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Sonia

Non ebbi ancora nessuna notizia da parte di Daniel, nonostante le settimane stessero trascorrendo alla velocità della luce. Ormai si stava avvicinando l'inizio della scuola e sarebbe stato di vitale importanza, per me, parlargli. Fu così che decisi di iniziare a scrivergli.
Il diario che avevo deciso di utilizzare mi era stato regalato da lui per il mio onomastico, qualche mese prima. Non l'avevo ancora utilizzato perché aspettavo l'occasione giusta per sfruttarlo al meglio. E finalmente la volta giusta era arrivata: avrei potuto riempire di inchiostro quelle bianchissime, tristi pagine che non attendevano altro che il susseguirsi di parole sulle righe.

29 agosto 2014

Caro Dane,
Come stai? Da me é tutto ok. È un sacco che non ci sentiamo, quasi un mese e mezzo. Mi manchi tantissimo, non c'è un giorno in cui non ti pensi.
Volevo farti sapere che da questo momento in poi scriverò quotidianamente un diario per raccontarti cosa mi accade di importante o che vorrei tanto poterti dire di persona. Vorrei poterti incontrare e vederti sempre felice e allegro, e sentirti dire che anche tu senti la mia mancanza. Spero tanto di poter tornare prima di Natale. Oggi ho parlato con i miei genitori. Hanno detto che potrò venire a Torino per il mio compleanno, a fine ottobre. Speriamo mantengano la promessa.
Tra non molto l'estate sarà finita e dovrò iniziare la scuola. Per me, tutto sarà nuovo: i compagni, i professori, il sistema scolastico e la lingua. Nonostante la conosca bene, sono preoccupata di non capire... tutto quello che studierò sarà in una lingua che, in fondo, non ho mai parlato nella quotidianità. Ho paura di incontrare delle difficoltà. A casa parliamo ancora spesso l'italiano. O per lo meno con papá. Lui non ha ancora imparato bene il polacco. Sa dire giusto qualche frase. Sentissi come pronuncia, fa pena. Vorrei tanto che su carta si potessero incollare delle registrazioni. Almeno fossi qui con me...
Ho conosciuto nuove persone, un sacco di ragazzi simpatici. Non sono come a Torino, sbruffoni e noiosi.
Però non essere geloso, tu per me sei sempre il più speciale di tutti.
Vanesa come sta? E i tuoi genitori?  Mi mancate tutti così tanto!
Spero che con la danza sia tutto a posto. Dopo la prima lezione non ho più saputo niente, ma sono più che certa che te la starai cavando alla grande, come in tutte le sfide che decidi di intraprendere.
Io vorrei imparare a suonare uno strumento musicale, ma purtroppo i miei genitori non me lo permettono, sia per questioni economiche, per il momento, ma anche per un altro motivo. Tu sai cosa pensano della musica. Mi piacerebbe ricevere, quando torneró, qualche lezione di pianoforte. Non ci avevamo mai pensato, ma ora devo ammettere che ne sento il bisogno .Tu ormai lo suoni da sette anni. Quanto ti invidio, amore mio... ovviamente in positivo.
Prima di concludere questa lettera ci tenevo a farti sapere che ti amo. Non te l'avevo ancora scritto e ovviamente non avrei potuto evitare di dirtelo prima di terminare.
Ti scriverò presto, il prima possibile.

                                                          Sonia

Chiusi il diario e posai la penna con delicatezza nell'astuccio. Non rilessi ciò che avevo scritto, volevo che il testo fosse il più naturale possibile.
La strada per completarlo era ancora lunga e non vedevo l'ora di iniziare a sentire crescere il peso della carta imbevuta di inchiostro.

Daniel

"Dani, vieni a vedere!" mi sentii chiamare a gran voce da Tommaso, apparso dallo spogliatoio sull'uscio della palestra in pantaloncini.
La lezione di danza si era appena conclusa e il sottoscritto era stato incaricato da Annabella di rimettere a posto le sedie che avevamo utilizzato per gli esercizi di step.
Appoggiai delicatamente una sedia a terra e mi avvicinai a lui.
"Chiamami Dane, d'ora in poi" dissi, sorridendogli e cercando di trattenere un'espressione disgustata. Il modo in cui mi aveva appellato era davvero repellente.
"Oh. Okay" disse lui, facendo spallucce.

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