una mano sulla spalla.
Rimasi senza fiato. Davanti a noi si stendeva un sentiero di strani fiori rossi che portavano ad una vecchia catapecchia abbandonata.
Non sarebbe nemmeno stata notata all'ombra di quegli alberi, se non fosse stato per quel tratto fiorito.
«Ci andiamo?» chiese Frannie, anche se dal suo tono era chiaro che sperasse in un no.
«Una casa abbandonata infestata! È elettrizzante!» esclamarono i fratelli Fin e Dor della Band.
«I fantasmi non esistono.» affermai immediatamente. «Ancora sta storia dei fantasmi?» aggiunsi borbottando a bassa voce, a nessuno in particolare.
«Tranquilla, non ti faranno niente. A meno che non siano quelli di American Horror Story.» affermò Lance affiancandomi. «In quel caso ti potrebbero mettere incinta.» appurò.
«Che razza di idiozie guardi?» esclamai scandalizzata.
Lance scosse la testa e sospirò.
«Azura, Azura, Azura.» disse dandomi leggere pacche sulla schiena.
«Allora? Volete esplorare questa casetta?» chiese Xavier incrociando le braccia al petto. Non sembrava né emozionato, né spaventato; era totalmente indifferente.
«Io passo.» disse Wren alzando le braccia.
«Idem!» esclamò in fretta Frannie attaccandosi al braccio dell'amica.
«Fifone» commentò Cammie avviandosi. Prese per mano il suo ragazzo e si diresse a passo spedito verso il campo di fiori. Li fissammo raggiungere il cancello arrugginito. Cammie lo spinse provocando un cigolio sinistro.
In quel momento qualcosa sbucò fuori dai cespugli, facendo gridare alcuni di noi. Io compresa.
«È solo una lepre.» ridacchiò Tony con un ghigno.
«Una lepre che ti ha fatto gridare come una dodicenne.» lo prese in giro Hebe dandogli una gomitata.
Intanto Cammie e Tyler erano già giunti davanti al portone e ci salutavano con le braccia in alto.
«Scommetto cento sterline che te la fai addosso.» bisbigliò Dor al fratello.
«Facciamo centocinquanta.» replicò lui avviandosi seguito dalla sorella.
«Buona l'idea della scommessa.» disse Xavier corrucciando la fronte e accarezzandosi il mento. «Matt, se riesci a fare un giro in quella casa senza cambiare l'espressione da coglione che ti ritrovi, corro nudo per questo bosco.» disse Xavier raggiungendo l'amico dandogli un pugno sul petto.
Per la prima volta, vidi un' espressione diversa sul volto di Hellman. «Ci sto. Preparati.» affermò il ragazzo passandosi una mano tra i capelli castani.
Diede un'occhiata a Frannie che lo fissava con le mani strette al petto.
«Ma se perdi tu, amico...» iniziò Xavier con un ghigno. «Cucinerò per tutti voi.» concluse l'altro senza scomporsi.
«Cosa? Io non...» «Affare fatto.» lo interruppe ancora avviandosi verso la casa infestata tallonato da un Xavier infastidito. «Non è equo!».
Hebe lo raggiunse senza dire niente, seguita da Tony e stranamente anche da Theo, che mi immaginavo fosse un fifone.
Vidi i ragazzi entrare.
«Rimanete qui?» chiese Lance a noi che eravamo rimaste fuori.
«Preferirei non entrare.» dissi affiancando Frannie.
«Ragazze, essendo un uomo, dovrei stare qui a proteggervi, ma sono molto curioso di vedere un potenziale set di un film horror... Quindi spero che conosciate il jujitsu.» affermò Lance con un sorrisetto sul volto mentre indietreggiava.
«Tranquillo, va pure.» disse Frannie.
«Niente jujitsu, ma in compenso conosco il judo.» affermò Wren.
«Poi chi ti dice che abbiamo bisogno di protezione?» conclusi altezzosa.
Lance sorrise. «Pardon» affermò prima di correre dietro gli altri.

Insicura (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora