5.

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La chiamata di Vivienne che mi aspettavo arrivasse una volta essere entrata in casa non arriva. Il cellulare non squilla nemmeno quando ho finito di preparare il dolce per il pranzo di domani, o quando ordino una pizza per cena. Mmh. A questo punto sono due le alternative: Devon non le ha raccontato dell'incidente oppure aspetta che la chiami io.
Deglutisco, cominciando a sudare freddo al solo pensiero di Vivienne Bradshaw arrabbiata. Come ho già detto, è un capo eccezionale ma quando si infuria non c'è nascondiglio che regga. Ricordo quella volta in cui Danny, suo marito, doveva tirare fuori i panni della lavatrice. Peccato si fosse addormentato sul divano e i panni fossero rimasti all'interno dell'elettrodomestico per l'intera giornata. Il giorno dopo, a lavoro, era entrata con un diavolo per capello. Sbraitava a proposito di vestiti, ammorbidenti e lavatrici. È stato un incubo.
Vado a dormire con un senso di pericolo addosso e no, non a causa di un possibile ladro – opzione più che valida, visto dove vivo – ma a causa della collera di Vivi, il che è persino peggio della rapina.
Il mattino seguente, dopo aver fatto colazione e aver reso più decente il buco, mi preparo. Opto per un paio di pantaloni cargo a vita alta, neri e un maglioncino color lavanda. Amo la morbidezza del materiale, è stupendo. Calzo le sneakers e indosso un cappotto lungo, anch'esso nero. Che posso dire, amo i colori ma il primo amore, ossia il nero, non si scorda mai.
Esco di casa intorno alle undici e quarantacinque, oggi c'è una bella giornata, quindi, non c'è alcun bisogno di prendere il bus. Raggiungo casa Bradshaw verso mezzogiorno e cinque, busso e attendo che qualcuno mi apra. Faccio un passo indietro quando la serratura scatta e inspiro bruscamente quando i miei occhi si scontrano con uno degli uomini più belli che io abbia mai visto. Accipicchia.
E questo qui chi è?
«Ciao. Cerchi qualcuno?» domanda.
«Ah...» sbatto le palpebre. «Io- ah... sì. Io...»
«Tu?» solleva l'angolo sinistro della bocca, divertito dal mio mutismo improvviso.
«Pranzo qui. Sono Avery» schiarisco la voce.
«Oh, la dipendente di Vivienne. Ciao» si scosta per potermi far passare. «Sono Caleb, uno dei tanti cognati che ci sono in giro.»
«Caleb... Caleb... mi spiace, ma non ricordo il tuo nome. Non credo che Vivienne ti abbia mai menzionato» faccio spallucce. «In mia presenza, certo» aggiungo, tentando di rendere meno imbarazzante la conversazione.
«Harper!» strilla. «Harper, com'è che non hai parlato di me alla tua dipendente?!» sbraita allontanandosi.
«Che?!»
Entro in sala scorgendo i soliti volti più una donna che sta abbracciando calorosamente Devon.
«Avery, ciao!» mi sorride raggiante Molly.
Sorrido. «Ciao, Molly. Come stai?»
«Molto bene, grazie. Tom è in cucina con Danny e Vivienne.»
Abbasso lo sguardo e indico il dolce. «Allora vado, ho portato il dolce.»
«Non impari mai, eh?» ridacchia.
«Mai» sorrido.
«E tu chi sei?»
Mi volto in direzione della donna che adesso sta in piedi accanto a Devon e accenno un sorriso. La scruto bene, aggrottando le sopracciglia quando riconosco quello sguardo da cerbiatta. «Signorina Bradshaw? È proprio lei?» domando colta alla sprovvista. Voglio dire, quante probabilità c'erano?
«Ci conosciamo?» farfuglia confusa.
«Sono Avery Miller» poggio una mano sul petto. «Frequentavo la Adams Elementary School. Lei era la mia insegnante di inglese» spiego, sorpresa di avere la mia vecchia maestra a pochi passi da me.
«Oh, mio Dio! Avery! Certo, certo che mi ricordo! Scusami tanto, non ti avevo proprio riconosciuta. Ma guardati!» scatta in avanti, stringendomi in un abbraccio caloroso.
Tenendo in mano il dolce, mi è complicato ricambiare il gesto ma sorrido, felice di averla rivisita. «Com'è piccolo il mondo» sbuffo una risata. In realtà, comincio a credere che il destino stesse organizzando tutto ciò già da prima che tra tutte le mete disponibili scegliessi proprio Boston. Voglio dire, mi piaceva come posto e avevo anche sviluppato delle amicizie ma mi lamentavo spesso del clima costantemente freddo, in più facevo delle cadute tremende. Credo che il mio fondoschiena fosse più felice della sottoscritta alla notizia del trasferimento a Londra e poi Oxford. Niente più ghiaccio ovunque, evviva l'Europa! Ugh, pessima esclamazione se consideriamo l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea nel lontano 2020. Pazienza. Prima o poi ne cercherò una nuova.
