19. Giochi

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Ecco che cosa avevo dimenticato. Il repellente anti-zanzare! Continuai a grattarmi il braccio dove si era formato un gonfiore. Lo volevo scavare via, mi avrebbe dato sollievo farlo.
Hebe mi allungò una pomata. La ringraziai e me la misi, sentendo immediatamente la freschezza di quella roba gelatinosa. «Puoi chiedere a Xavier di prestarti il repellente, se l'hai scordato.» mi disse lei. «Starò bene» affermai. «Beh, buona fortuna. A quest'ora nel bosco ci saranno un sacco di zanzare che ti prenderanno per un buffet» disse impassibile. L'idea di venire assalita da uno sciame mi fece venire i brividi. «Vado e torno» affermai correndo nello chalet.
Trovai Xavier da solo, in mezzo alla cucina, con gli occhi puntati alla finestra e una ciotola vuota in mano. Sembrava incantato. «Ehi» lo richiamai. Il ragazzo sussultò prima di voltarsi verso di me. «Mi hai fatto prendere un colpo» ridacchiò. «Hai bisogno?»
«Veramente sì. Hai per caso del repellente. Sai, io e Hebe dovremmo andare a raccogliere della legna ma non vorrei farmi mangiare.» dissi ancora sulla soglia della porta. «Saresti deliziosa» disse maliziosamente. Mi sorrise in modo seducente. «Vuoi assaggiare anche tu?» replicai ricambiando lo sguardo. Nello stesso momento scoppiammo entrambi a ridere. «Scusami, flirtare è più forte di me» mi disse passandomi accanto. «Dovrebbe esserci un cassetto pieno in salotto» aggiunse scompigliandosi i capelli scuri.
«Da quand'è che ti piace Wren, quindi?» chiesi affiancandolo. Il ragazzo si fermò. «Umh... Che stai dicendo?» rise nervosamente. «Tranquillo, anche se Hebe non me l'avesse detto sarei riuscita ugualmente a capirlo. Andiamo, è così evidente!» esclamai gesticolando. «Quella chiacchierona» borbottò. «A proposito di lei, com'è che vi siete conosciuti? Senza offesa, ma non sembri il genere di persona con cui un tipo come lei passerebbe del tempo...» mormorai. Perché Xavier aveva quell'aria da divo della scuola che di norma Hebe evitava sempre. Per questo non riuscivo a dare una spiegazione a quella confidenza. «Perché? Che genere di persona sarei?» mi chiese. Il mio volto si tinse di rosso per l'imbarazzo. «Scusami, non volevo giudicarti» affermai. «Hai ragione» mi disse senza guardarmi. «Sono quel che sembro. Un viziato, arrogante, bastardo, stronzo figlio di papà. Ho sempre avuto tutto dalla vita, non mi è mai mancato niente. Non ho passati oscuri e misteriosi. Nonostante i miei siano ricchi, hanno sempre avuto del tempo per me e mia sorella, quindi non ho nemmeno sofferto di mancanza d'affetto.» mi disse ghignando. «Beh, il solo ammetterlo ti rende meno arrogante» tentai. Improvvisamente mi ritrovai con le spalle al muro e il bellissimo volto di Xavier a pochi centimetri dal mio. I suoi occhi grigi sembravano mercurio liquido in quella fioca luce del corridoio. «Ho sempre avuto tutto. Se ora lo volessi ti potrei portare a letto e farti vedere le stelle» sussurrò. «Tutto quel che dico e che faccio è per il mio piacere personale. Non cercare qualcosa di buono in me, Azura» mi disse. «Questo ti sembra abbastanza arrogante da parte mia?» mi chiese sottovoce. Rimasi paralizzata attaccata al muro. Una parte di me, quella vecchia, mi diceva di fregarmene di tutto e di baciare quel ragazzo bellissimo e divertirmi fino all'ultimo. Ma un'altra parte più profonda sentiva che sarebbe stato sbagliato per entrambi. Nessuna delle due parti prevalse. Rimanemmo fermi a fissarci.
Con la coda dell'occhio vidi un movimento accanto all'orecchio di Xavier. Una zanzara. Alzai la mano e lo colpii in pieno volto per prenderla. Quando mi accorsi di quel che avevo fatto mi portai le mani alla bocca, mortificata. Prima che potessi solo scusarmi arrivò Wren. Ovviamente dal suo sguardo capii che stava equivocando tutto. «Tu! Pervertito!» esclamò la ragazza puntando un dito accusatore contro Xavier. Mi raggiunse e mi spostò dietro di lei per proteggermi. «Che le volevi fare?» chiese minacciosa. «No, Wren...» tentai di giustificare il mio gesto. «Tranquilla, ci sono io.» mi disse la ragazza. «Che ti importa di quel che volevo fare?» replicò Xavier con un ghigno. Oh, si metteva male. «No, ascoltate...» «Come ti permetti di trattare ogni ragazza in questo modo? Non sei un dio!» esclamò Wren sempre più furiosa, sfidandolo con lo sguardo. «Forse perché le ragazze mi si prostrano ai piedi? Che rispetto meritano se si umiliano tutte?» replicò Xavier fissandola intensamente. Molto intensamente. «Dubito che lei ti abbia pregato per farsi stuprare, dato che ti ha schiaffeggiato!» gridò Wren. «Ecco, a proposito di questo...» tentai nuovamente. «E chi ti dice che non fosse l'inizio di una prestazione violenta ed eccitante?» ghignò Xavier facendo avvampare la ragazza. «Tu!» continuò Wren. «Va bene, basta!» esclamai frapponendomi tra loro due. «Non l'ho schiaffeggiato perché lo volevo respingere» affermai a Wren che mi guardò stupita. «Guarda che non devi difenderlo» mi fece notare «No!» esclamai scuotendo la testa. «Non lo sto difendendo. C'era una zanzara che bzzzzzz stava volando sulla sua faccia» enfatizzai gesticolando il volo della zanzara. «E io l'ho colpito per quello!» dissi. Wren mi guargò delusa. Oh, merda, ora penserà che lo volevo veramente baciare. «Però non lo volevo baciare.» mi affrettai ad aggiungere, anche se non era vero. Insomma, chi non avrebbe voluto baciare un ragazzo come Xavier? Mi voltai verso di lui «Non ti volevo baciare» ripetei. I due mi fissarono in silenzio. «Beh, Hebe mi starà aspettando, vado a prendere il repellente per andare a raccogliere legna per il falò di stasera. Poi andiamo alle terme, giusto? Quindi, perché non fate pace invece di litigare?» chiesi prendendo la mano di entrambi per poi unirle sotto le mie. I due si fissarono per poi mollare la presa contemporaneamente e distogliere lo sguardo. «Wow! Stante andando alla grande, allora io vado!» esclamai allontanandomi in fretta.

Insicura (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora