32 - I medaglioni

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A ogni depressione nel metallo della mia collana, corrispondeva un intricato intreccio in rilievo sul medaglione dei Case.

Li avvicinai con mani tremanti, facendo delicatamente combaciare le estremità.

Uno scatto sordo polverizzò il silenzio della stanza. Con un leggero tremito, i due medaglioni si aprirono.

Non saprei dire per quanto tempo rimasi in quella posizione. La schiena lievemente ricurva sul comodino di Alex, le mani a coppa rivolte verso l'alto.

Il mio torace si muoveva su e giù con cadenza irregolare e iniziavo a sentire la testa pesante, come se mi mancasse l'ossigeno. Mi lasciai scivolare sul parquet scuro, continuando a stringere i medaglioni.

Avevo perso il controllo. E nonostante il mio cervello fosse abbastanza lucido da donarmi quella consapevolezza, non riuscivo a reagire. Ero in balia di un senso di agitazione che aveva annullato ogni fondamento di rigore.

Portai le ginocchia al petto e inspirai profondamente, cercando di far cessare quel fischio che sentivo prepotente nei miei timpani.

Inspira. "Ti abituerai, Cassie". Espira.

Appoggiai la testa alle ginocchia nel tentativo di calmarmi. I capelli che si tuffavano morbidi nel vuoto.

Inspira. "Ti abituerai, Cassie". Espira.

Ma il battito del mio cuore sembrava non voler rallentare.

«Stai bene?»

Il ronzio della voce di Alex si insinuò come una brezza leggera nella mia testa. Sentivo i suoi occhi che sondavano la mia figura, probabilmente cercando di dare un significato a ciò che stava osservando.

Si avvicinò con passo fermo e si sedette di fronte a me. «Perché ti stai nascondendo qui?»

Spostò delicatamente una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio, rivelando il mio viso teso. Seguivo con gli occhi i suoi movimenti, ma guardavo quelle azioni come uno spettatore disinteressato. Come se quelle attenzioni fossero rivolte a qualcun altro.

La sua mano restò tra i miei capelli e lui continuò a fissarmi da sotto le ciglia scure.

Perché stavo reagendo così? Era come se lo scatto che aveva preannunciato l'apertura dei medaglioni avesse risvegliato qualcosa in me.

Il tocco caldo delle dita di Alex sul mio polso richiamò la mia attenzione. Alzai lo sguardo su di lui. I miei occhi incontrarono le clavicole spigolose incastrate sotto la stoffa leggera di una maglia nera, e lentamente risalirono fino al suo viso.

Lui però non mi stava guardando più. Fissava qualcosa, stretto con forza tra le mie mani.

«Cassie...»

Sbattei le palpebre violentemente, come risvegliandomi solo in quel momento da uno stato di trance.

Aprii le mani di scatto. Un gesto di rifiuto, quasi a volermi allontanare da quella situazione.

«Come...» Alex sembrava spiazzato. Per una volta, aveva perso l'abituale aria tranquilla che lo contraddistingueva.

Se fosse stata un'occasione diversa, probabilmente lo avrei preso in giro per questo. Invece mi limitai a incespicare nelle mie stesse parole. «Non erano casuali...i decori intendo. Si incastravano perfettamente.» Abbozzai, mi corressi, e provai a spiegare nuovamente.

Alex nel frattempo aveva preso tra le mani uno dei due ovali, lasciandomi l'altro. Mi affrettai a imitarlo nell'aprire le due estremità, ora incredibilmente facili da separare.

IGNIWhere stories live. Discover now