36. Sul palco per gioco

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«Quindi... Ora state assieme.» commentò Hebe con sguardo critico durante la pausa pranzo in mensa.
«Già.» sorrisi mentre Lance mi metteva una mano sul fianco per tirarmi vicino a lui.
«Ah, potrei vomitare.» commentò la mia amica alzando gli occhi al cielo.
«Che ladra di citazioni.» fece Lance puntandole contro la forchetta.
Hebe lo guardò male, zittendolo con uno sguardo gelido.
«Sappi che se lei soffre, tu sei morto, intesi?» disse la ragazza seriamente. Anche Lance si fece serio.
«Non soffrirà.» replicò.
Quasi mi commossi davanti a quelle parole.
«Comunque, bando alle ciance... Domenica prossima...» iniziò la ragazza.
«Stai con Theo.» la interruppi.
«Come?» chiese lei confusa.
«Tu e Theo state assieme. Vi ho visti stamattina...» sorrisi maliziosamente.
«Non stiamo assieme. Ci frequentiamo ed usciamo assieme. È diverso.» sbottò lei.
«E comunque prima che tu mi interrompessi...»
«Ma non mi sembra giusto trattarlo così, cosa ti impedisce di ufficializzare la cosa?» chiesi angelicamente.
«Credo, Zhur, che la sua espressione dica "fatti i cazzi tuoi"» intervenne Lance.
«Caspita, Lancelot, la nuova relazione ti ha fatto diventare più perspicace, eh?» commentò fintamente incredula la mia amica.
Lance non replicò, ma si limitò a roteare gli occhi.
Forse era troppo di buon umore per litigare? E il buon umore dipendeva da me?
«Comunque stavo dicendo che il prossimo mese ci sarà il compleanno di Wren.» disse.
«La cotta di Xavier.» ricordò Lance ridacchiando sotto i baffi.
«Esatto... E Xavier sta organizzando una cosa in grande per il suo regalo di compleanno. Siccome lui non vuole essere il solito banale che regala collane o gioielli stupidi... » fece la ragazza gesticolando con le mani.
«Uh, quindi cos'ha in mente?» chiesi curiosa. Conoscendo il ragazzo avrebbe fatto le cose in grande ed incredibilmente esagerate. Era assolutamente imprevedibile.
«Uh... Voleva organizzare un'opera teatrale. Insomma, ha scritto il copione e ingaggiato alcuni attori.» commentò agitando la forchetta.
«Cos'è che ha fatto?» chiese Lance incredulo, mentre io mi mettevo a ridere.
«Però si è verificato un problema.» aggiunse Hebe.
«Che problema?» chiesi.
«Hellman gli ha messo in testa che gli attori sono troppo freddi e distanti. E anche se il copione è di Xavier, non ci sarebbe abbastanza... Com'è che ha detto? Sentimento per ciò che aveva in mente.» replicò Hebe.
«Ma scusa, se sono attori professionisti saprebbero capaci di recitare ciò che Xavier vuole esprimere.» commentò Lance.
«Ma Xavier non vuole professione. Vuole qualcosa di significativo e più vicino a Wren. Così ha totalmente stravolto il cast, ingaggiando alcuni compagni dell'Accademia. Tutte persone che conoscono Wren.» ci spiegò.
«Oh, quindi sarebbe un regalo fatto anche da parte loro. È interessante.» dissi sorridendo.
«Aspetta un po', da come lo stai dicendo sembra ci siano ancora problemi.» intervenne Lance scettico.
«Certo. Infatti gli mancano i protagonisti.» replicò Hebe.
«Come fanno a mancargli i protagonisti?» ridacchiai scuotendo la testa. «Manca un mese! Anche se li trovasse non basterebbe loro per prepararsi, no?» commentai.
«Oh... Perché ho una brutta sensazione?» chiese Lance inarcando le sopracciglia.
«Sapete... Ci chiedevamo se foste disposti a prendere quel ruolo...» disse Hebe guardando ovunque tranne che noi.
«Scherzi, spero.» affermai.
«Sentite... Ormai state assieme ma Xavier aveva pensato a voi proprio per aiutare Azura col suo problema di cuore e...»
«Xavier sapeva che ti piacevo?» mi chiese Lance incredulo.
«Sì, diciamo che lo sapevano un po' tutti.» replicai con noncuranza. «A quanto pare ero abbastanza evidente.»
Lance ridacchiò e scosse la testa.
«Comunque, che dite? Volete tentare?» chiese Hebe.
«Scusami, ma non conosciamo né il copione né i nostri ruoli... E poi non penso di saper recitare o di poter imparare battute a memoria in un solo mese.» dissi.
«Tranquilla. A parte quelli del corso di teatro, gli altri sono tutti piuttosto scarsi.
Facciamo così, ci oggi venite con me al teatro dell'Accademia. Risolveremo la situazione.» disse Hebe ignorando il fatto che non avevamo nemmeno accettato. Poi si alzò e si allontanò con il vassoio che svuotò in un cestino affianco all'uscita.

Insicura (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora