53-1814

286 64 17
                                    

Daniel

Le settimane scorrevano, piano piano. Ma senza farsi notare, nella loro lentezza, si susseguivano, volgendo al termine e ricominciando ciclicamente.

A dire il vero, dal lunedì al venerdì pareva che le giornate, a scuola, non terminassero mai. Le ore sembravano non giungere mai alla fine. In ogni occasione, voltare lo sguardo verso l'orologio si rivelava essere del tutto inutile. La lancetta, pigra, pareva non avere alcuna intenzione di proseguire il proprio cammino da un numero al successivo nel quadrante.
Ma poi, quando arrivava il weekend, questo passava in un batter d'occhio e giungeva inaspettatamente un altro lunedì. Solo lì capivo che una nuova settimana stava iniziando e che la vecchia fosse solo un ricordo, qualcosa di concluso e di cui non rimpiangere nulla.
'Si ricomincia' era il pensiero fisso della domenica sera quando, a ritmo di qualche canzone, mi apprestavo a riempire lo zaino di volumi dalle copertine usurate. Approfittavo anche dell'astuccio aperto di mia sorella per riappropriarmi di qualche mia penna. Il povero astuccio giaceva perennemente in solitudine sulla scrivania per tutto il fine settimana, dal venerdì pomeriggio al lunedì mattina. Sempre che mia sorella non se lo scordasse.

"Spero che un giorno te lo dimentichi e che tu sia costretta a chiedere tutte le penne a quella scema tirchiona della tua vicina di banco" le auguravo, vedendo uno ormai perenne disordine sulla scrivania. E poi ero sempre io a dover sistemare. E guai a non farlo.
"Daniel, sei tu, il fratello maggiore. Devi dare il buon esempio" mi ripeteva mio padre di continuo, indipendentemente da quale fosse la circostanza, e io non potevo fare altro che obbedire. Poco male. Mia sorella ci avrebbe rimesso qualche penna in più che poi non avrei restituito spacciando per mia.
Occhio per occhio...

Marzo fu un mese insolitamente impegnativo dal punto di vista scolastico, soprattutto nella sua seconda metà. Ero pieno di verifiche, interrogazioni e le valutazioni non tardarono a giungere.
"Cos'è questo sei?" mi domandó mia madre non appena tornai a casa da scuola dopo un pomeriggio straziante. Il mio unico desiderio era quello di scomparire dalla faccia delle terra per qualche giorno, senza sentire nessuno. Sapevo quali sarebbero state le conseguenze, in famiglia. Mia madre, appena aperto il registro elettronico, vide prontamente il voto di spagnolo.
"Come hai fatto a prendere sei nella tua lingua, Daniel?". I rimproveri non tardarono a farsi udire.
"Mamma, lascia stare il sei. Hai piuttosto visto tutti gli altri nove di matematica, inglese e scienze?" cercai di cambiare discorso.
"Certo. Ma adesso rispondimi".
"La prof. mi ha beccato mentre suggerivo a un mio compagno e ha detto che per la mia verifica sarebbe partita da sei invece che dal massimo, cioè dieci" confessai. Mi guardó poco convinta.
"Quindi teoricamente sarebbe un dieci" sorrisi, imitando una faccia angelica, che probabilmente uscii poco convincente.
"Ma praticamente è un sei!" disse, imitando come poteva la mia voce, molto più grave rispetto alla sua.
"Non voglio che tu rischi per aiutare i tuoi compagni che non studiano nulla. Chiaro? Ti rovini la media, cosí facendo".
"Ma tanto cosa mi cambia? Io so che quella verifica non vale sei. Non me ne faccio nulla di un sei dato a caso. Non ha alcun valore" dissi, facendo spallucce. Presi poi lo zaino che giaceva per terra e, mettendomelo sulla spalla sinistra, me ne andai in camera mia, mentre le urla di mia madre mi richiamavano a gran voce per farmi scusare di qualcosa per cui non sentivo di avere alcuna colpa.

Dal punto di vista sportivo, invece, andava tutto alla grande.
Adoravo sempre di più danza. Il corso peró stava per giungere a termine: mancavano solo più un paio di mesi al saggio finale e dovevamo prepararci bene.
Peccato che per qualche settimana Annabella non fosse stata in salute e così avevamo avuto un altro insegnante con con cui nessuno di noi si era trovato bene. Oltretutto non sapeva su cosa istruirci di preciso. I passi da imparare erano tanti e finimmo, nella confusione, per fare un sacco di riscaldamenti e allenamenti: step, addominali, corsa... ma niente di più.

La storia prima della storiaWhere stories live. Discover now