«Guarda come sei cresciuta bene. Sei uno schianto!» accarezza il mio viso.
Arrossisco e scuoto il capo. «Anche lei sta molto bene.»
«Ora è la signora Morgan» l'uomo affascinante di poco fa avvolge un braccio attorno alle spalle di Paige e la stringe a sé.
«Io-»
«Tu» la voce del mio capo mi arriva dritto alle orecchie. «Sei in un mare di guai.»
«P-posso spiegare» indietreggio.
«Puoi spiegare, eh?!» mi punta contro il mestolo in legno.
«Sei nei guai, signorina. Nei guai fino al collo» Danny scuote il capo e io deglutisco.
«Vorrai tenere questo per me, Mol» cedo il dolce alla bionda e compio un altro passo indietro. Sposto lo sguardo sul moro che sembra godersi lo spettacolo insieme ai quattro ragazzini seduti sul divano. I miei occhi lampeggiano. Traditore.
«Come ti salta in mente di affrontare un ubriacone molesto?! Come?! Avrebbe potuto ferirti, o peggio!» strilla Vivienne.
«Che hai fatto tu?!» tuona Tom, alle spalle della coppia.
Se la situazione non fosse tragica, riderei. Indossa un grembiule con su scritto Kiss the cook – baciate il cuoco. Scorgo i due ragazzini strabuzzare gli occhi al tono severo del padre. Già, Tom Henley non è uno che urla. A parte con me.
«Carl è un uomo che ha bisogno di cure» mi giustifico. «Era indifeso.»
«Carl. Lo chiama per nome!» esclama Vivienne voltandosi verso suo marito.
«Dai, Vivi, sto bene.»
«Ancora per poco, sembra» mormora Molly.
«Non sei d'aiuto» la fulmino con lo sguardo. Ma da che parte sta? Okay, forse a questa domanda è meglio che non ottenga risposta visto che la conosco già.
«Sì, beh, non sono io che me ne vado in giro di notte ad affrontare ubriaconi molesti» sbuffa.
Alzo gli occhi al cielo e mi siedo sul divano. «Io non me ne vado in giro. Era letteralmente di fronte a casa mia. Non è che me la sia andata a cercare.»
«Sapevo che prima o poi una cosa del genere sarebbe successa. Lo sapevo» scuote il capo Vivienne. «Paige, volevo parlarti proprio di questo.»
La mia vecchia insegnate di inglese mi lancia un'occhiata e poi si volta verso sua cognata. «Cioè?»
«Il monolocale, quello che ti ha lasciato Molly, era carino. Dovrebbe essere libero, no?»
Un attimo, monolocale? Stanno parlando di un posto in cui vivere che non sia il buco per me?
«Non lo so, mi sembra di sì.»
«Bene, perché ne ha bisogno» ribatte Vivienne.
Alzo la mano, nella speranza di poter parlare ma Tom mi fulmina con gli occhi e Molly scuote il capo. «Scusate...»
«Posso parlare con il padrone di casa, è un vecchio amico» si aggiunge alla discussione Molly.
«Dai, andiamo insieme? Sarà contento di rivederci» risponde Paige.
«Scusate...» ritento.
Niente. Sembra che non mi ascoltino. Sono a tanto così dal fare le valigie e scappare dalla capitale dei pazzi. Mi guardo intorno e trovo gli occhi del traditore già su di me. Assottiglio lo sguardo e scuoto il capo. «Me la pagherai» mimo con la bocca.
Lui, in tutta risposta, ghigna.
Lo sto maledicendo per la quarta volta quando mi rendo conto del silenzio calato sulla stanza. Vedo tutti fissare Devon con sguardo sorpreso, sconvolto – nel caso di Vivienne – ma non ne comprendo il perché. Il ghigno del ghiacciolo sembra essere un miraggio ora che lo fissano tutti, appare persino più teso di prima.
«E comunque due delinquenti che a quanto pare si chiamano Gold e Brick – sorvoliamo questi stupidi nomi da strada – mi hanno chiesto il numero. Ovviamente non ho potuto darglielo ma devo dire che Gold non sembrava niente male» mi alzo e riprendo parola mentre prendo il dolce che Molly tiene ancora in mano. L'attenzione torna tutta su di me. «Oh, e non andrò a vivere in nessun altro monolocale per il momento. Fra un paio di mesi, forse, ora no. Che si mangia?» entro in cucina, lasciandomi una carrellata di sguardi basiti dietro di me. 

𝐀𝐕𝐄𝐑𝐘 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟏]Where stories live. Discover now