1- The story is just beginning.

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Sentiva il respiro farsi improvvisamente corto a causa della corsa. Correva, correva e correva senza una meta ben precisa. Stava scappando da un'ombra che la inseguiva e non sapeva nemmeno il perché. I rami le avevano lacerato i vestiti in alcuni punti e avevano provocato graffi sul viso, che risaltavano ancor di più sulla sua pelle bianco latte. Si guardava intorno in cerca di un riparo e poté scorgere da lontano Hogwarts; la sua salvezza. Con un enorme sforzo aumentò la velocità dei suoi passi e uscì dalla folta foresta, lanciandosi contro i margini del lago Nero.
Si sentiva stanca, senza forze, come se fosse stata calpestata da migliaia di Troll impazziti. Si tirò a sedere e il cuore prese a batterle in modo incontrollato non appena un ringhio spaventoso alle sue spalle squarciò il silenzio, facendola rabbrividire. Aveva paura di voltarsi a guardare, l'eroina che aveva contribuito alla morte di Lord Voldemort sembrava un uccellino intimorito da tanta oscurità che la circondava. Si sporse verso il lago e rimase rapita dal riflesso che le si presentò davanti agli occhi, nessuna creatura spaventosa c'era alle sue spalle. Strizzò gli occhi incredula, mentre dei riccioli disordinati e bagnati dal sudore le ricadevano sul volto. Osservò, con curiosità e sorpresa allo stesso tempo, quelle ali spiazzanti di un nero lucido attraversato solo da alcuni riflessi grigi. Agli occhi della ragazza sembrarono le ali di un drago, un drago diverso da quelli che aveva già visto o studiato. Se ne stavano immobili ad avvolgere quel corpo sconosciuto come per proteggerlo da qualsiasi possibile attacco. Con estrema lentezza si voltò per scorgere meglio qualsiasi dettaglio della figura e rimase quasi abbagliata dalla luce che emanava quella pelle bianchissima, che quasi brillava come la luna, e poté appena scorgere i fili bianchi che contornavano il viso lucente e gli occhi grigi puntati su di lei, possessivi.

«Chi sei? Che cosa sei?» gli chiese lei avara di sapienza come sempre. La curiosità aveva preso il sopravvento sulla paura che quegli occhi avevano scacciato improvvisamente via.

Di tutta risposta la creatura spalancò le grandissime ali mostrandole il torace luminoso, e l'unica cosa che Hermione poté vedere, prima di essere avvolta completamente dalla luce bianca, furono le cicatrici che ricoprivano tutto il corpo di quello strano essere.

Spalancò gli occhi sudata ed affannata, l'ennesimo incubo che l'aveva lasciata senza fiato. Portò una mano al petto per calmarsi e socchiuse le palpebre per assimilare meglio le immagini che l'avevano tormentata. Non ricordava granché, solo quegli occhi che l'avevano spiazzata, lasciandole un enorme buco al petto. Era abituata agli incubi, li aveva ormai tutte le notti da quando quella terribile battaglia era finita. Le urla, i lamenti e il sangue a cui aveva assistito la tormentavano continuamente, quel giorno impresso nella sua mente, in un piccolo angolo remoto del suo cervello e del suo cuore, era ancora nitido così come la cicatrice che portava sull'avambraccio.

Ci sarebbe mai stata fine a tutto quel dolore nella sua testa? Il suo cuore avrebbe mai cacciato le tenebre che l'avevano avvolto durante tutta quella sofferenza, la quale si era rifugiata sotto la sua pelle e prendeva vita nel buio delle notti lente? Non lo sapeva.

Aprì subito gli occhi per cacciare quei ricordi e si voltò verso la grande finestra della sua stanza, da cui filtravano timidi raggi di un sole mattutino. Spostò lo sguardo sui veli rossi e gialli che ricadevano dal letto a baldacchino dello stesso colore e sorrise, sentendosi subito al sicuro nella sua stanza da prefetto nella sua amata Hogwarts. Nonostante la sveglia puntasse solo le sei, Hermione fece scivolare le coperte da un lato del letto e si sollevò per guardarsi intorno; i colori della sua casata la facevano sentire bene e le riportavano alla mente tutti i bei ricordi che aveva vissuto nei sei anni di scuola precedenti. Posò delicatamente i piedi a terra, avvertendone il freddo del pavimento, e si mise in piedi. Allungò la mano per carezzare il legno scuro della scrivania, dove spesso aveva passato notti intere a leggere i suoi amatissimi libri. Andò a cercarli con lo sguardo e li trovò alla destra del suo letto, tutti accuratamente sistemati in una grande libreria stracolma e ne afferrò subito uno dalla grande pila. Il suo preferito: Le fiabe di Beda il bardo, regalatole da Silente.
Ne ammirò per l'ennesima volta la copertina per poi rimetterlo al suo posto, in cima. Attraversò la stanza tracciando linee invisibili sul tappeto rosso che contornava le due poltroncine rosse separate da un tavolino ovale chiarissimo, e chiuse gli occhi.
Si sentiva finalmente a casa.

Change My Life. |DRAMIONE| COMPLETA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora