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Daniel

Quando tornai a casa ebbi un sacco di dubbi a tormentare il mio animo. Non riuscivo a darmi pace dopo le cose che Andrea, in quel pomeriggio di metá dicembre, mi aveva raccontato. Fra le altre cose, quella in cui affermava di frequentare il liceo in un istituto differente dal mio. Allora il ragazzo misterioso con cui avevo parlato all'inizio dell'anno non era lui.

Quindi il ragazzo di cui si andavano spargendo voci, a scuola, era davvero misterioso e su di lui non si sapeva nulla? Probabile.
Di conseguenza, forse, non era gay e le mie amiche avrebbero potuto avere qualche chance con lui. No, un momento. Non era possibile. Era uscito con Fabio.
Era il ragazzo che un giorno avevo visto uscire dalla mia scuola che era andato incontro a lui: non essendo Andrea era un altro ragazzo, quindi un suo amante...  Fabio faceva dunque il doppio gioco con lui e i due Andrea?

Mi sarebbe toccato indagare nuovamente per scoprire chi fosse davvero il ragazzo misterioso.
Allora non c'era alcun mistero riguardo a Fabio: stava con Andrea.
Alla fine la loro relazione era stata confermata da entrambi, così come ma si vergonasse a mostrarlo.
Ma quindi, il primo giorno di scuola io avevo parlato al ragazzo misterioso, e non ad Andrea?
E lui com'era?
Non ricordo nulla di lui, purtroppo.
Avrei dovuto indagare ricominciando daccapo.

Quando lo dissi a Melissa&Co, non poterono crederci dalla felicità.
"Ma allora abbiamo ancora qualche possibilità di conquistarlo!' disse Lucrezia.
"Quindi non è quello gay! Non è il fidanzato di Fabio!" squittì Melissa, battendo le mani appagata.
"Dobbiamo sbrigarci a sapere qualcosa in più su di lui!" aggiunse Agata.
"Ragazze, calme" cercai di ristabilire la quiete fra i loro gridolini isterici.
"Come facciamo a stare calme con un figo così!?" dissero in coro loro.
"Intanto non può essere etero. Al massimo bisessuale" le placai.
"Cosa?!" si stupí Agata.
"Beh, è uscito con Fabio, lo teneva per mano..." dissi con ovvietá.
"In ogni caso, lasciate fare a me. Cercherò io di scoprire delle cose su di lui. Voi rischiate di fare solo pasticci".
"Davvero lo faresti?" mi domandó Lucrezia, le mani congiunte in segno di supplica, gli occhi luccicanti per l'emozione.
"Sì, anche perché sono io, il primo a voler porre fine a questa storia. Cento misteri, mille dubbi, milioni di domande e di grattacapi. Basta, non ce la faccio più".
"Evvai!" urlò Agata, mettendosi a ballare in modo imbarazzante di fronte a noi.
Mi misi una mano sulla fronte.
"Dove sono finito" pensai, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla sua figura formosa in movimento.

"Prima aiutatemi dandomi voi un indizio".
"Chiedi pure" mi disse Melissa.
"A voi capita spesso di vedere il ragazzo misterioso, che dovrebbe chiamarsi anche lui Andrea?".
"Macchè, magari! Solo poche volte quando esce da scuola. E poi sparisce nel nulla. Cammina molto in fretta, per cui è difficile seguire i suoi movimenti".
"Okay. E dal poco che sapete, vi ricordate com'é fisicamente?".
"Be', è castano, alto e magro".
"Gli occhi come sono?".
"Che ne so! Perché, è importante? Tanto anche fossero azzurri, verdi o marroni, che ti cambia?" mi chiese sgarbatamente Agata.
"Gli occhi di Andrea sono di un verde particolare, che si nota subito. Per questo vi chiedevo se li aveste visti. Sono talmente particolari che è difficile non notarli".
"Oh. Comunque no, mi dispiace" concluse lei.

"Non è che..." Lucrezia mi guardò con malizia.
"Non dire cazzate..." le dissi.
"Ti piace?". Maledizione.
"No, assolutamente" risposi, freddo.
"Eddai!" esclamò lei, dandomi una gomitata.
"Chi dice di una persona che ha gli occhi stupendi senza esserne attratta! I complimenti non si pronunciano senza una motivazione".
"Lucrezia, non ho detto questo. E poi, sono fidanzato con Sonia".
"Mai sentito parlare di colpo di fulmine?" domandò lei, inclinando il capo.
"Sì, ne ho sentito parlare, ma non è il mio caso" risposi, poi riflettei. Quanto poteva essere impicciona la mia amica?

"In ogni caso. Il fatto che voi non vi ricordiate di che colore abbia gli occhi è un indizio che permette di capire che davvero non si tratti di Andrea" dissi a bassa voce, consapevole del fatto che non stavo venendo ascoltato.
Probabilmente nessuna delle tre mi stava seguendo, con i miei discorsi complessi e articolati.
Ma non importava, avrei risolto la questione da solo.

Decisi comunque di parlarne anche a Tommaso, raccontandogli non solo le cose che mi aveva detto Andrea sulla sua relazione con Fabio durante la nostra passeggiata insieme, dopo il saggio, ma anche del mistero che avvolgeva la mia scuola.

"Davvero? Quindi è vero che Fabio si vergogna di lui" dedusse Tommaso. Almeno lui mi aveva dato retta.
"Già".
"E sai anche il perché, per caso?".
"No, quello non gliel'ho potuto domandare" risposi, scuotendo il capo nonostante fossi consapevole che Tommaso non mi stesse vedendo.
"Capisco" disse il mio amico.
"Comunque sono molto sorpreso anche dalla roba sul tipo misterioso, non so come lo definiate voi" continuò il discorso.
"Ragazzo" risposi, banalmente.
"Ah, ho capito" mi disse Tommaso. Lo immaginai alzare gli occhi al cielo.
"Comunque, riguardo ad Andrea, io direi che non c'è più nulla su cui investigare. Quello che volevamo sapere già lo abbiamo scoperto. Lasciamolo stare" proposi.
"Hai ragione".
"Comunque io voglio continuare a sentire Andrea. Mi sembra proprio una brava persona" mi disse improvvisamente Tommaso, stupendomi.
"Ma dai, sei gay?" esclamai.
"No, allora? Non dirmi che anche tu sei omofobo" si stupì.
"No, no. Non lo sono. Però magari poi ci prova con te".
"Quanto sei superficiale? Non è che solo perché è gay, allora vuol dire che ci provi con tutti i ragazzi che ha accanto! È come dire che tutte le tue amiche femmine sono le tue ragazze. È una stronzata gigantesca". Mi ammutolii.
"Io ho deciso: voglio conoscerlo di più. Sono certo che diventeremo amici".
"Contento te..." dissi, appoggiando il mento sul palmo della mia mano.
"Contento me". Non aggiunsi nulla.
"Come farai a indagare sul tipo della tua scuola?".
"Non ne ho la più pallida idea. Devo stalkerarlo" dedussi.
"Sai che è reato, vero?". Risi.
"Ma non è come pensi. Non gli darò fastidio, nè lo seguirò fino a casa. Non voglio rilevare tutti i suoi spostamenti. Voglio solo capire chi sia. Tutto qui".
"Bene. Buona fortuna di nuovo" parlò il mio amico.
"Ti ringrazio".

La storia prima della storiaTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang