16 - In maschera (I)

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Avevo sempre odiato il blu. In tutte le sue sfumature, in tutte le sue declinazioni, quel colore non faceva mai altro che ricordarmi mia madre. Non so se avesse a che fare con il fatto che si sposasse perfettamente con la nostra carnagione pallida, o che la sfumatura dei nostri capelli risaltasse grazie a quella tonalità, ma tutte le fotografie dei miei primi anni di vita avevano un unico comune denominatore: quel colore.

Probabilmente era per tale ragione, quindi, che la finestra del salotto rifletteva il mio viso costretto in un'espressione scocciata che non vedevo da un po'. Era quella che sfoderavo prima di andare ai ricevimenti universitari insieme a James, la stessa che articolavo ogni volta che mio padre mi comunicava la nuova meta che mi avrebbe tenuta lontana dall'Inghilterra. E adesso tutto il mio disappunto era rivolto all'abito che avevo deciso di indossare.

Avevo dovuto ripiegare sul vestito più elegante che avevo trovato, blu per l'appunto, lungo fino ai piedi e leggermente stretto in vita. Credo che lo avessi comprato all'ultimo minuto per una delle cene di James, alla quale poi sicuramente non mi ero presentata, perché l'etichetta del negozio era ancora attaccata saldamente al tessuto.

Distolsi gli occhi dal mio riflesso, riprendendo a contare i passi che dividevano il divano dalla cucina, tredici per la precisione. Quella era almeno la decima volta che seguivo la retta che dall'ingresso portava al bancone della cucina. Anche se il mio conteggio risultava sicuramente falsato dai sandali intrecciati che avevo abbinato, ma non importava. Avrei fatto qualsiasi cosa per impedire ai miei pensieri di oscillare dal ricordo di mia madre alla fotografia che avevo trovato un paio d'ore prima.

Lanciai un'occhiata nella sua direzione. L'avevo abbandonata insieme alla maschera, accanto alla pochette nera che avrei utilizzato quella sera. Mi ero imposta di non guardarla più finché non avessi chiesto ad Alex cosa ne pensasse, ma non riuscivo a impedirmi di ripercorrere in continuazione la serata in cui avevamo conosciuto i signori Parker.

Nella mia mente riapparvero una serie di immagini familiari: la conferenza con i video della spedizione in Brasile, le vie affollate e rumorose del centro, le luci della Torre di Londra che si rincorrevano veloci sul Tamigi, la brezza di fine estate, il tintinnio dei bicchieri di vino, che avevano attirato l'attenzione dei nostri vicini di tavolo. Tutti dettagli innocui, che non sentivo di aver sottovalutato, perché avevamo passato innumerevoli serate in quel modo: a goderci il fermento della città.

Nella mia testa, le nostre vite continuavano a essersi incrociate solo a causa di una serie di eventi fortuiti: se l'università non avesse chiamato mio padre all'ultimo per coprire un collega malato, o se non avessimo poi deciso di cenare proprio a Trinity Trees, il nostro cammino si sarebbe mai incrociato?

Quella era una domanda alla quale non sapevo rispondere con certezza, ma prima che potessi riprendere con l'ennesima analisi, il suono stridulo del campanello rimbalzò tra quelle quattro mura. All'improvviso, una scarica d'adrenalina vibrò sulla mia pelle, consapevole di ciò che quel rumore portava con sé.

Alex.

Accolsi il suo arrivo, liberando un lungo respiro per calmare i nervi. Qualsiasi cosa fosse accaduta quella sera, ormai non potevo più tirarmi indietro. Dovevo semplicemente evitare che l'ansia prendesse il sopravvento. Dovevo concentrarmi.

Certo, forse i miei tentativi di mantenere il controllo avrebbero dato frutti migliori, se non avessi avuto l'impressione che ogni cosa, quella sera, fosse contro di me. Impiegai una buona trentina di secondi, prima di essere in grado di aprire la porta, perché logicamente finii per litigare con gli infissi di quella casa infestata. James pur avendo sistemato gran parte del giardino e delle ringhiere esterne sembrava essersi dimenticato di quella porta d'ingresso che pesava quanto un giovane elefante asiatico prossimo allo svezzamento, e fu solo dopo svariati tentativi che riuscii nel mio intento.

IGNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora